Revisione aliquote Irpef, qual è l’unica ipotesi che avvantaggerebbe tutti?

Patrizia Del Pidio

16/06/2023

La revisione delle aliquote Irpef potrebbe portare vantaggi o svantaggi per alcune fasce di reddito. Solo un’ipotesi non scontenterebbe nessuno, vediamo qual è.

Revisione aliquote Irpef, qual è l’unica ipotesi che avvantaggerebbe tutti?

Il Governo, per arrivare all’aliquota unica partirà già dal prossimo anno, con la riforma fiscale, a ridurre scaglioni di reddito e aliquote Irpef. Si dovrebbe passare dalle attuali quattro aliquote per quattro scaglioni di reddito a tre. Ma ancora non si sa come saranno cambiate le fasce di reddito e la percentuale di tassazione visto che le ipotesi di modifica sono ancora al vaglio.

Le simulazioni fatte fino a ora, però, evidenziano che in alcuni casi sarebbero svantaggiati i redditi più bassi dalle modifiche apportate con la revisione, mentre in altri a pagare di più sarebbero i redditi medi. Solo una delle tante ipotesi accontenterebbe tutti non andando a penalizzare nessuno.

Le attuali aliquote Irpef

Attualmente, come abbiamo detto, l’Irpef viene pagata su quattro scaglioni di reddito su cui sono applicate quattro diverse aliquote percentuali e per la precisione:

  • per redditi fino a 15.000 euro si applica l’aliquota del 23%;
  • per redditi tra 15.000 e 28.000 euro si applica l’aliquota del 25%;
  • per redditi tra 28.000 e 50.000 euro si applica l’aliquota del 35%;
  • per redditi oltre i 50.000 euro si applica l’aliquota del 43%.

Quali sono le ipotesi di revisione delle aliquote Irpef?

Come detto ce ne sono molteplici, non essendosi, il Governo, ancora espresso al riguardo.
Una di queste ipotesi vorrebbe l’applicazione delle seguenti aliquote Irpef:

  • per redditi fino a 15.000 euro aliquota del 23%;
  • per redditi tra 15.000 e 50.000 euro aliquota del 27%;
  • per redditi superiori a 50.000 euro aliquota al 43%.

Ciò che salta subito all’occhio in questa ipotesi è che prima e terza aliquota rimarrebbero invariate come le attuali prima e quarta. Mentre la seconda e la terza verrebbero accorpate in un’unica aliquota che andrebbe a penalizzare i redditi tra 15.000 e 28.000 euro (che pagherebbero 2 punti percentuali in più) avvantaggiando, al tempo stesso i redditi tra 28.000 e 50.000 (che pagherebbero 7 punti percentuali in meno). Un’ipotesi, quindi, che porterebbe vantaggi ai redditi medio alti portando penalizzazione a quelli medio bassi.

Un’altra ipotesi vorrebbe scaglioni e aliquote così determinate:

  • per redditi fino a 15.000 euro aliquota del 23%;
  • per redditi tra 15.000 e 75.000 euro aliquota del 27%;
  • per redditi oltre i 75.000 aliquota del 43%.

Questa sembra essere una delle ipotesi meno realizzabili poiché oltre a penalizzare i redditi tra 15.000 e 28.000 euro porta un netto vantaggio ai redditi superiori a tale limite e fino a 75mila euro. E farebbe anche perdere, in parte, anche la progressività che ha sempre caratterizzato l’Irpef ponendo sullo stesso piano redditi da 15.001 euro e redditi da, ad esempio, 74.000 euro.

Riducendo la tassazione ai redditi più alti e penalizzando i redditi medio bassi, infatti, non si otterrebbe chissà quale risultato per le casse dello Stato, ma si provocherebbe solo l’indignazione dei lavoratori.

Privilegiare i redditi bassi potrebbe essere un’idea?

Un’altra ipotesi tende a privilegiare i redditi bassi abbassando la tassazione proprio per questi ultimi. L’idea è quella di accorpare i primi due scaglioni di reddito e procedere in questo modo:

  • per redditi fino a 28.000 euro aliquota del 23%;
  • per redditi tra 28.000 e 50.000 euro aliquota del 35%;
  • per redditi superiori ai 50.000 euro aliquota del 43%.

Tra le tante, questa sembrerebbe l’ipotesi più equa visto che va a ridurre la pressione fiscale proprio laddove i redditi sono più bassi lasciano invariate gli ultimi due scaglioni con relative aliquote.

Ma c’è un’ipotesi che accontenta tutti

C’è, però, una proposta di revisione che accontenterebbe tutti perché tutte le fasce di reddito sarebbero avvantaggiate (tranne coloro che percepiscono redditi fino a 15.000 euro) e prevede:

  • per redditi fino a 28.000 euro aliquota al 23%;
  • per redditi tra 28.000 e 50.000 aliquota al 33% (2 punti percentuali più bassa rispetto ad ora);
  • per redditi superiori a 50.000 aliquota al 43%.

Il primo scaglione beneficerebbe di una riduzione di 2 punti percentuali ma solo per redditi compresi tra i 15.000 e i 28.000 euro, mentre il secondo scaglione subirebbe una riduzione di 2 punti percentuali.

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