È valido un documento senza data?

Simone Micocci

7 Aprile 2025 - 11:02

Cosa succede quando un documento è senza data: quando è valido e quando può essere contestato.

È valido un documento senza data?

La data è un elemento fondamentale di diversi atti e contratti, molti dei quali non sono validi in sua mancanza.

Nonostante ciò, è proprio la parte che per fretta o distrazione si tende più spesso a sottovalutare, indicandola in maniera errata o non menzionandola affatto.

Non a caso, una domanda ricorrente dei cittadini riguarda proprio la validità dei documenti senza data, legata ai timori più disparati. La risposta, ovviamente, cambia a seconda del documento interessato. In linea generale, la data pregiudica la validità del documento soltanto quando rappresenta una componente essenziale dello stesso, ma approfondiamo le regole generali e addentriamoci nello specifico per i documenti più comuni.

È valido un documento senza data?

In modo del tutto generico, un documento senza data è valido in tutto e per tutto, a meno che la legge non prescriva diversamente o richieda addirittura una data certa.

Quest’ultima non può essere attribuita con la sola indicazione nel documento, ma deve essere comprovata dall’attestazione di un pubblico ufficiale, dai sistemi di marca temporale (come la raccomandata a/r e la pec) o da altri sistemi di certificazione riconosciuti, compresa l’autentica delle firme. In alcuni casi, oltretutto, la data deve necessariamente essere certificata da un’autorità pubblica o da un’organizzazione riconosciuta dalle autorità. Ciò riguarda principalmente i documenti di natura fiscale o giuridica, in genere quei documenti per i quali è anche necessario recarsi dal notaio, come una donazione immobiliare o che supera il modico valore.

La data indicata senza elementi di certificazione è più che sufficiente nell’uso comune dei documenti, soprattutto quando le parti interessate dagli stessi sono concordi. Il problema, infatti, sorge quando manca l’accordo sul momento di sottoscrizione del documento. Prendiamo come esempio una scrittura privata con data mancante. Quest’ultimo non rappresenta un problema per la validità della scrittura privata, ma lo diventa dal momento in cui una delle parti ne contesta la collocazione temporale. È però bene sapere che quest’ultima può essere provata con diversi mezzi, come confermato dalla giurisprudenza della Cassazione, compreso il ricorso ai testimoni.

Quando la data nel documento è obbligatoria

L’indicazione della data all’interno del documento è un presupposto di validità soltanto quando espressamente richiesto dalla legge. Ciò riguarda per esempio il testamento olografo, nonché i documenti di riconoscimento e in generale tutti quei contratti per cui viene richiesto in modo specifico il rispetto di una determinata forma.

In particolare, il Codice civile individua alcuni contratti che devono necessariamente essere stipulati in forma scritta, senza per esempio poterli concordare verbalmente. Di questi contratti, tuttavia, soltanto alcuni richiedono l’atto pubblico mentre per gli altri è più che sufficiente la scrittura privata. Chi deve compiere un trasferimento immobiliare, per esempio, necessita dell’atto pubblico con partecipazione del notaio. Di conseguenza, il trasferimento operato con scrittura privata non è valido a prescindere, indipendentemente dalla data.

Ciò riguarda gli atti costitutivi di:

  • società o associazioni con cui si conferiscono diritti immobiliari per più di 9 anni o godimento di immobili;
  • consorzio;
  • s.p.a., s.a.p.a., s.r.l.;
  • cooperativa e di mutua assicuratrice;
  • associazione o fondazione da riconoscere;
  • donazione immobiliare oppure oltre il modico valore;
  • convenzione matrimoniale.

Altrimenti, se la legge ritiene sufficiente la scrittura privata, la data non è necessariamente un vizio del contratto. Il documento senza data è però facilmente esposto alle contestazioni e nel peggiore dei casi annullabile. Ciò riguarda i documenti per i quali è necessaria la forma scritta, che comprendono:

  • assunzione di un lavoratore in prova;
  • vendita di mobili registrati;
  • locazione immobiliare;
  • contratti con la Pubblica amministrazione;
  • rendite perpetue o vitalizie (fatta eccezione per le rendite dello Stato);
  • subfornitura;
  • transazione di rapporti giuridici.

In questi casi è richiesta la scrittura privata, valida anche in assenza di data ma contestabile. Questo elemento risulta preoccupante quando il momento di sottoscrizione del documento è rilevante o addirittura fondamentale per il contenuto dello scritto, che quindi potrebbe perdere validità.

L’assenza della data può per esempio concorrere a disconoscere l’intero documento, come pure non risultare rilevante se la collocazione temporale non è determinante per le finalità del contratto. In sintesi, un documento senza data è valido se la legge non pretende la stessa o l’atto pubblico. Le contestazioni possono riguardare esclusivamente la collocazione temporale e non l’intero contenuto o l’impegno preso dalle parti. Il documento non è valido quando la data è una caratteristica fondamentale, ammesso che ciò sia contestato in giudizio.

Argomenti

# Firma

Iscriviti a Money.it