Recovery Fund, parla il ministro Franco: le novità per l’Italia

Violetta Silvestri

08/03/2021

Il ministro dell’Economia Franco ha parlato del Recovery Fund in audizione alle Commissioni riunite. Le novità sulle ingenti risorse in arrivo.

Recovery Fund, parla il ministro Franco: le novità per l’Italia

Si riaccende la luce sul Recovery Fund: il ministro dell’Economia Daniele Franco ha riferito oggi alle Commissioni riunite Bilancio, finanze e politiche UE di Camera e Senato sulle prossime tappe delle risorse in arrivo da Bruxelles.

Quali novità per l’Italia? Il Governo Draghi, che è stato investito proprio dell’importante compito di accelerare sul Piano di ripresa e resilienza nazionale, dovrà chiudere il progetto di riforme entro aprile.

Gli aggiornamenti sul Recovery Fund dal ministro dell’Economia.

Recovery Fund: 191 miliardi di euro per l’Italia

Prime risorse in estate con i pre-finanziamenti del 13%, necessari per iniziare ad “affrontare in modo coordinato e con rilevanti mezzi alcuni problemi strutturali.”

Questa una parte del discorso del ministro Franco in audizione alle commissioni riunite di Camera e Senato: in focus c’è stato il tanto chiacchierato Recovery Fund, sul quale l’Italia sta puntando per trasformare il Paese.

Il responsabile del Tesoro del Governo Draghi ha dichiarato in merito che l’Italia darà destinataria di circa 196 miliardi di euro a prezzi correnti, 69 sotto forma trasferimenti, 127 sotto forma prestiti.

Facendo però i conti in riferimento del PIL del 2019 come indicato dall’UE cambia l’entità delle risorse per l’Italia: per “circa 191,5 miliardi di euro, leggermente inferiore a quella indicata a gennaio.”

Le prossime mosse dell’Italia

Tra ipotesi di riscrittura per intero paventata da Salvini e di aggiustamento degli obiettivi nelle voci di spesa, il Recovery Plan italiano dovrà comunque essere rivisto.

In fretta, questa è l’unica certezza. Il ministro Franco ha quindi sottolineato che:

“occorre tarare i nostri progetti sulle risorse effettivamente disponibili...nelle prossime settimane dovremo riflettere sul rapporto fra progetti a legislazione vigente e nuovi progetti e vedere se la distribuzione fra i due canali di intervento debba restare quella indicata o debba essere soggetta a cambiamenti”

Tradotto: il Governo Draghi dovrà analizzare meglio i legami tra risorse in arrivo, obiettivi di PIL e occupazione per ogni riforma, possibilità di salvare progetti già in itinere o no.

Quale governance ci sarà?

Uno dei nodi rimasti da sciogliere è quello della definitiva governance per il piano riforme.

Già Draghi aveva annunciato che il Mef avrebbe giocato un ruolo chiave, senza quindi la necessità di interpellare super-manager come paventato da Conte.

Il ministro Franco ha cercato di essere più esplicito:

“Occorre una governance robusta e articolata nella fase di attuazione degli interventi... ci saranno due livelli di governance: stiamo considerando una struttura centrale di coordinamento presso il Mef a presidio e supervisione dell’efficace attuazione del piano, affiancato da una unità di audit indipendente

Ogni ministero interessato ai vari piani di riforme e progetti avrà poi un presidio ad hoc.

L’ora definitiva del Recovery Fund si avvicina anche per l’Italia.

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