Anticorruzione: il nuovo sistema di valutazione dei rischi

Niccolò Ellena

22/07/2022

L’Autorità nazionale anticorruzione ha aperto un nuovo portale online in cui è possibile esaminare i dati del tasso di rischio di corruzione al livello di province

Anticorruzione: il nuovo sistema di valutazione dei rischi

Combattere la corruzione in ogni sua forma è un dovere di ogni cittadino, ma spesso ciò può non essere sufficiente, è perciò che sono necessarie le istituzioni che, attraverso il loro operato, devono rendere possibile la regolare applicazione della legge senza intoppi.

È per questo che in Italia è stata creata l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC). I suoi compiti riguardano la prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione italiana, l’attuazione della trasparenza e la vigilanza sui contratti pubblici.

La creazione del nuovo portale anticorruzione

Al fine di poter adempiere a fondo alle proprie mansioni, recentemente l’ANAC ha lanciato un nuovo progetto chiamato “Come misurare la corruzione. Gli indicatori per valutare i rischi di corruzione in ogni area del Paese”.

Questo è un portale che mette a disposizione delle persone 70 indicatori scientifici in grado di stabilire quanto sia alto il rischio che si possano verificare degli episodi di corruzione.

L’iniziativa è stata realizzata grazie al progetto “Misurazione del rischio di corruzione a livello territoriale e promozione della trasparenza”, finanziato dal Programma Operativo Nazionale «Governance e Capacità istituzionale 2014-2020».

In particolare, accedendo al sito sarà possibile non solo visionare le classifiche, ma anche cercare determinati territori utilizzando dei parametri di proprio interesse per scoprire il livello di corruzione. I tre principali filoni tematici in ambito di corruzione sono “di contesto”, “di appalto” e «comunali».

I fattori presi in esame sono quattro: criminalità, istruzione, capitale sociale, economia del territorio e fenomeni ad essi collegati: scioglimento per mafia; reddito pro-capite e ricorso frequente alla suddivisione dei contratti.

Utilizzando le informazioni contenute nelle banche dati disponibili, a cominciare dalla banca dati dell’Autorità nazionale anticorruzione sugli appalti, è stato possibile individuare questa serie di “indicatori di rischio corruzione”, che rilevano e segnalano le anomalie.

Quali sono gli obiettivi della piattaforma

Grazie alla creazione del portale sarà adesso possibile basarsi su fatti molto più oggettivi; infatti, in precedenza, tutte le classifiche che venivano redatte in materia di corruzione non ne parlavano su una base scientifica, quanto più su una soggettiva, basata sulla percezione degli individui.

Oltre a questa ragione di prima rilevanza, ce n’è anche una più profonda, forse meno evidente: nessun altro Paese al mondo si è dotato per ora di una tecnologia come questa, nemmeno quelli che collaborano più a stretto contatto con l’ANAC.

Questa rappresenta dunque una grande possibilità per l’Italia come Paese per fare da apripista nella lotta internazionale alla criminalità e alla corruzione, condividendo con gli alleati le best practice necessarie per riuscire a replicare un’impresa come quella italiana.

L’implementazione promette anche di attirare nuovi investitori dall’estero, infatti, da questo momento, finalmente essi avranno la possibilità di osservare con un occhio oggettivo la situazione italiana nelle varie regioni e nelle varie province, potendo decidere, senza influenze soggettive, se e dove aprire le loro imprese.

Quali sono i risultati emersi finora

I dati raccolti più recenti, risalenti al 2017, mostrano una situazione preoccupante ma migliorabile. Tra le 106 province della lista, sono tutte al sud quelle che hanno un valore di rischio di corruzione più alto: al primo posto c’è Enna, poi Crotone e Palermo. Al contrario, le più virtuose secondo i dati raccolti sono Milano, Bologna e Modena.

I dati possono essere preoccupanti, ma di certo non sono definitivi: adesso che questi dati hanno emanato un primo verdetto è compito delle amministrazioni competenti lavorare con l’obiettivo di migliorare la situazione, senza tapparsi le orecchie per non ascoltare il suono di questo campanello d’allarme.

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