Violazione della privacy e trattamento improprio dei dati personali: ecco come fare un reclamo al Garante della privacy per difendersi.
Quando dobbiamo tutelare un nostro diritto pensiamo alla querela o alla causa civile, a seconda che la lesione derivi rispettivamente da un illecito penale o da un illecito civile. C’è però un ulteriore strumento a disposizione di tutti, più che mai importante in questo momento storico: il reclamo al Garante della privacy (o Gdpr).
Questa autorità si occupa di vigilare sul trattamento dei dati personali, tutelando i cittadini in modo mirato dalle violazioni della privacy. Grazie a questa attività è possibile ottenere una risoluzione specifica, dato che il Gdpr può applicare sanzioni, limiti e adottare provvedimenti. In caso di reato, il Garante segnala repentinamente il fatto all’Autorità giudiziaria, cosicché si possa procedere alle verifiche secondo quanto previsto dalla legge
La violazione della privacy e del diritto alla riservatezza riguarda tutti, perché ogni cittadino ha diritto alla protezione dei propri dati. La violazione, oltretutto, può avvenire in molti ambiti e non necessariamente in campo informatico. Per esempio, i dati sanitari non possono essere comunicati ai familiari senza consenso del paziente.
Cos’è il reclamo al Garante della privacy
Il reclamo al Garante della privacy è uno strumento con cui si può lamentare la lesione della privacy subita, al fine di ottenere un provvedimento. Con il reclamo si instaura un procedimento amministrativo con regolare istruttoria, tanto che può esserci anche l’audizione delle parti coinvolte. A seconda di quanto appurato durante il procedimento, il Garante può quindi adottare i provvedimenti necessari, intimando la cessazione del comportamento e predisponendo misure per evitarne la ripetizione.
È bene sapere che il reclamo al Gdpr è possibile soltanto in assenza di esposto all’Autorità giudiziaria. Le due strade sono alternative e non è possibile intraprenderle contemporaneamente. Oltre al reclamo, il Gdpr mette a disposizione la segnalazione.
Quest’ultima è un mezzo di tutela con cui comunicare al Gdpr una violazione di dati personali presunta, anche non riguarda sè stessi, o porre l’attenzione su questioni al fine di ottenere l’emanazione di provvedimenti. Per le segnalazioni su cyberbullismo, telemarketing improprio e revenge porn bisogna seguire delle procedure specifiche, in ragione della particolare delicatezza.
Non esiste più, invece, il ricorso al Garante della privacy, che era proponibile soltanto dopo la notifica dell’istanza al soggetto che detiene i dati personali. Il reclamo rappresenta quindi lo strumento più efficace.
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A cosa serve?
Il reclamo al Garante della privacy serve a ottenere una tutela in merito alla violazione della disciplina sui dati personali (regolamento Ue n. 679/2016). In questo modo è possibile difendersi dalla diffusione indesiderata di informazioni private, per esempio se i propri dati sensibili sono stati divulgati senza consenso (sul web o con altro mezzo).
Rientrano tra i dati sensibili:
- origine etnica;
- orientamento sessuale;
- opinioni politiche;
- adesioni sindacali;
- stato di salute
Il Gdpr può intimare la cessazione del comportamento e prevedere delle sanzioni, ma non può disporre un risarcimento danni. Quest’ultimo va chiesto separatamente in sede civile, dimostrando opportunamente i danni subiti dalla violazione (per esempio, nel caso in cui ci sia stata una perdita economica, ma anche per danno morale).
Come presentare il reclamo
Il reclamo al Gdpr è del tutto gratuito. Può essere inoltrato con posta elettronica certificata all’indirizzo ufficiale protocollo@pec.gpdp.it oppure inviato con raccomandata a/r presso Garante per la protezione dei dati personali, Piazza Venezia, 11 - 00187 Roma. Allo stesso indirizzo è anche possibile consegnare il reclamo personalmente.
Oltre al modulo debitamente compilato (di seguito il fac-simile), bisogna inviare la documentazione che attesta la violazione. Il reclamo deve avere firma autenticata, digitale o autografa. In quest’ultimo caso bisogna allegare un documento di riconoscimento in corso di validità. Il reclamo può essere presentato direttamente dall’interessato. Nel caso in cui ci si rivolgesse a un avvocato è però necessario allegare anche la procura.
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