Rendimenti intorno al 3% all’asta dei Buoni Ordinari del Tesoro con vita residua a 5 mesi

Stefano Vozza

30 Ottobre 2024 - 17:59

I recenti sussulti dei rendimenti sui titoli di Stato hanno condizionato gli esiti delle ultime aste sovrane, inclusi i BOT emessi martedì 29.

Rendimenti intorno al 3% all’asta dei Buoni Ordinari del Tesoro con vita residua a 5 mesi

Per gli investitori in titoli di Stato nazionali la settimana è stata segnata dalle ultime aste del mese del MEF. Un appuntamento seguito per capire le dinamiche e i trend dei rendimenti sui relativi bond sovrani. Mentre quello di lungo sembra impostato al lento e costante ribasso, almeno nel futuro prossimo, altrettanto non vale per quello di breve.

Qui le macro dinamiche del momento possono essere in grado di spostare (in genere) di decimali i rendimenti netti a scadenza.

Si tratta di “poca cosa”? Non sempre, fermo restando che tutto è relativo. Primo, a parità di rischio, emittente e durata è sempre meglio avere il prodotto più redditizio. Secondo, per chi movimenta grossi capitali e/o opera in ottica di brevissimo periodo possono bastare piccoli movimenti per generare robusti gain o grosse perdite.

Vediamo come sono andate le aste in settimana. Anticipiamo solo che si sono avuti rendimenti intorno al 3% all’asta dei Buoni del Tesoro con vita residua a 5 mesi.

I risultati delle aste dei BOT del Tesoro del 29 ottobre

Partiamo dal BOT a 6 mesi con ISIN IT0005614182, emesso il 30 settembre e con vita residua a 5 mesi (scadenza: 31/03/2025). L’ammontare offerto della 3° tranche, pari a 1,5 miliardi di €, è andato integralmente sottoscritto (rapporto di copertura: 1,69). Al termine delle procedure il prezzo di aggiudicazione è stato di 98,756 centesimi, per un rendimento lordo di aggiudicazione del 3,003%. All’asta precedente dello stesso BOT, quella del 30 settembre, il rendimento esitato a fine asta fu del 3,112%.

Il secondo Buono del Tesoro emesso nella stessa giornata del 29 è stato il BOT a 12 mesi (vita residua: 5 mesi) con codice ISIN IT0005592370. Il bond ha data emissione e scadenza pari a, nell’ordine, 12/04/2024 e 14/04/2025, mentre la durata in giorni della 3° tranche di martedì è di 165. Anche in questo caso lì’ammontare complessivo offerto di 1,75 miliardi di € è andato sottoscritto (rapporto di copertura: 1,58) al prezzo medio ponderato finale (di aggiudicazione) di 98.660 centesimi. Ne deriva, quindi, che il rendimento lordo di aggiudicazione in questo caso è stato del 2,964%.
Per entrambi i titoli la data di regolamento sarà quella di giovedì 31 ottobre.

Rendimenti intorno al 3% all’asta dei Buoni Ordinari del Tesoro con vita residua a 5 mesi

Il BOT ha punti in comune con il più noto BTP, come ad esempio l’avere lo stesso emittente e la stessa garanzia sovrana (lo Stato Italiano). Tuttavia, presenta caratteristiche precipue, tipo la durata e l’assenza di cedola (c.d. zero coupon bond), che lo rendono adatto a particolari profili di investitori. Di chi si tratta?

Essenzialmente a chi a capitali di una certa consistenza da parcheggiare a breve o brevissimo termine.
La breve durata perché non ha senso esporsi alle intemperie del medio lungo termine quando i capitali servono in tempi ragionevolmente brevi. Il BOT ha infatti scadenze racchiuse entro i 12 mesi, e con l’approssimarsi dei termini il mercato lo porta verso il suo valore di rimborso finale, 100. Inoltre serve un prodotto “sicuro”, almeno in teoria e nel senso doppio del termine. Da un lato, che non subisca forti oscillazioni di prezzo o che non ne subisca proprio. Dall’altro, che l’emittente offra un elevato livello di garanzia sul capitale investito, come lo è quella dello Stato Italiano (anche se i rating non sono poi da primo della classe).

Infine c’è il rapporto costi/incassi. Al momento il BOT conserva ancora rendimenti positivi, mentre a inizio decennio i suoi ritorni erano negativi su tutte le durate residue. Quanto ai costi, se è vero che i rendimenti sono positivi lo sono anche le spese, sia quelle fiscali che quelle bancarie. Per cui per non incappare in un saldo assoluto finale nullo o negativo è auspicabile movimentare un capitale almeno capace a ripagarsi le inevitabili spese vive.

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