Reddito di cittadinanza, l’Inps fa chiarezza su chi può presentare una nuova domanda dopo lo stop delle 7 mensilità.
Nuovo chiarimento Inps sulla fase transitoria che porterà all’addio definitivo al Reddito di cittadinanza a inizio 2024.
Dopo che il ministero del Lavoro ha fatto chiarezza sulla possibilità che anche gli invalidi con percentuale compresa tra il 45% e il 66% possano beneficiare del Rdc per tutto il 2023, non dovendo quindi sottostare alla scadenza dopo 7 mensilità, adesso è l’Inps a intervenire sul tema individuando quelle categorie di nuclei familiari che in determinate condizioni possono presentare una nuova domanda di Reddito di cittadinanza così da tornare a percepire il sostegno per le ultime mensilità dell’anno.
Nella generalità dei casi, infatti, la decadenza del Reddito di cittadinanza dopo il pagamento della settima mensilità è definitiva: a differenza di quanto succede al termine delle 18 mensilità, infatti, in questo caso non è possibile presentare una nuova domanda (al massimo si può richiedere il Supporto formazione lavoro laddove se ne soddisfino i requisiti).
Con il messaggio n. 3510 del 2023, però, l’Inps individua alcune situazioni in cui una nuova domanda è possibile, ribadendo un aspetto che noi di Money.it vi avevamo già anticipato qualche mese fa.
Reddito di cittadinanza, chi può beneficiarne per tutto il 2023
Prima di tutto bisogna ricordare quali sono i nuclei familiari che hanno diritto al Reddito di cittadinanza per tutto il 2023 non dovendosi così preoccupare del termine dei 7 mesi.
Ciò vale per quelli in cui c’è almeno un componente che rientra in una delle seguenti categorie:
- disabili;
- over 60;
- minori.
Spetta poi per tutto il 2023 anche a quei nuclei che sono stati presi in carico dai servizi sociali (entro il 31 ottobre) in quanto non attivabili al lavoro.
Chi può fare una nuova domanda di Reddito di cittadinanza dopo la scadenza
Salvo i casi suddetti, nel 2023 il Reddito di cittadinanza può essere percepito per un massimo di 7 mesi. Ragion per cui da luglio 2023 l’Inps ha inviato migliaia di Sms per comunicare la decadenza del beneficio.
Alla scadenza non è possibile fare una nuova domanda, eccetto il caso in cui dopo la sospensione non cambiano le condizioni che hanno portato alla perdita del beneficio.
Pensiamo ad esempio a un nucleo familiare in cui al termine dei 7 mesi c’era una donna incinta: il Reddito di cittadinanza è stato comunque tolto, salvo la possibilità di tornarne a beneficiare non appena ci sarà la nascita del figlio.
A tal proposito, l’Inps autorizza a ripresentare una domanda di Reddito di cittadinanza laddove dopo il periodo di sospensione si verifichi uno dei seguenti eventi:
- uno dei componenti compie i 60 anni di età;
- nascita di un figlio (in tal caso serve prima richiedere un nuovo Isee);
- presenza di una disabilità accertata.
In tal caso il Reddito di cittadinanza decorre comunque dal mese successivo a quello in cui è stata presentata la domanda, come previsto da normativa. Per ovvie ragioni, quindi, il termine ultimo per fare richiesta - così da godere del sostegno almeno per la mensilità di dicembre prima del passaggio all’Assegno di inclusione - è il 30 novembre 2023.
Niente domanda in caso di presa in carico da parte dei servizi sociali
Non devono presentare una nuova domanda, invece, coloro ai quali il Reddito di cittadinanza è stato sospeso ma che entro il 31 ottobre vengono presi in carico dai servizi sociali: in questo caso, infatti, è il Comune a darne comunicazione all’Inps che successivamente sbloccherà i pagamenti (riconoscendo anche le mensilità arretrate per i mesi in cui è stato sospeso).
Decadenza per perdita dei requisiti
Discorso inverso per quei nuclei familiari in cui si perde la condizione che ha portato a godere del sostegno per tutto il 2023. Ad esempio, nel caso in cui un minorenne dovesse compiere la maggiore età, oppure per decesso di un over 60, il Reddito di cittadinanza cessa in automatico dalla mensilità di fruizione in cui si è verificato l’evento.
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