Il rame sarà il metallo del 2023? Analisti ed esperti prevedono il rally, ma con diverse insidie. Perché la materia prima è cruciale per capire se l’economia va in recessione o si rafforza.
Dove andrà il rame nel 2023? Il prezzo di questo metallo è sotto osservazione visto che è da sempre considerato un indicatore della direzione dell’economia globale.
L’anno che sta per finire non è stato positivo per la materia prima in questione. Ma gli analisti prevedono una ripresa nel 2023, anche se le prospettive globali rimangono molto incerte.
Alcune delle più grandi banche di Wall Street nelle ultime settimane hanno suggerito che una combinazione di scarsità dell’offerta a breve termine e domanda correlata alla transizione energetica a lungo termine spingerà il metallo rosso ben oltre i livelli raggiunti nel 2022.
I prezzi del rame saliranno alle stelle? Cosa prevedere e perché le stime sul 2023 offrono diversi spunti sull’economia globale.
Rame 2023: perché ci saranno shock domanda-offerta
Se si vuole fare un bilancio del 2022, non si può che sottolineare che la performance complessiva del rame è stata negativa, con il metallo che ha registrato un -12% da inizio annoa all’8 dicembre 2022, in linea con i rendimenti dell’alluminio (-12 %) e del minerale di ferro (-11%), ma sottoperformando metalli preziosi come oro (-0,7%), argento (+0,8%), palladio (5%) e platino (+5%).
Diversi i driver che hanno spinto al ribasso il metallo rosso: l’anticipazione di una domanda fiacca a causa del rallentamento della crescita globale e dell’accelerazione dell’attività mineraria; l’inasprimento della politica monetaria statunitense; la crisi energetica derivante dalla guerra della Russia in Ucraina; la combinazione dei rigidi blocchi Covid-19 in Cina e di un debole mercato immobiliare de dragone.
Sommando questi fattori ne è derivata una flessione dei prezzi del rame, considerando che le scorte di rame sono a livelli estremamente bassi e che la domanda è stata molto debole nel corso dell’anno. In questa condizione, però, qualsiasi consumo imprevisto o shock di produzione potrebbe causare massicce oscillazioni dei prezzi nei prossimi mesi.
Nello specifico, a parte le previsioni sull’offerta e la domanda di rame per il 2023, il dato di fatto è che il mercato del rame entrerà in una condizione senza precedenti per l’era post-2000 l’anno prossimo, con scorte quasi esaurite a livello globale.
I magazzini LME detengono solo due giorni di consumo mondiale di rame, mentre anche i livelli di inventario sia su SHFE che su COMEX sono pericolosamente bassi. Il commerciante di materie prime Trafigura ha recentemente emesso un avviso secondo cui le forniture di rame in tutto il mondo sono ai minimi storici, con solo 4,9 giorni di consumo disponibile.
A causa dei livelli estremamente bassi delle scorte di rame in tutto il mondo, il mercato è quindi pericolosamente esposto a improvvisi shock della domanda o dell’offerta.
Dal lato della domanda, se la ripresa economica della Cina prenderà piede, si verificherà un aumento del consumo fisico di rame.
Per quanto riguarda l’offerta, è fondamentale tenere d’occhio i più recenti sviluppi politici in Sud America, in particolare in Cile e Perù, che insieme producono il 40% del rame mondiale e rappresentano la metà dell’export globale di metallo. Le proteste e gli scioperi dei lavoratori potrebbero fermare la produzione in un momento in cui la domanda è in aumento e le scorte globali di rame sono ai minimi storici. Questo potrebbe innescare il mercato rialzista del rame.
Inoltre, l’aumento degli investimenti in veicoli elettrici (EV) è un secondo grande fattore positivo per il rame, materia prima cruciale per la loro produzione. Con la ripresa degli investimenti nelle transizioni verdi, la domanda di rame aumenterà di pari passo con il rapido passaggio alle energie rinnovabili e ai veicoli elettrici.
I prezzi del rame hanno un legame forte e positivo con la performance delle azioni dei veicoli elettrici, come misurato dall’ETF Global X Autonomous & Electric Vehicles. Tuttavia, questo è più un fattore sottostante a lungo termine, che potrebbe manifestarsi nel prossimo decennio piuttosto che specificamente nel 2023.
Da considerare, invece, che se l’economia statunitense entrasse in recessione, l’impennata della domanda globale di rame verrebbe mitigata, esercitando una pressione al ribasso sui prezzi.
Prezzi rame 2023: le previsioni
Gli strateghi delle materie prime di Bank of America ritengono che il rame potrebbe salire a 12.000 $/t nel secondo trimestre del 2023. Un tale scenario richiederebbe però una svolta da parte della Federal Reserve statunitense verso un inasprimento della politica monetaria meno aggressivo, limitando il rialzo del dollaro Usa e con una domanda sostenuta grazie all’accelerazione della transizione energetica.
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Questa materia prima sta scuotendo i mercati
“Nonostante i venti contrari macroeconomici, i mercati fisici sono rimasti tesi, evidenziando la mancanza di unità di rame di scorta disponibili al momento”, ha affermato Michael Widmer, Commodity Strategist, nel rapporto sulle prospettive dei metalli per il 2023 di Bank of America.
Fitch ha mantenuto un’ipotesi di prezzo spot del rame di 8.000 $/t per il 2023, scendendo a 7.500 $/t nel 2024 e nel 2025: “Prevediamo un moderato aumento del consumo globale di rame primario di circa il 2% nel 2023, simile al 2022. L’offerta mineraria crescerà di circa il 4% nel 2023, anche se le interruzioni potrebbero influire su questo”.
Un mercato strettamente equilibrato e scorte globali di rame minime (meno di due settimane di consumo) sosterranno i prezzi nel 2023. Le prospettive a lungo termine sono supportate dalla domanda derivante dalla transizione energetica: questa la visione Fitch.
Tuttavia, altre istituzioni mantengono una visione più ribassista, almeno a breve termine. BNP Paribas nelle sue previsioni per il 2023 stimava un prezzo del rame a tre mesi di 6.800 $/t nel primo trimestre del prossimo anno, in calo a 6.465 $/t nel secondo, ma in ripresa a 8.250 $/t entro la fine del 2024.
“Prevediamo che un calo dell’attività manifatturiera europea si aggiunga all’impatto del rallentamento dell’attività cinese e statunitense”, ha affermato il prestatore francese. Quest’ultimo prevede anche che l’aumento dell’offerta mineraria e l’accelerazione della produzione di rame raffinato cinese spingeranno il mercato verso un considerevole surplus nel 2023, allentando la rigidità degli spread LME e pesando sui prezzi.
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