RAL 30.000 euro, quanto si prende di netto in busta paga?

Simone Micocci

22 Luglio 2024 - 12:13

Ti è stata proposta una Ral di 30k e vuoi sapere quanto prenderai di netto in busta paga? Ecco tutte le informazioni di cui hai bisogno.

RAL 30.000 euro, quanto si prende di netto in busta paga?

Generalmente in annunci e colloqui di lavoro non si parla di stipendio bensì di Ral, ossia la retribuzione annua lorda. Tuttavia, per quanto sia formalmente corretto parlare di Ral, in questo modo il dipendente non sa con esattezza quanto prende di netto, informazione che di fatto sarebbe importante conoscere in quanto sono quelli i soldi su cui fare affidamento.

Ad esempio, se viene proposta una Ral di 30.000 euro (o anche 30k), a quanto ammonta lo stipendio netto mensile? Rispondere a questa domanda è possibile ma ci sono delle precisazioni da fare.

Per calcolare lo stipendio netto partendo dal lordo ci sono infatti delle regole fisse uguali per tutti e altre variabili. Della seconda categoria fanno parte le addizionali regionali e comunali, il cui importo varia a seconda della zona di residenza, come pure le detrazioni per familiari a carico che ovviamente spettano solo a chi ne soddisfa i requisiti.

Per il resto, lato Irpef e contributi, le regole sono uguali per tutti, indipendentemente dalla residenza. Partiamo dunque da queste per capire quanto equivale al mese di netto una retribuzione annua lorda di 30.000 euro.

Ral, significato e cosa comprende

Ovviamente è importante partire dal comprendere cosa significa la Ral, nonché cosa comprende, informazione che potete approfondire nel nostro corso dedicato a chi vuole pianificare una carriera vincente.

L’acronimo sta per Ral, ossia retribuzione annua lorda: indica quindi l’importo totale della retribuzione che il dipendente va a percepire durante l’anno. Si tratta di un importo lordo, nel quale è compreso:

  • la retribuzione fissa mensile lorda;
  • i contributi previdenziali;
  • le imposte, tanto l’Irpef quanto le addizionali.

Non comprende invece altre voci, come quelle accessorie: straordinari ed eventuali premi di produzione non fanno parte della Ral. Non sono comprese neppure le agevolazioni fiscali, come le detrazioni per lavoro dipendente, l’ex Bonus Renzi o anche lo sgravio contributivo che si applica sulla quota di contributi che deve versare il lavoratore.

Quanto si versa di contributi con una RAL di 30.000 euro

In primo luogo, su una retribuzione di 30.000 euro lordi si applica una contribuzione che è più bassa rispetto a quella solitamente dovuta, pari al 9,19% per i dipendenti del settore privato e 8,80% per i dipendenti pubblici.

Così come confermato dal governo Meloni con la legge di Bilancio 2024, infatti, per tutte le mensilità, eccetto la tredicesima, si applica uno sgravio del 6% per gli stipendi che non superano i 2.692 euro lordi, quindi circa 35 mila euro di reddito complessivo.

Di fatto, quindi, con una Ral di 30.000 euro si versano 818,53 euro di contributi complessivi, 701,53 euro nel pubblico impiego.

Ancora meglio va alle lavoratrici con almeno due figli, le quali beneficiano dello sgravio contributivo conosciuto come bonus mamme. Dal momento che per quelle con almeno 2 figli di cui almeno uno di età inferiore ai 10 anni (ma solo per il 2024) e per quelle con almeno 3 figli di cui almeno uno minorenne (fino al 2026) si applica una decontribuzione totale fino a un massimo di 3.000 euro l’anno, queste non devono versare alcun contributo.

Quanto si paga di Irpef con una RAL di 30.000 euro

Per calcolare l’Irpef dovuta su una retribuzione annua lorda (RAL) specifica, dobbiamo considerare il reddito al netto dei contributi versati. Nel caso di un dipendente privato, l’imponibile lordo è pari a 29.181,47 euro, mentre per il pubblico impiego è di 29.298,47 euro.

