Tutti i rischi del nuovo Codice degli appalti: lavori troppo veloci e possibili infiltrazioni criminali?

Giacomo Andreoli

30/03/2023

Secondo Giuseppe Busia, presidente dell’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, con il nuovo codice degli appalti si rischiano lavori troppo veloci e minore qualità delle infrastrutture.

Tutti i rischi del nuovo Codice degli appalti: lavori troppo veloci e possibili infiltrazioni criminali?

Il nuovo Codice degli appalti varato dal governo Meloni e fortemente voluto in particolare dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, spaventa fortemente l’Anac. In un’intervista al quotidiano Repubblica il presidente Giuseppe Busia, numero uno dell’Autorità nazionale anticorruzione, parla di possibili lavori troppo veloci e minore qualità delle infrastrutture realizzate.

Per Busia, infatti, il vero problema italiano non sono solo i tempi di realizzazione degli edifici e delle strade, ma anche e soprattutto il modo in cui le opere vengono realizzate. “Concentrarsi solo sulla velocità - spiega - rischia di andare a discapito di trasparenza, concorrenza, tutele dei lavoratori e in definitiva della qualità delle opere pubbliche”.

Nuovo Codice degli appalti, Lega contro il presidente Anac

Le critiche scatenano l’ira della Lega. Secondo Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali del partito, le dichiarazioni del presidente dell’Autorità sono “gravi, inqualificabili e disinformate. Se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo: Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile”.

Viste le polemiche Busia ha chiarito che non c’è nessuna intenzione di criticare i sondaci. Fonti del ministero delle Infrastrutture parlano di “grande soddisfazione e sollievo per l’evidente correzione di rotta del presidente Anac che ora ha definito i sindaci eroi da ammirare”.

Dal Mit evidenziano che i contatti tra Salvini e Busia “non sono mai venuti meno, nemmeno nelle ultime ore”. Il ministro, dicono, “non si sottrae al confronto costruttivo per il bene del Paese e al fianco degli amministratori locali”. Tra Salvini e Busia, quindi, c’è stato un chiarimento.

Nuovo Codice degli appalti, perché l’Anac è contrario

L’Anac comunque chiede al governo Meloni di correggere il Codice degli appalti, criticando in maniera esclusivamente tecnica la “deregulation” celebrata dal ministro Salvini. Il punto principale, per Busia, è che le regole anticorruzione rimangono sì del tutto valide, ma si modificano le soglie, così da applicarle in sostanza a una minima parte degli appalti. In questo modo, quindi, le regole verrebbero de facto “svuotate.

Il Codice - attacca - trasforma in regola quelle che prima erano deroghe emergenziali, perdendo di vista quello che ci chiede l’Europa”. In questo senso il presidente dell’Anac si dice contento per il fatto che il nuovo Codice sia abbinato a un forte investimento nella digitalizzazione delle gare, ma critica il cosiddetto “sacrificio della trasparenza”.

Aumenta il rischio di infiltrazioni criminali?

In Italia i tempi di realizzazione delle opere sono molto lunghi, con evidenti lungaggini burocratiche, ma per l’Anac procedere con l’affidamento diretto non è la strada giusta, perché si rischierebbe di escludere le imprese migliori, danneggiando la Pubblica amministrazione, i cittadini e le imprese.

Nel nuovo Codice, infatti, tutte le gare sotto i 5 milioni di euro, il 98%, potranno essere assegnate senza avviso pubblico. In questo modo, secondo Busia, c’è il rischio che “i Comuni affidino i lavori all’amico dell’amico, specie per gli
affidamenti diretti sotto i 140mila euro, dall’acquisto delle sedie ai lavori per imbiancare la scuola
”. Inoltre “ridurre la trasparenza aumenta i rischi corruttivi, specie ora che le risorse (con il Pnrr) sono tante”.

Nuovo Codice degli appalti, le modifiche proposte dall’Anac

Il punto, quindi, è chiaro: la complicazione normativa inutile è sì occasione di corruzione, ma non si possono buttare via tutti i controlli. La proposta dell’Anac, quindi, è compensare la riduzione dei tempi rafforzando le regole sul conflitto di interessi e la trasparenza, consentendo a più imprese di partecipare e di far emergere eventuali scorrettezze. Inoltre Busia propone che il primo affidatario dei lavori sia responsabile in solido dei subappalti.

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