L’allarme lanciato dalla Commissione Finanze del Senato americano. Ecco cosa potrebbe accadere
Tutti ci ricordiamo il 2008, quando il crollo del mercato immobiliare statunitense innescò una crisi finanziaria globale che portò al fallimento della banca americana Lehman Brothers e scatenò il panico nei mercati mondiali. Le borse di tutto il mondo furono pesantemente colpite, la disoccupazione aumentò e i tassi d’interesse salirono rapidamente.
La causa principale di quella crisi fu una gestione disastrosa del mercato dei mutui negli Stati Uniti. Molte persone ottennero prestiti su basi inadeguate e questi mutui furono poi ristrutturati e venduti ulteriormente. Quando i prezzi delle case iniziarono a calare, l’incertezza su chi detenesse i rischi reali generò il panico nel sistema finanziario. Avvenne lo scoppio della bolla con conseguenze irreparabili sui mercati globali. Una crisi profondissima che impiegò tantissimo tempo prima di rientrare.
Il 2018 fu un altro anno nero per la finanza globale con le borse che persero 15mila miliardi di capitalizzazione. Wall Street azzerò tutti i guadagni ottenuti, le borse europee si attestarono ad un ribasso dell’8% senza dimenticare il calo di oltre il 20% delle Borse cinesi.
Una nuova minaccia arriva dal settore assicurativo
Oggi, una nuova minaccia incombe sul mercato immobiliare statunitense e potrebbe essere potenzialmente più grave di quella del 2008. Ad innescare il tutto potrebbe essere il settore assicurativo. A dirlo è stato il Comitato delle Finanze del Senato degli Stati Uniti che ha pubblicato un rapporto che evidenzia l’instabilità crescente nel settore delle assicurazioni immobiliari. Questa instabilità potrebbe portare a un crollo del mercato immobiliare se i decisori politici non interverranno prontamente.
Il rapporto sottolinea che l’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi, attribuibile ai cambiamenti climatici, sta mettendo sotto pressione le compagnie assicurative. Queste sono costrette a risarcimenti più elevati per i danni causati da disastri naturali. Di conseguenza, molte compagnie rifiutano di assicurare proprietà in aree ad alto rischio, aumentano drasticamente i premi o limitano la copertura offerta.
Questa situazione crea un circolo vizioso: senza assicurazione, le istituzioni finanziarie sono restie a concedere mutui per l’acquisto di immobili in zone vulnerabili. La difficoltà nell’ottenere finanziamenti riduce la domanda di tali proprietà, causando una diminuzione dei loro valori di mercato. Questo declino potrà avere ripercussioni sull’intero mercato immobiliare statunitense, con potenziali effetti a catena sull’economia globale.
Per evitare una crisi di tale portata, il rapporto del Senato statunitense esorta a interventi immediati da parte della politica. È essenziale sviluppare strategie che affrontino sia le sfide poste dai cambiamenti climatici sia le vulnerabilità del mercato assicurativo e finanziario. Senza un’azione tempestiva, il rischio di un crollo del mercato immobiliare potrebbe superare le conseguenze della crisi del 2008, con implicazioni economiche e sociali di vasta portata. Anche in questo caso i cambiamenti climatici mostrano come possano incidere pesantemente sull’economia. Il riscaldamento globale sta causando eventi meteorologici sempre più estremi con danni sempre più maggiori e frequenti per gli immobili. E le compagnie assicurative rischiano di andare in tilt.
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