Le regole Irpef stabiliscono che l’imposta si calcola applicando diverse percentuali sugli scaglioni di reddito:

  • Per i primi 28.000 euro di reddito si applica una percentuale del 23%;
  • Per la parte di reddito compresa tra 28.000 e 50.000 euro si applica una percentuale del 35%;
  • Infine, sopra i 50.000 euro, la percentuale applicata è del 43%.

Vediamo quindi come si applicano concretamente queste regole per dipendenti pubblici e privati. Partiamo da quest’ultimi, per i quali l’imponibile lordo al netto dei contributi è pari a 29.181,47 euro: in totale sono 6.853,51 euro dovuti teoricamente all’erario a titolo di imposta, ma va considerata anche la detrazione per lavoro dipendente, calcolata attraverso l’utilizzo della seguente formula.

1.910* (50.000-reddito)/(50.000-28.000)

Applicando questa formula al nostro reddito di 29.181,47 euro ne risulta una detrazione di 1.807,47 euro. L’Irpef netta, quindi, è di 5.046,04 euro.

Nel pubblico impiego, con un imponibile di 29.298,47 euro, di Irpef sono dovuti 6.894,46 euro, ma considerando una detrazione di 1.796,59 euro concretamente si versano 5.097,87 euro.

Le addizionali regionali e comunali

Sull’imponibile lordo al netto dei contributi si calcolano anche le addizionali regionali e comunali, la cui percentuale varia in base alla zona di residenza. Solitamente, nel caso delle addizionali regionali, la percentuale va dall’1,23% (aliquota base) al 3,3%.

Le addizionali comunali, invece, hanno un valore compreso tra lo 0 e lo 0,8% (con la sola eccezione del Comune di Roma, dove arriva allo 0,9%).

Considerando una RAL di 30.000 euro, di addizionale regionale ogni anno si versano tra i 369 e i 990 euro nel settore privato, e tra i 370 e i 993 euro nel pubblico.

Di addizionali comunali, quando previste, si paga invece dai 0 ai 240 euro nel privato, poco più nel pubblico.

Detrazioni per familiari a carico

Bisogna considerare che alcuni lavoratori possono beneficiare direttamente in busta paga delle detrazioni per familiari a carico.

Per il coniuge a carico, quando il reddito è compreso tra 15.000 e 40.000 euro, la detrazione spettante è pari a 720 euro l’anno (690 euro di base più 30 euro riconosciuti a chi ha un reddito compreso tra 34.700 e 35.000 euro).

Per un figlio a carico di età superiore ai 21 anni, la detrazione è di 650 euro, mentre per chi ha due figli a carico, la detrazione sale a 690 euro per ciascun figlio.

Dalla RAL lorda al netto

A questo punto, possiamo arrivare alla retribuzione annua netta.

Per un dipendente nel settore privato, il netto è di 24.135 euro, che scende a circa 23.449 euro applicando un valore medio per le addizionali. Considerando le detrazioni per familiari a carico, il netto sarebbe più alto, come ad esempio 24.169,50 euro per chi ha solo il coniuge a carico.

Per un dipendente nel settore pubblico, il netto è di 24.200 euro, che scende a circa 24.080 euro considerando anche le addizionali. Anche qui, le detrazioni per familiari a carico influiscono positivamente. Ad esempio, un lavoratore con coniuge e due figli a carico avrebbe una retribuzione annua netta di 26.180 euro.

Quanto spetta di netto al mese?

Siamo arrivati alla fine: manca infatti solamente l’ultimo passaggio, ossia calcolare l’importo netto mensile. È molto semplice, basta dividere per le mensilità previste da contratto che variano da 13 a 14 per quei settori in cui è prevista anche la quattordicesima mensilità.

Ad esempio, un dipendente del settore commercio (con 14 mensilità percepite) che non beneficia di detrazioni per familiari a carico, con una RAL di 40.000 euro deve aspettarsi in busta paga circa 1.674 euro di stipendio netto.

Nel pubblico, invece, un dipendente con Ral da 30.000 euro e coniuge a carico percepisce uno stipendio solitamente pari a 1.907 euro per tredici mensilità.

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