Reddito di cittadinanza, la riforma farà perdere 200 euro per ogni adulto: ecco perché

Simone Micocci

10/07/2023

Reddito di cittadinanza, dal 2024 spettano 200 euro in meno a queste famiglie. Ecco cosa cambierà con il passaggio all’Assegno di inclusione.

Reddito di cittadinanza, la riforma farà perdere 200 euro per ogni adulto: ecco perché

La riforma del Reddito di cittadinanza per alcune famiglie potrebbe essere indolore: ricordiamo, infatti, che per quei nuclei familiari in cui all’interno c’è almeno un componente minorenne, disabile o ultrasessantenne l’addio al Rdc coinciderà con l’entrata in vigore dell’Assegno di inclusione, misura che per alcuni aspetti sarà molto simile a quella oggi in vigore.

Ad esempio per quanto riguarda i requisiti - l’Isee sarà sempre di 9.360 euro - e gli importi, visto che si partirà comunque da 500 euro al mese per poi salire a seconda della composizione del nucleo familiare.

Tuttavia, prima di tirare un sospiro di sollievo è bene sapere che con il passaggio da Reddito di cittadinanza ad Assegno di inclusione ci sarà un cambio delle regole per il calcolo del parametro di scala di equivalenza, ossia quel coefficiente che contribuisce ad aumentare l’importo del sostegno per ogni componente del nucleo familiare.

Reddito di cittadinanza e maggiorenni, come funziona oggi

Oggi, infatti, per ogni componente maggiorenne si aggiunge uno 0,4 al parametro di scala di equivalenza, il che vuol dire un aumento di 200 euro sull’importo base.

Ad esempio, per una famiglia composta da due componenti maggiorenni l’importo base non sarà di 500 euro, bensì di 700 euro. Da questa soglia verranno tolti poi eventuali redditi percepiti (e se superiori il Reddito di cittadinanza non spetta). Consideriamo un reddito di 2.600 euro l’anno, quindi 200 euro al mese: il Reddito di cittadinanza percepito sarebbe di 500 euro (700 - 200).

Con il passaggio all’Assegno di inclusione le cose andranno diversamente visto che il coefficiente dello 0,4 si applicherà solamente ad alcuni componenti maggiorenni del nucleo. E ciò rischia non solo di ridurre l’importo percepito mensilmente, ma anche di impedire al nucleo familiare di accedere al sostegno.

Cosa cambia con l’Assegno di inclusione

Con il passaggio - dal 1° gennaio 2023 - all’Assegno di inclusione, molte famiglie rischiano di perdere fino a 200 euro al mese per ogni componente maggiorenne.

Gli over 18, infatti, verranno considerati nel parametro di scala di equivalenza solo se hanno un impedimento oggettivo che gli impedisce di lavorare. Tutti gli occupabili, quindi, non saranno compresi.

Nel dettaglio, il parametro dello 0,4 continua a essere assegnato solamente a:

  • coloro che svolgono carichi di cura nei confronti di un componente minore di 3 anni, o in alternativa di almeno 3 figli minori, oppure di un componente con grave disabilità. È bene sottolineare che il componente nei confronti del quale si svolgono carichi di cura deve far parte dello stesso nucleo familiare;
  • gli over 60;
  • i componenti disabili o non autosufficienti, per i quali il parametro di scala di equivalenza sale a 0,5 (quindi sono 250 euro in più anziché 200).

Tutti gli altri sono esclusi con conseguenze notevoli sull’importo dell’Assegno, nonché sulla possibilità di beneficiarne.

Esempio

Pensiamo ad esempio a una famiglia composta da tre maggiorenni, tutti occupabili, di cui uno lavora part-time con un guadagno annuo di 8.000 euro. Questa ha comunque diritto al Reddito di cittadinanza in quanto ha un Isee inferiore a 9.360 euro e un reddito di 8.000 euro appunto (mentre la soglia da non superare nel caso specifico è di 10.800 euro, ossia 6.000 euro moltiplicati per il parametro di scala 1,8). Il Rdc percepito è pari a 2.800 da dividere per 12 mensilità, circa 233 euro.

Con il passaggio all’Assegno di inclusione, però, andrà diversamente. Il parametro di scala di equivalenza, visto che nessuno soddisfa le condizioni per non essere ritenuti occupabili, sarà pari a 1 (anzinché 1,8) e di conseguenza il limite di reddito da non superare scende a 6.000 euro. Con un reddito di 8.000 euro, quindi, non si potrà accedere al nuovo sostegno.

Adesso prendiamo una famiglia sempre composta da tre maggiorenni, tutti occupabili, ma con reddito pari a zero. Per questa l’Assegno di inclusione spetterà comunque, ma d’importo notevolmente ridotto: non più 900 euro al mese (10.800 diviso per 12 mesi), bensì 500 euro. Per una perdita, quindi, di 200 euro per ogni componente maggiorenne (eccetto il richiedente).

Ma c’è il bonus 350 euro

Per 200 euro persi, però, ce ne possono essere 350 euro che arrivano. I componenti occupabili esclusi dal parametro di scala di equivalenza, infatti, possono comunque prendere parte al piano di Supporto per la formazione e il lavoro, con il quale a coloro che partecipano a un corso formativo viene riconosciuto un assegno mensile di 350 euro. Il sostegno spetta per tutta la durata del corso, ma comunque per non più di 12 mesi.

Attenzione però: a poter accedere a questo supporto sono solo coloro che fanno parte di un nucleo con Isee non superiore a 6.000 euro.

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