Per riconoscere la lavoratore dipendente il rimborso della spesa per le bollette delle utenze domestiche la dichiarazione deve essere accompagnata da firma autenticata? Vediamo i chiarimenti dell’Ade.
Per il rimborso delle utenze domestiche, che rientra nei fringe benefit 2024, è necessaria la firma autenticata sulla dichiarazione del dipendente? A rispondere all’interrogativo è l’Agenzia delle Entrate con la risposta a Interpello n.17 dello scorso 31 gennaio. L’Agenzia nel documento analizza il quadro normativo vigente e fornisce importanti chiarimenti sulle formalità che sono necessarie per il rimborso delle utenze domestiche.
Il rilascio della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, che può essere acquisita direttamente da datore di lavoro, ma deve essere accompagnato da una copia di un documento di riconoscimento in corso di validità.
Il rimborso delle utenze domestiche ai dipendenti
La Legge di Bilancio 2024 ha previsto, solo per il periodo di imposta 2024, che tra i benefici riconosciuti dall’articolo 51, comma 3 del Tuir rientri anche, fino al limite massimo di 1.000 euro (2.000 euro o lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico), il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti oltre che somme erogate e rimborsate agli stessi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche.
Il datore di lavoro, quindi, poteva erogare sotto forma di fringe benefit un rimborso, nel limite di 1.000 o 2.000 euro, al dipendente per le bollette pagate per:
- servizio idrico;
- energia elettrica;
- gas naturale;
- affitto della prima casa;
- interessi sul mutuo prima casa.
Tali somme, come gli altri fringe benefit nei limiti stabiliti dalla Legge, non concorrono alla formazione del reddito imponibile.
Il quesito e l’autocertificazione
Nell’Interpello si illustra il caso specifico di una società che chiede all’Agenzia di chiarire le formalità necessarie per il rimborso delle utenze domestiche sostenute dai dipendenti e che rientrano nei fringe benefit ai sensi del comma 3 dell’articolo 51 del Tuir.
Per il 2024, infatti, la Legge di Bilancio 2024 ha esteso a soglia dei fringe benefit prevedendo anche la possibilità che il datore di lavoro possa rimborsare al dipendente le spese sostenute per le utenze domestiche della propria abitazione fino a un massimo di 1.000 euro, importo elevato a 2.000 euro se il lavoratore ha figli.
Il dubbio nasce sulla dichiarazione che il dipendente deve presentare per ottenere il rimborso e se su essa sia necessaria o meno la sottoscrizione autenticata. La dichiarazione, essendo destinata all’Agenzia delle Entrate, infatti, potrebbe richiedere, secondo il richiedente, solo la sottoscrizione da parte del dipendente, e non anche l’autenticazione notarile della firma.
Il parere dell’Agenzia delle Entrate sulla dichiarazione
L’Agenzia delle Entrate nel rispondere all’Interpello chiarisce che la dichiarazione può essere acquisita dal datore di lavoro, senza la presenza di un notaio o altra documentazione ufficiale. Il dipendente deve apporre la firma originale in presenza del datore di lavoro e la dichiarazione deve essere accompagnata dalla copia di un documento di identità. L’autenticazione della firma, quindi, non è necessaria.
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