Meno Irpef in cambio di meno bonus e detrazioni, questa la rivoluzione che ha in mente il Governo per la riforma fiscale 2024.
La riforma più importante da realizzare per ogni governo è quella fiscale e il governo Meloni non fa eccezione facendo della riforma fiscale la sua priorità a cui sta lavorando da mesi il vice ministro all’Economia Maurizio Leo. Le ambizioni sono alte e si vuole stravolgere il sistema fiscale italiano fino in fondo, con l’obiettivo finale di giungere, con il tempo, ad un’aliquota Irpef unica. Laflat tax per tutti.
La riforma fiscale, quindi, si realizzerà in diversi step e quello a cui assisteremo quest’anno sarà solo un primo passo verso il traguardo vero e proprio.
Il primo passo della riforma fiscale
Il primo step sarà quello di passare dalle attuali quattro aliquote Irpef, con rispettivi quattro scaglioni, a tre. Un’idea potrebbe essere quella di fissare il primo scaglione al 15%, per equipararlo alle partite Iva che utilizzano la flat tax del regime forfettario. In questo modo non ci sarebbe più alcuna differenza tra autonomi, pensionati e lavoratori dipendenti (ed il regime forfettario, probabilmente, avrebbe meno ragione di esistere).
Tutti avrebbero le stesse regole e le stesse detrazioni ma soprattutto le stesse aliquote. Questa non sarebbe una cattiva scelta e soprattutto non sarebbe neanche di difficile realizzazione nella strutturazione dell’imposta. Ma come sempre il problema è rappresentato dalle risorse finanziarie.
Tagliare l’Irpef ha un costo
Ridurre le aliquote Irpef ha un costo, e ridurre il primo scaglione di 8 punti percentuali costerebbe davvero tanto. E quello che il governo Meloni vuole evitare a tutti i costi è di realizzare una riforma fiscale che resti inattuata per mancanza di coperture finanziarie.
Per questo motivo l’esecutivo si vuole preparare bene alla riforma e vuole arrivarci con le casse che permettano, nella prossima Legge di bilancio, un primo taglio dell’Irpef, anche se non è facile.
Come riuscire in questo compito? Tagliando le spese, ovviamente. E le prime spese che verranno ritoccate sono quelle che riguardano le detrazioni fiscali, ovvero gli sconti concessi dal Fisco sull’imposta che il contribuente paga.
In Italia troppi bonus
L’Italia ha sicuramente troppi bonus. C’è un bonus per ogni cosa e se si escludono quelli edilizi abbiamo un bonus per lo psicologo, uno per gli affitti, uno per i mobili, un altr per l’acqua potabile, altri bonus per gli animali domestici solo per fare qualche esempio.
Se si vuole fare un taglio delle aliquote Irpef questi aiuti, che certamente hanno la loro utilità, andranno limitati se non, addirittura, cancellati.
Ed un primo passo il governo già l’ha fatto mettendo un freno ai bonus edilizi dando lo stop, il 16 febbraio, alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura. Il taglio era necessario perché ormai la spesa per questa tipologia di bonus era fuori controllo e serviva per aprire spazi finanziari necessari alla riforma del Fisco.
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Ma per la riforma che ha in mente l’esecutivo questo potrebbe non bastare e si potrebbero andare a toccare anche gli sconti fiscali al 19%.
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