Riforma Irpef: parte il lavoro in Commissione Finanze Camera e Senato, con l’avvio l’11 gennaio 2021 del ciclo di audizioni. Base imponibile unica, flat tax o aliquota alla tedesca sono i tre sistemi analizzati dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.
Riforma dell’Irpef, si parte con l’avvio delle audizioni delle Commissioni Finanze di Camera e Senato.
Ha preso il via l’11 gennaio 2021 l’indagine conoscitiva del Parlamento, e accanto a Bankitalia, a prender parola è il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.
Dalla base imponibile unica, con l’addio ai regimi sostitutivi di tassazione vigenti, alla flat tax, particolarmente costosa ma via utile per la semplificazione, fino all’aliquota alla tedesca, calcolata da un algoritmo sulla base del reddito del dichiarante, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate analizza tre ipotesi.
Nell’ambito della riforma fiscale, Ruffini rilancia poi la proposta della tassazione per cassa per le partite IVA, che consentirebbe di estendere la dichiarazione precompilata anche alle partite IVA.
Riforma Irpef: base imponibile unica, flat tax o aliquota alla tedesca, le tre ipotesi Ruffini
L’Irpef grava su circa 41 milioni di contribuenti, per un totale di 880 miliardi di euro. Il gettito Irpef per l’Erario ammonta a 194 miliardi di euro annui, a fronte di entrate fiscali complessive di 482 miliardi di euro.
Sono questi i primi dati presentati dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nell’audizione dell’11 gennaio 2021.
La distribuzione dell’Irpef è molto schiacciata verso il basso, il reddito di metà dei contribuenti non supera i 16.000 euro circa e solo lo 0,1% di questi dichiara più di 300.000 euro.
Arrivati ormai al 50° anniversario dell’Irpef, l’opinione condivisa è che sia arrivato il tempo di una profonda riforma, che punti a maggiore organicità, semplicità, trasparenza ed equità.
Sono tre le formule proposte ed analizzate dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate.
Rientra nell’ambito della riforma Irpef la possibilità di una base imponibile onnicomprensiva, anche con l’introduzione di un minimo esente (no tax area). In luogo delle detrazioni fiscali, ed in virtù del principio di semplificazione e trasparenza, a tutte le famiglie potrebbe essere riconosciuto un reddito minimo esente variabile e su base familiare, ragguagliato al reddito minimo di sussistenza.
La progressività sarebbe garantita con scaglioni ed aliquote d’imposta, con una maggior articolazione per contenere il costo della riforma.
Il reddito minimo esente potrebbe essere accompagnato all’introduzione dell’imposta negativa per soggetti attivi ma titolari di redditi modesti, complementare a forme di sostegno al reddito.
C’è poi la flat tax, sulla quale Ruffini afferma che potrebbe essere una soluzione in termini di trasparenza se abbracciasse tutti i redditi, con base imponibile ampia, e con un solo minimo esente al posto delle varie detrazioni fiscali.
A garantire la progressività sarebbero le deduzioni ed il minimo esente.
Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate analizza poi il sistema ad aliquota continua, l’Irpef alla tedesca. L’imposta lorda sarebbe in tal caso calcolata per ogni tipo di reddito. Non quindi diverse aliquote e scaglioni, ma una tassazione determinata da un algoritmo, con un’imposta super personalizzata e graduata.
Riforma Irpef: tassazione per cassa per le partite IVA, Ruffini rilancia
Non poteva mancare, nella relazione del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, un richiamo alla proposta di introdurre un sistema di tassazione per cassa per i titolari di partita IVA, supportata fortemente da Ruffini.
“Il legislatore”, afferma, “deve individuare cosa può favorire crescita economica” e molti individuano tale fattore negli investimenti. Il Direttore evidenzia quindi che sarebbe opportuno vagliare la possibilità di consentire la deducibilità totale di alcuni investimenti, al posto degli ammortamenti.
Il sistema per cassa potrebbe basarsi su i dati derivanti da altri adempimenti, e grazie ad un processo che abbini ai pagamenti IVA mensili e trimestrali anche quelli dell’Irpef. Un passo che, rimarca Ruffini, consentirebbe di estendere la dichiarazione precompilata anche alle partite IVA.
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