Questo BTP 2028 ha una cedola trascurabile e assomiglia quasi a un conto deposito semi libero

Stefano Vozza

12 Novembre 2024 - 16:44

Presentiamo un BTP il cui rendimento è quasi tutto a scadenza e utile a chi persegue particolari strategie di investimento. Vediamo quali

Questo BTP 2028 ha una cedola trascurabile e assomiglia quasi a un conto deposito semi libero

Non di sole cedole e premi fedeltà vive l’investitore in bond sovrani. Calibrando al meglio rischio, strategie e tempo a disposizione si possono implementare operazioni tanto, poco o per nulla profittevoli. Da cosa dipende il risultato finale? Difficile dirlo. Le variabili in gioco sono tante, in parte dipendenti dal contesto monetario esterno, in parte dal proprio modus operandi.
In questa sede ci porremo nei panni dell’investitore non molto preso dalla cedola ma che invece punta alla costituzione di un dato capitale a scadenza. Ancora, sa già a priori il tempo in cui avrà necessità di quei soldi e non vuole precludersi la possibilità di uscire anzitempo dall’investimento. Infine, è alla ricerca di un prodotto dai bassi costi di gestione e poco esposto alle dinamiche dei mercati.
Prendiamo il BTP IT0005433690 emesso a inizio 2018 e in scadenza tra 3,3 anni. Bene, questo BTP 2028 ha una cedola trascurabile ma assomiglia quasi a un conto deposito semi libero. Vediamo di comprendere la portata dell’espressione.

Il titolo di Stato con cedola allo 0,25% e rendimento lordo al 2,78%

A gennaio 2018 il MEF ha emesso questo decennale in scadenza il 18 marzo 2028. Malgrado la sua lunga durata, l’obbligazione ha una cedola annua lorda dello 0,25% (lo 0,125% semestrale), lo 0,21875% al netto della ritenuta fiscale del 12,50%.
Una miseria, si potrebbe direbbe, specie se il raffronto lo si fa con l’esito delle aste a noi più recenti. Giusto a titolo di esempio, in quella del 31 ottobre 2023 malgrado lo stesso emittente, la stessa durata (ma su un diverso bond: 5° e 6° tranche ISIN IT0005560948) e a quasi parità di condizioni, ne venne fuori un 4,76% di rendimento. Come mai? Di fondo c’è che i mercati cambiano di continuo, per cui anche il giusto timing di ingresso su un trade è utile per “rendere giustizia” al sacrificio di un capitale impegnato per un dato tempo.
Per comprenderlo meglio mettiamo a confronto altri due numeri. Un X capitale impegnato in origine sul BTP IT0005433690 rende il 2,5% lordo complessivamente, cioè in 10 anni. Chi invece ha sottoscritto il decennale del Tesoro 13 mesi fa si è assicurato un 47% lordo complessivo, sempre in 10 anni. No, non è proprio la stessa cosa.

Quanto rende il BTP con ISIN IT0005433690?

Torniamo al BTP 18 marzo 2028 e vediamo quanto rende oggi, considerato che prezza sotto cento. Venerdì scorso il titolo ha chiuso l’ottava a 92,04 centesimi, in ribasso dell’8% sul prezzo di rimborso finale a cento. Alla luce di questi corsi c’è che il rendimento effettivo a scadenza lordo e netto è pari al 2,78% e al 2,44%.
Complessivamente parlando, quindi, cioè da qui a 3,3 anni residui, il ritorno lordo dell’obbligazione è del 9,2 scarso. È tanto? È poco? La risposta è molto personale ed è una funzione diretta dei propri obiettivi.

Questo BTP 2028 ha una cedola trascurabile ma assomiglia quasi a un conto deposito semi libero

A chi, potenzialmente parlando, potrebbe interessare un simile bond? A grandi linee, e privi della sfera di cristallo, all’investitore che non pone tra le priorità del suo investimento il flusso cedolare. Inoltre ha già chiara in mente la data o il periodo di impiego del capitale che al momento dispone in toto o che potrebbe non disporre completamente al 100%.
Facciamo un esempio. Consideriamo l’esigenza di un capitale di 50mila € a una certa data, ad esempio tra la fine della primavera e l’inizio estate 2028. Oggi basterebbero 46.020 € (più commissioni) di capitale sul bond per incassarne 50mila a scadenza.
Sotto questo punto di vista, e con tutti i distinguo del caso, il bond può vagamente accostarsi al conto deposito semi vincolato con liquidazione degli interessi a scadenza. Il BTP, in più, offrirebbe la garanzia dello Stato Italiano sul capitale ivi investito e garantirebbe sempre un’uscita anticipata in caso di necessità. A quali prezzi? A quelli di mercato vigenti all’atto della rivendita, ovviamente.

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