Reddito di cittadinanza: si perde se ogni mese non si va al centro per l’impiego

Simone Micocci

11/11/2021

Reddito di cittadinanza, nuovi obblighi: il beneficiario dovrà recarsi una volta al mese al centro per l’impiego, pena la decadenza del sostegno. Ma come verrà messa in pratica?

Reddito di cittadinanza: si perde se ogni mese non si va al centro per l’impiego

Reddito di cittadinanza, si cambia ancora. La Legge di Bilancio 2022 ha previsto un ulteriore obbligo per i beneficiari, pena la decadenza della misura. Nel dettaglio viene stabilito che ogni mese chi prende il reddito di cittadinanza deve presentarsi al centro per l’impiego, così da dimostrare che si sta effettuando la ricerca attiva del lavoro.

Una novità che farà molto discutere, se non altro perché graverà sui centri per l’impiego già sottodimensionati che da gennaio dovranno, salvo sorprese dell’ultima ora, fare a meno dei navigator.

E soprattutto non se ne capisce l’utilità: basterà un tale obbligo per dimostrare che si sta cercando lavoro come effettivamente richiesto dalla misura? Ma mettiamo per un attimo da parte i giudizi riguardanti quest’ultima novità sul reddito di cittadinanza e vediamo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2022.

Reddito di cittadinanza: chi deve presentarsi una volta al mese al centro per l’impiego

L’ultimo testo del disegno di Legge di Bilancio 2022 aggiorna gli obblighi previsti per i soggetti occupabili, ossia per coloro che firmano il Patto per il Lavoro con il centro per l’impiego. Nel dettaglio, si tratta di tutti i componenti maggiorenni del nucleo familiare, eccetto coloro che rientrano nelle seguenti categorie:

  • invalidi (con percentuale di almeno il 46%);
  • lavoratori subordinati o autonomi;
  • Over 65;
  • beneficiari impegnati in un corso di studi o di formazione (tirocinio compreso);
  • beneficiari occupati nell’assistenza a un minore di età inferiore ai 3 anni;
  • beneficiari occupati nell’assistenza a un invalido al 100%.

Ebbene, già questi oggi hanno una serie di obblighi da seguire, ma dal prossimo anno se ne aggiungerà un altro. Nel dettaglio, si legge nel testo della Legge di Bilancio 2022 che “la ricerca attiva del lavoro è verificata presso il centro per l’impiego in presenza con frequenza almeno mensile; in caso di mancata presentazione senza comprovato giustificato motivo si applica la decadenza dal benefici”.

Ogni mese, quindi, i centri per l’impiego dovranno occuparsi della verifica di tutti i Patti di Lavoro sottoscritti, accertandosi del fatto che coloro che si sono impegnati a effettuare ricerca attiva di lavoro stiano rispettando i patti.

Un obbligo che come noto si aggiunge a quello di accettare almeno una delle due offerte congrue presentate nei primi 18 mesi (anziché una delle tre offerte come avviene oggi), pena sempre la decadenza della misura.

Reddito di cittadinanza: i contro del nuovo obbligo

Un nuovo obbligo che di fatto ha spiazzato le Regioni. In questi mesi, infatti, i centri per l’impiego non hanno mai fatto segreto della difficoltà di prendere in carico tutti i beneficiari del reddito di cittadinanza, figuriamoci cosa potrebbe succedere se questi ogni mese dovranno fare un “tagliando” a tutta la platea dei beneficiari presenti sul territorio.

A seconda dei centri per l’impiego i numeri potrebbero essere più o meno grandi, ma in uno di medie dimensioni si arriva anche a 600 beneficiari (e ci riferiamo solamente a coloro che hanno sottoscritto il Patto di Lavoro).

E resta poi da chiedersi l’utilità. Davvero siamo convinti che in quel poco tempo l’operatore del centro per l’impiego riuscirà a verificare che il beneficiario sta mantenendo gli impegni presi? Considerando la platea degli interessati, a fronte dei pochi operatori dei centri per l’impiego (ancora lontani dal potenziamento annunciato dalla riforma), è più probabile che una tale operazione si riduca a un mero obbligo amministrativo.

E non è neppure detto che i centri per l’impiego dedicheranno del tempo a una tale operazione. D’altronde vorrebbe dire utilizzare la maggior parte dell’orario d’ufficio alla verifica di tali beneficiari, tralasciando tutte le altre operazioni.

Insomma, una novità di difficile applicazione e di contestabile utilità che dimostra come sul reddito di cittadinanza il Governo sembra avere ancora le idee poco chiare.

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