Reddito di cittadinanza, proroga in Gazzetta Ufficiale: c’è tempo fino al 30 novembre 2023 per non perderlo.
Sul Reddito di cittadinanza si sta facendo un po’ di confusione, in particolare per la proroga autorizzata dall’articolo 19 del decreto n. 145 del 2023 (recante “misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”) pubblicato lo scorso 18 ottobre in Gazzetta Ufficiale.
C’è chi sostiene, infatti, che grazie alle novità introdotte il Reddito di cittadinanza possa essere “percepito anche nel 2024” da alcuni soggetti fragili, quando in realtà non è assolutamente così. Come già abbiamo avuto modo di spiegare, infatti, con la legge di Bilancio 2024 non viene fatta menzione al Reddito di cittadinanza per il quale quindi lo stop del 31 dicembre 2023 è confermato per tutti.
Tuttavia, è vero che nel decreto collegato alla legge di Bilancio 2024, già pubblicato in Gazzetta, ci sono delle importanti novità sul fronte Reddito di cittadinanza, in particolare in favore dei più fragili. A questi, infatti, viene dato più tempo per riattivare il Reddito di cittadinanza laddove risulti sospeso a causa della stretta approvata dalla scorsa manovra.
Stretta al Reddito di cittadinanza, cosa prevede la legge di Bilancio 2023
La legge n. 197 del 29 dicembre 2022 (legge di Bilancio 2023) all’articolo 1, comma 313, stabilisce che:
[...] Nell’anno 2023, la misura del reddito di cittadinanza [...] è riconosciuta nel limite massimo di sette mensilità e comunque non oltre il 31 dicembre 2023. Nelle ipotesi di cui al secondo periodo, ai fini del prosieguo della percezione del Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023, i servizi sociali, entro il suddetto termine di sette mesi e comunque non oltre il 31 ottobre 2023, comunicano all’INPS tramite la piattaforma GePI l’avvenuta presa in carico. Decorso tale termine in assenza della suddetta comunicazione, l’erogazione è sospesa e può essere riattivata, ricomprendendo le mensilità sospese, solo in esito all’avvenuta comunicazione, fermo restando il termine del 31 ottobre 2023.
Ebbene, qui viene precisato che nel 2023 il Reddito di cittadinanza può essere fruito per più di 7 mensilità solamente da quei nuclei familiari che al loro interno hanno almeno un componente disabile, minorenne oppure over 60, o in alternativa da quelli che entro il 31 ottobre 2023 vengono presi in carico dai servizi sociali in quanto non attivabili al lavoro.
In tal caso il Reddito di cittadinanza viene comunque sospeso dopo il pagamento del settimo mese, salvo poi essere riattivato - con tanto di pagamento degli arretrati - una volta che il Comune che ha preso in carico la famiglia ne darà comunicazione attraverso la piattaforma Gedi.
Tanti nuclei familiari non attivabili al lavoro ma poco tempo
In queste settimane quindi i servizi sociali comunali hanno lavorato con impegno per assicurarsi che tutte le famiglie “fragili”, in quanto composte da sole persone non attivabili al lavoro, possano essere prese in carico così da percepire il Rdc per tutto il corso del 2023.
Tuttavia, la scadenza del 31 ottobre è imminente e il rischio è di non riuscire a effettuare la valutazione nei confronti di tutti i nuclei interessati, specialmente alla luce del recente chiarimento del ministero del Lavoro con cui anche coloro che hanno un’invalidità accertata tra il 45% e il 66% potrebbero non essere considerati occupabili.
Da qui l’intervento con il decreto collegato alla legge di Bilancio 2024, che va a rivedere quanto stabilito dalla scorsa manovra, modificando la scadenza entro cui è possibile riattivare il Reddito di cittadinanza sospeso.
Più tempo per riattivare il Reddito di cittadinanza (o non perderlo)
Con le modifiche apportate dall’articolo 19 del decreto n. 145 del 2023, la disposizione contenuta nella scorsa legge di Bilancio viene così modificata:
[...] Nell’anno 2023, la misura del reddito di cittadinanza [...] è riconosciuta nel limite massimo di sette mensilità e comunque non oltre il 31 dicembre 2023. Nelle ipotesi di cui al secondo periodo, ai fini del prosieguo della percezione del Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023, i servizi sociali, entro il suddetto termine di sette mesi e comunque non oltre il 30 novembre 2023, comunicano all’INPS tramite la piattaforma GePI l’avvenuta presa in carico. Decorso tale termine in assenza della suddetta comunicazione, l’erogazione è sospesa. Il limite temporale di cui al primo periodo, nelle more della presa in carico di cui al presente comma, non si applica ai nuclei familiari che in ragione della loro caratteristiche sono stati comunque trasmessi ai servizi sociali per la presa in carico tramite la piattaforma [...] fermo restando la comunicazione della effettiva presa in carico entro il predetto termine del 30 novembre 2023.
La novità è che i servizi sociali hanno tempo fino al 30 novembre 2023 (un mese in più quindi) per comunicare l’avvenuta presa in carico e ciò vale anche per coloro a cui il Reddito di cittadinanza risulta essere già sospeso per il decorso delle 7 mensilità. In tal caso, una volta avvenuta la presa in carico, il sostegno verrà restituito.
Non cambia però la scadenza del 31 dicembre 2023, termine ultimo per beneficiare del Reddito di cittadinanza prima del passaggio all’Assegno di inclusione.
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