Addio al Reddito di cittadinanza per altre 17 mila nuclei familiari: ma già da oggi si può fare domanda per un bonus da 350 euro al mese.
Anche questo mese l’Inps ha provveduto a togliere il Reddito di cittadinanza a coloro che - ai sensi di quanto stabilito dalla legge di Bilancio 2023 - hanno percepito a settembre la settima mensilità dell’anno e non rientrano in uno dei profili di maggior tutela ai quali il pagamento della misura è garantito per tutto il 2024 (salvo il caso in cui intervengano altre ragioni di decadenza).
Nel dettaglio, come comunicato dall’Istituto, nella giornata di mercoledì 27 settembre - durante la quale è stato accreditato l’assegno - sono stati inviati 17 mila Sms ad altrettante famiglie, comunicando loro che la ricarica appena effettuata è stata anche l’ultima.
A essere interessati sono tutti i nuclei familiari in cui non ci sono minori, disabili o ultrasessantenni e che appunto a settembre hanno ricevuto la settima mensilità del 2023. Per loro è quindi arrivato il momento di dire addio al Reddito di cittadinanza e - salvo alcuni casi particolari - non sarà più possibile presentarne domanda.
Tuttavia, c’è un’alternativa che in alcuni casi potrebbe essere persino più conveniente rispetto al Reddito di cittadinanza: ci riferiamo al Supporto formazione lavoro, con il quale si potrà avere diritto a un sostegno mensile di 350 euro a persona.
Addio al Reddito di cittadinanza per 17 mila famiglie (e non è ancora finita)
La mensilità di settembre, quindi, è stata l’ultima per ben 17 mila nuclei familiari.
I diretti interessati dovrebbero essere già stati informati tramite un Sms inviato dall’Inps, ma basta fare un controllo sullo stato della domanda (nell’apposita sezione disponibile sul sito dell’Istituto) per verificare se si è tra le famiglie coinvolte dalla nuova stretta.
O più semplicemente è sufficiente contare le mensilità pagate quest’anno: se quella di settembre è la settima, e in famiglia non avete alcun componente che soddisfa le suddette condizioni, allora per voi l’esperienza del Reddito di cittadinanza si è appena conclusa.
Una comunicazione che segue a quelle già inviate a luglio (159 mila nuclei, di cui 47 mila successivamente presi in carico dai servizi sociali) e agosto (33 mila, di cui 12 mila presi poi in carico dai servizi sociali) alla quale se ne aggiungeranno altre 23 mila da inviare a ottobre, novembre e dicembre.
Dopodiché l’addio sarà per tutti, visto che il Reddito di cittadinanza cesserà di essere erogato a partire dall’1 gennaio 2024.
Subito la domanda di Supporto formazione lavoro
A differenza di quanto succede alla scadenza delle 18 mensilità, con il rinnovo del Reddito di cittadinanza che scatta dopo un mese di sospensione, chi ha perso il sostegno può fare immediatamente domanda per il Supporto formazione lavoro (Sfl), la politica attiva riservata a coloro che sono occupabili, non percepiscono il Reddito di cittadinanza e sono in una situazione di bisogno economico (Isee fino a 6.000 euro).
Si tratta, come ricordato dall’Inps, di un percorso di professionalizzazione e di inserimento lavorativo durante il quale per un massimo di 12 mensilità si riceve un contributo di 350 euro non frazionabili.
Lo stato delle domande
La domanda va inviata telematicamente all’Inps: a tal proposito, l’Istituto al momento sta verificando i requisiti per le richieste già trasmesse nelle scorse settimane (l’invio è stato autorizzato dall’1 settembre) sulla base delle informazioni immediatamente disponibili nelle proprie banche dati. Successivamente i nominativi delle domande accolte saranno inviati ai centri per l’impiego, dove il beneficiario verrà convocato per la sottoscrizione del patto di servizio personalizzato (passaggio obbligato per sbloccare il pagamento dei 350 euro).
Per controllare a che punto è la richiesta inviata basterà accedere alla nuova piattaforma Siisl (Sistema informativo di inclusione sociale e lavorativa).
A tal proposito, va detto che al momento solo una parte di coloro che possono beneficiare del Sfl ne hanno fatto domanda: appena 40 mila persone rispetto a 180 mila potenziali soggetti, alle quali si aggiungono altre 70 mila domande inviate da persone che non percepivano il Rdc ma che - come sostenuto dalla ministra del Lavoro Marina Calderone - “hanno creduto in questo strumento per cercare una nuova possibilità”.
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