Il risarcimento per gli anni di precariato in Sanità è legittimo: il SSN non può rinnovare contratti a termine all’infinito. La Sentenza del Tribunale di Ancona mette un punto sull’abuso.
Il precariato può dare diritto ad un risarcimento grazie alla recente Sentenza del Tribunale del Lavoro di Ancona, in quanto sono sempre di più i presidi del SSN a far uso di rinnovi infiniti di contratti a tempo determinato.
L’abuso di contratti a termine genera giuridicamente una perdita di chance per infermieri, medici e operatori della Sanità coinvolti, per questo motivo la Corte ha accettato proprio in questo giugno 2017 il ricorso dei lavoratori.
Reiterare i contratti a tempo determinato con proroghe di più di 3 anni viola l’Art. 36 del Decreto Legislativo 168/2001, che prevede l’uso di contratti a termine solo per esigenze temporanee ed eccezionali.
Il risarcimento per i precari della Sanità è perciò più che legittimo, gli infermieri coinvolti nella Asur Ancona dovrebbero infatti partecipare ad un concorso e passare a tempo indeterminato, dato che la carenza cronica del personale del SSN non può risolversi in altro modo.
Vediamo cosa sancisce la Sentenza della Corte di Ancona e quali possono essere i vantaggi per gli infermieri e operatori sanitari di tutto il SSN a partire da questa pronuncia.
Contratti a tempo determinato: l’abuso porta al risarcimento
Il precariato cui sono stati obbligati gli infermieri della Asur di Ancona, come molto spesso avviene anche in altri presidi del SSN, crea i presupposti di un risarcimento in quanto secondo il Decreto Legislativo 168/2001 i contratti a termine non possono essere sottoposti a proroghe per più di 3 anni.
L’abuso di contratti a termine è come sappiamo un sistema di sfruttamento della situazione emergenziale, in quanto secondo il Diritto del Lavoro la proroga dei contratti a termine può essere utilizzata per mero bisogno ed esigenze eccezionali.
L’abuso genera non soltanto un circolo vizioso dove il contenimento della spesa pubblica diviene strumento di sfruttamento dei lavoratori, soprattutto a fronte delle differenze contrattuali tra un infermiere a tempo indeterminato e uno a tempo determinato, ma anche uno stress aggiuntivo per il SSN.
Il risarcimento del precariato: si quantifica il tempo eccedente
Per la Corte di Ancona il risarcimento è dunque legittimo a fronte della condotta impropria dell’Asur marchigiano: il precariato potrà dunque essere risarcito tramite computo dell’anzianità dei lavoratori coinvolti.
La Sentenza del Tribunale di Ancona è di assoluta rilevanza per gli infermieri ed i lavoratori del SSN, in quanto si impone come precedente per la difesa dei diritti di tutti i lavoratori della Sanità imprigionati in rinnovi di contratti a termine.
Il risarcimento è inoltre dovuto dalla cosiddetta perdita di chance da parte degli infermieri, in quanto il mancato raggiungimento del traguardo contrattuale del tempo indeterminato è stato determinato da scelte della PA, quindi conseguenze della cattiva organizzazione del SSN.
La Sentenza mette un punto sull’abuso di rinnovo dei contratti, ma sono molti i casi di illegittimità riguardo al lavoro degli infermieri, si pensi alle doppie notti o alla pronta disponibilità senza riposo.
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