Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank c’è preoccupazione per un possibile effetto contagio sui mercati europei. I risparmiatori possono stare tranquilli tranne che in un caso. Vediamo quale.
Il fallimento della Silicon Valley Bank nei giorni scorsi ha riportato nel panico i mercati finanziari. Sono in tanti a temere un possibile effetto contagio anche in Europa. Lunedì, primo giorno di apertura delle borse dopo la notizia del fallimento, gli indici europei hanno chiuso con un pesante negativo. Maglia nera la borsa di Milano con il Ftse Mib che ha concluso la giornata con un -4% mentre Wall Street riusciva tutto sommato a tenere meglio, nonostante sia l’epicentro del problema. Questo perché asset bancari e assicurativi pesano molto di più a Milano che in altre piazze europee come quella tedesca o francese e se va sotto pressione il settore ecco che Piazza Affari ne risente di più.
Nonostante la conclusione della giornata in negativo, dall’Eurogruppo agli analisti, in tanti si sono impegnati a tranquillizzare i risparmiatori ponendo una netta distinzione tra ciò che sta accadendo negli Usa e le possibili ripercussioni in Europa, Italia compresa. Secondo molti la notizia del fallimento della Silicon Valley Bank non avrà un effetto contagio in Europa per una serie di motivi. C’è però uno specifico caso in cui ci potrebbero essere dei rischi per gli investitori. Vediamo quale.
Investimenti a rischio? Cosa devono controllare i risparmiatori
C’è massima tranquillità nel settore finanziario per quanto riguarda le possibili ripercussioni sul mercato europeo dopo il fallimento della Svb. Davide Serra, ceo e fondatore di Algebris, intervistato da Repubblica, ha suggerito ai risparmiatori italiani di fare però un controllo aggiuntivo sui propri portafogli perché c’è solo un caso in cui potrebbero esserci rischi.
Per Serra bisogna controllare i portafogli e gli asset in cui si è investito per verificare che all’interno non vi siano titoli di banche regionali americane. In questo caso meglio tenere l’asticella dell’attenzione più alta. Se invece non ci sono titoli del genere allora non c’è da preoccuparsi.
Perché non ci sono rischi per le banche europee
La tesi di molti analisti è che le banche europee usciranno indenni dalla crisi soprattutto per la maggiore severità e prudenza delle Autorità di Vigilanza. A fare la differenza è l’applicazione delle regole di Basilea 3 su liquidità, concentrazione dei rischi e patrimonio. Queste regole sono molti rigide e stringenti in Europa mentre negli Stati Uniti il precedente governo Trump ha allargato le maglie per diverse banche regionali.
In Europa le banche con più di 10 miliardi di totale all’attivo non avrebbero potuto fare ciò che è stato concesso alla Svb negli Usa, ovvero raccogliere quasi 200 miliardi di depositi a breve e investirli a lunga scadenza per guadagnarci di più.
Basilea 3 prevede il rispetto non solo di indici di solidità patrimoniale, ma anche sulla liquidità e sul giusto equilibrio tra attivi e passivi. Indici che negli Stati Uniti molti istituti sono esentati dal rispettare e per questo è più facile ritrovarsi impossibilitati a gestire poi gli imprevisti.
Un’altra differenza sottolineata dagli analisti che tiene al riparo le banche europee dai rischi è il modello su cui si basava la Svb, su clienti attivi solo in settori tecnologici. Con il rincaro del costo del denaro, e la stretta ai capitali, le startup sono andate a ritirare i loro depositi. Questo modello non è replicato al momento da nessuna banca europea.
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