Il report settimanale della cabina di regia fa registrare un miglioramento dei dati e si intravede la fine dell’ondata causata da Omicron. Ma quali regioni saranno in zona gialla, arancione e rossa?
I dati iniziano a migliorare e l’Italia vede avvicinarsi la fine della quarta ondata di Covid dovuta alla variante Omicron. A testimoniarlo non sono solo i dati del bollettino quotidiano con la costante discesa dei nuovi casi giornalieri, ma anche il report settimanale della cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute.
Il miglioramento di alcuni parametri come i ricoveri e l’indice Rt hanno conseguenze positive anche sui nuovi colori delle regioni a partire da lunedì 7 febbraio. A passare in zona arancione c’è solo un territorio mentre c’è chi già spera di lasciare l’arancione per tornare in zona gialla. Vediamo quali sono i dati e chi sarà in zona gialla, arancione e rossa.
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I dati del report settimanale: scendono incidenza, Rt e ricoveri
Il primo dato che emerge dal report settimanale è il calo dell’incidenza: si passa dai 1823 casi ogni 100mila abitanti ai 1362 dell’ultima settimana. Scende anche l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici: è pari a 0,93. Stesso discorso per l’Rt calcolato sui ricoveri ospedalieri, oggi a 0,89.
Sui ricoveri si registra un calo sia nell’occupazione dei posti letto in terapia intensiva (14,8%, quasi il 2% in meno in sette giorni) che in area medica (29,5%, circa un punto in meno). In calo anche il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (553mila contro 652mila) e la percentuale di casi individuati attraverso il tracciamento dei contatti (dal 18% al 17%).
Sono tre le regioni classificate a rischio alto per incompletezza dei dati inviati mentre altre tre sono a rischio moderato (una, però, con alta probabilità di progressione al rischio alto). Sono 15 i territori a rischio basso.
Le regioni in zona gialla e arancione oggi
Attualmente quasi tutta Italia è in zona gialla. In arancione troviamo Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Sicilia e Valle d’Aosta. In zona bianca resistono solamente Basilicata, Molise e Umbria. Ricordiamo che si passa in zona gialla con il 10% di posti letto occupati in terapia intensiva e il 15% in area medica; in arancione con il 20% e il 30% e in rosso con il 30% e il 40%. Ricordiamo che il sistema dei colori verrà presto sorpassato in parte con la zona rossa che prevederà restrizioni solamente per i non vaccinati.
I dati dei ricoveri regione per regione
Andiamo quindi a vedere gli ultimi dati Agenas, aggiornati al 3 febbraio, sui ricoveri in terapia intensiva e in area medica regione per regione, ricordando che in alcuni casi l’occupazione risulta più alta di quella reale perché non sono stati comunicati i posti letto aggiuntivi:
- Abruzzo: 17% intensive 36% area medica
- Basilicata: 5% intensive 26% area medica
- Calabria: 11% intensive 37% area medica
- Campania: 10% intensive 30% area medica
- Emilia-Romagna: 17% intensive 28% area medica
- Friuli Venezia Giulia: 21% intensive 39% area medica
- Lazio: 20% intensive 33% area medica
- Liguria: 13% intensive 38% area medica
- Lombardia: 12% intensive 28% area medica
- Marche: 21% intensive 33% area medica
- Molise: 5% intensive 23% area medica
- Bolzano: 11% intensive 23% area medica
- Trento: 24% intensive 30% area medica
- Piemonte: 18% intensive 29% area medica
- Puglia: 12% intensive 23% area medica
- Sardegna: 15% intensive 23% area medica
- Sicilia: 16% intensive 38% area medica
- Toscana: 17% intensive 27% area medica
- Umbria: 10% intensive 33% area medica (entrambi dati da zona gialla)
- Valle d’Aosta: 15% intensive 34% area medica (dato da zona rossa)
- Veneto: 14% intensive 25% area medica.
Quali regioni rischiano la zona gialla, arancione e rossa
Per la settimana che partirà dal 7 febbraio l’unica regione che passerà a una zona di maggior rischio - in questo caso l’arancione - sono le Marche: si registrano valori superiori alle due soglie limite. Il passaggio in arancione è stato confermato anche dall’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza. Al contrario l’Abruzzo spera di poter lasciare la zona arancione e tornare in giallo presto considerando il dato sulle intensive ormai al di sotto della soglia.
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Sperano - per lo stesso motivo - anche Piemonte, Sicilia e Valle d’Aosta: il passaggio in giallo, però, non dovrebbe avvenire subito ma nelle settimane successive. Il Friuli-Venezia Giulia e la Provincia autonoma di Trento sono invece i territori con i dati più preoccupanti e meno lontani dalla zona rossa: c’è ancora margine e il trend è meno negativo che in passato, ma il rischio di zona rossa non può ancora essere scongiurato.
Per quanto riguarda i passaggi più immediati (ma non dal 7 febbraio) vanno tenute d’occhio due regioni che sembrano comunque poter evitare la retrocessione in una fascia di maggior rischio. I dati Agenas di Lazio e Umbria sembrano indicare il rischio di zona arancione per l’una e gialla per l’altra, ma in realtà le cifre comunicate alla cabina di regia sono inferiori e permettono di evitare il passaggio in una zona diversa da quella attuale.
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