Reddito di cittadinanza, non ci sono più dubbi: ecco quando cesserà di essere pagato e cosa fare subito dopo.
Con l’approvazione del testo del Decreto lavoro viene confermata la cancellazione del Reddito di cittadinanza tra il 2023 e il 2024. Di fatto è ora di cominciare a interrogarsi su quale sarà l’ultima mensilità pagata prima della cancellazione definitiva, nonché su cosa fare subito dopo per non rischiare di essere escluso da ulteriori forme di sostegno.
Con il Decreto lavoro, infatti, vengono ufficializzate due nuove misure per il post Reddito di cittadinanza: l’Assegno di inclusione da una parte e il Supporto per la formazione e il lavoro dall’altra. A queste si potrà accedere una volta ricevuto l’ultimo pagamento del Reddito, a patto di soddisfarne i nuovi requisiti.
Tenendo conto delle ultime novità, quindi, rispondiamo - definitivamente - alla domanda su quando è in programma l’ultimo pagamento del Reddito di cittadinanza nonché su quali sono i passi da fare immediatamente dopo per mantenere inalterata, o quasi, l’entrata mensile.
Quando viene pagata l’ultima mensilità del Reddito di cittadinanza
Il testo del Decreto lavoro conferma la scadenza fissata dalla legge di Bilancio 2023, fissando due diversi termini:
- per quanto riguarda i nuclei familiari che al loro interno hanno almeno un minore, un disabile o un over 60, l’ultima mensilità di Reddito di cittadinanza sarà quella in pagamento a dicembre 2023. Ovviamente nel frattempo bisognerà continuare a soddisfarne i requisiti, in quanto nulla toglie che il Rdc possa comunque decadere in anticipo perché ad esempio è trascorso il termine dei 18 mesi continuativi (ma in tal caso se ne potrà comunque rifare domanda, purché entro novembre 2023), oppure in seguito a una sanzione per mancato rispetto degli obblighi;
- per tutti gli altri, il Reddito di cittadinanza decade una volta pagata la settima mensilità del 2023. Quindi, chi lo prende senza interruzioni da inizio anno, ne riceverà l’ultima mensilità a luglio 2023, dopodiché non avrà più alcuna possibilità di accedere alla misura.
Come anticipato, però, ci sono delle alternative al Reddito di cittadinanza alle quali si potrà accedere già nel 2023. Vediamo di quali si tratta.
Supporto per la formazione e il lavoro già nel 2023
Coloro che a luglio perderanno il Reddito di cittadinanza possono accedere, già da settembre 2023, al Supporto per la formazione e il lavoro, una misura individuale riservata però solamente a coloro che sono impegnati in un’attività formativa.
Quindi, per evitare di farsi trovare impreparati alla scadenza del Rdc, consigliamo di iniziare già da oggi a ricercare un corso di formazione così da poter, una volta cessato il suddetto beneficio, accedere immediatamente al suddetto Supporto per la formazione e il lavoro che partirà ufficialmente da settembre 2023.
L’accesso è individuale: ne avranno diritto, quindi, tutti i componenti del nucleo familiare impegnati in un’attività formativa, a patto però che l’Isee risulti pari o inferiore a 6.000 euro. L’importo è di 350 euro a persona: quindi più componenti ne beneficiano e maggiore sarà l’entrata mensile che tuttavia avrà una durata pari a quella del corso e comunque non superiore a 12 mesi.
Assegno di inclusione nel 2024
I nuclei che invece perderanno il Reddito di cittadinanza a fine 2023, in quanto al loro interno hanno almeno un minore, un disabile o un over 60, potranno invece accedere a una misura molto più simile al Rdc stesso. Si tratta dell’Assegno di inclusione, al quale avranno accesso i nuclei familiari con Isee inferiore a 9.360 euro e soddisfano altri requisiti economici (ad esempio il reddito familiare deve essere inferiore a 6.000 euro, limite da moltiplicare per il parametro di scala di equivalenza).
L’importo è di 500 euro per il singolo e nel caso dei nuclei familiari più numerosi aumenta in base a una serie di fattori (qui le regole per il calcolo). Va detto, che i criteri sono più svantaggiosi rispetto al Reddito di cittadinanza: i componenti occupabili che non sono impegnati in carichi di cura, infatti, non saranno compresi nel parametro di scala e di conseguenza non contribuiranno all’aumento dell’Assegno di inclusione. Tuttavia, quei componenti che sono esclusi dal suddetto parametro ma partecipano a corsi di formazione potranno comunque accedere al suddetto Supporto, così da integrare l’entrata mensile con altri 350 euro.
Queste famiglie, quindi, alla scadenza del Rdc dovranno come prima cosa richiedere l’Isee 2024: dopodiché potranno fare domanda per il nuovo Assegno di inclusione così da continuare comunque a beneficiare di un sostegno mensile.
Richiesta dell’Assegno unico subito dopo la scadenza del Rdc
Oggi l’Assegno unico spetta in automatico a chi prende il Reddito di cittadinanza, senza necessità di farne richiesta all’Inps. Tuttavia, l’importo spettante viene ridotto in quanto ne viene sottratta la quota per il figlio minore già compresa nel Rdc.
In futuro non sarà più così, intanto perché l’Assegno unico sarà pienamente compatibile, e verrà quindi pagato per intero, con l’Assegno di inclusione e le due misure saranno separate. Ciò significa che in ogni caso, indipendentemente dalla percezione dell’Assegno di inclusione, alla scadenza del Reddito di cittadinanza bisognerà presentare domanda per l’Assegno unico.
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