Il referendum Cittadinanza è stato ammesso dalla Consulta e verrà votato dagli italiani in primavera: i pro e i contro del quesito, per cosa si vota e cosa cambia se dovesse passare.
Referendum Cittadinanza: via libera da parte della Corte Costituzionale al quesito che così sarà votato, insieme ai quattro referendum sul Lavoro proposti dalla Cgil, in questa primavera con la data che dovrà ricadere nella finestra compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno.
Dopo che nei mesi scorsi sono state raccolte le firme necessarie - almeno 500.000 - il referendum Cittadinanza è stato dichiarato ammissibile dalla Consulta che, al contrario, ha bocciato quello relativo alla riforma dell’Autonomia.
Il referendum vuole ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana che, una volta ottenuta, sarebbe automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni.
A lanciare il referendum cittadinanza è stata +Europa, con il quesito che poi è stato sottoscritto anche da Pd, Possibile, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano e Rifondazione Comunista, oltre ad associazione come Italiani senza Cittadinanza, CoNNGI, Idem Network, Libera, Gruppo Abele, Società della Ragione, A Buon Diritto, ARCI, ActionAid, Oxfam Italia, Cittadinanza Attiva, Open Arms e Forum Disuguaglianze Diversità.
Questa proposta è diversa dallo ius scholae o dallo ius soli, due argomenti da tempo dibattuti dalla politica senza però - nel concreto - grandi risultati. Questa battaglia referendaria infatti riguarda le persone che risiedono legalmente in Italia da almeno 5 anni e i rispettivi figli minori (circa 2,5 milioni di persone).
Ma quali sono i pro e i contro del referendum cittadinanza? Qual è nel dettaglio il quesito? Cosa cambia se dovesse passare? Vediamo allora di dare una risposta a tutte queste domande.
Il quesito del referendum Cittadinanza
Il referendum Cittadinanza è stato presentato lo scorso 4 settembre da +Europa, venendo poi sottoscritto da diversi altri partiti e associazioni. Questo è il quesito che sarà sottoposto agli italiani.
Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: «f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.», della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza?
Referendum Cittadinanza, per cosa si vota?
Nel dettaglio si legge che la normativa in vigore stabilisce che la cittadinanza italiana possa essere concessa al cittadino straniero legalmente residente nel territorio della Repubblica da almeno 10 anni.
Il presente quesito invece propone di dimezzare tale termine, riportandolo a 5 anni, com’era previsto dalla legislazione prima del 1992 e com’è stabilito in diversi altri Stati dell’Unione europea.
Cosa cambia se il referendum Cittadinanza passa
Ai fini della concessione della cittadinanza, oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo Referendum propone di ridurre a 5 anni) resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.
Ricordiamo che per la validità della consultazione referendaria popolare è necessario che si rechino alle urne la metà degli aventi diritto al voto più uno. Se non viene superato il quorum il referendum è nulla a prescindere dal suo esito.
I pro e i contro del referendum Cittadinanza
I promotori del referendum Cittadinanza hanno spiegato che in Italia le persone in possesso di questi requisiti che potrebbero beneficiare - direttamente o indirettamente (figli minori conviventi) - dell’intervento proposto sono circa 2,5 milioni.
La concessione della cittadinanza comunque non sarebbe un automatismo. Oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo Referendum propone di ridurre a 5 anni) resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un consistente reddito, l’incensuratezza penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.
Inoltre il referendum Cittadinanza andrebbe ad allineare l’Italia alla maggioranza delle normative europee. Per esempio la Germania all’inizio del 2024 ha approvato una legge che coincide con le richieste di questo referendum e che ha stabilito il termine di 5 anni di residenza per l’ottenimento della cittadinanza.
Contro il referendum si è schierata invece la Lega, con Matteo Salvini che ha spiegato di star lavorando “alla revoca della cittadinanza per gli stranieri che commettono reati gravi”.
Sarebbe contraria anche l’associazione Mamme per la Pelle: “Ciò che stiamo firmando in questi giorni non cambierebbe di molto la legge che già abbiamo e che rimarrebbe in vigore con tutti i suoi limiti. Rimarrebbe quindi una legge rivolta agli adulti, ai maggiorenni, e non la bramata legge di cittadinanza per i bambini figli di persone straniere. Non è altro che una riduzione del termine per fare la richiesta di cittadinanza da 10 anni a 5 anni di residenza. Oltretutto lo Stato, nell’esaminare la sussistenza degli innumerevoli requisiti richiesti, impiega anche diversi anni per ciascuna pratica, vanificando la riduzione del termine”.
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