Rinnovo contratto metalmeccanici, è partita la trattativa sul nuovo CCNL 2020: tra i punti centrarli vi sono l’aumento di stipendio richiesto dai sindacati, pari a 153 euro lordi, e magiori tutele e diritti. Ecco tutte le ultime novità.
Rinnovo contratto metalmeccanici, è partita la trattativa. I sindacati, per il CCNL 2020-2022, chiedono a Federmeccanica-Assistal un aumento degli stipendi pari almeno a 153 euro e un’attenzione maggiore a diritti e tutele per i lavoratori del comparto.
Il primo incontro per il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici, applicato a circa 1.500.000 lavoratori, si è tenuto il 5 novembre 2019 presso la suggestiva cornice del CNEL. Già fissate le date dei prossimi incontri, il 27 novembre ed il 10 dicembre.
Alla base delle richieste avanzate dai sindacati vi è quanto indicato nella piattaforma unitaria, approvata da oltre 400.000 lavoratori del comparto. Per i sindacati, il nuovo CCNL dovrà partire dalla necessità di migliorare le retribuzioni di tutti gli addetti, così come migliorarne le condizioni occupazionali.
Quello che chiedono i sindacati, però, non sono solo stipendi più alti: dal rinnovo del contratto metalmeccanici per il 2020 e fino al 2022 si attendono maggiori misure volte a favorire la formazione dei lavoratori nonché la sicurezza sul lavoro.
Vediamo quindi tutte le ultime novità previste ed attese dal nuovo CCNL metalmeccanici.
Rinnovo contratto metalmeccanici, aumento stipendi e diritti al centro del nuovo CCNL
La trattativa tra sindacati e Federmeccanica-Assistal si presenta particolarmente complicata, considerando le richieste avanzate e contenute nella piattaforma unitaria approvata dai lavoratori. I sindacati Fiom, Uilm e Fim si presentano compatti dopo il primo incontro del 5 novembre 2019.
Sono tre i punti al centro delle richieste sul nuovo CCNL Metalmeccanici: un aumento degli stipendi, lotta alla precarietà, e maggiore attenzione alla formazione. Insomma, ridare dignità ai lavoratori, soprattutto in uno dei settori maggiormente colpito dalla crisi economica degli ultimi anni.
In merito al primo punto, ovvero alla richiesta di aumento degli stipendi, la richiesta dei sindacati è che si arrivi ad un minimo di 8% di retribuzione in più, ovvero 153 euro, una somma che le imprese ritengono insostenibile.
I sindacati però non sembrano intenzionati ad arretrare. Se già il contratto siglato nel 2018 è stato un importante passo in avanti, sia per la tutela dei salari minimi che nel campo delle misure di welfare per i lavoratori del settore, l’obiettivo è ora quello di garantire maggiore potere d’acquisto ad una grossa fetta di lavoratori dipendenti italiani.
Le richieste della piattaforma sul nuovo contratto per i lavoratori metalmeccanici partono dalla situazione italiana e, come dichiarato da Fim, Fiom e Uilm:
“Con il precedente contratto abbiamo tutelato i salari minimi, rispetto all’Ipca, ma i nostri salari restano mediamente tra i più bassi d’Europa anche perché non c’è mai stata una reale redistribuzione della produttività attraverso il salario di secondo livello, che oggi interessa appena il 37% delle imprese del settore e della ricchezza prodotta. Per questo i sindacati chiedono un aumento dei minimi pari all’8%, per dare una risposta al problema dei bassi salari, applicando quanto previsto dal Patto per la Fabbrica”.
Non solo. Le novità richieste dai sindacati sono tante, e tra queste vi è il riconoscimento dell’elemento perequativo per la mancata contrattazione di secondo livello. A pagare saranno tutte le imprese che non contrattano con i sindacati quote di salario aggiuntivo, e che quindi non redistribuiscono produttività e ricchezza.
Non solo stipendi: formazione e sicurezza al centro del rinnovo CCNL metalmeccanici 2020
Non ci sono soltanto le retribuzioni al centro delle richieste dei sindacati impegnati nel rinnovo del CCNL metalmeccanici per il 2020. Formazione, sicurezza, miglioramento delle condizioni occupazionali e maggiori diritti sono alcuni dei punti che uniscono Fiom, Uim e Uilm.
Tra le novità, le parti sociali puntano a maggiori tutele su ambiente, salute e sicurezza sul lavoro. Necessario è poi puntare sulla formazione, anche considerando il passaggio a logiche produttive nuove, per le quali l’Italia necessità di farsi trovare pronta nello scenario industriale internazionale.
Dal nuovo CCNL metalmeccanici i sindacati poi chiedono una revisione dell’inquadramento professionale, fermo al 1973.
Un piano variegato, che tuttavia non trova d’accordo Federmeccanica-Assital, che punta ad un rinnovo che confermi i diritti e le tutele introdotte con il contratto siglato a fine 2016, ed ormai vicino alla scadenza.
La trattativa si presenta quindi particolarmente complessa, e per ulteriori novità sarà necessario attendere l’esito del secondo incontro, in programma il prossimo 27 novembre 2019.
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