Ci sono dei rischi legati al riutilizzo della stessa mascherina che molti di noi ignorano. Uno studio rivela quali sono.
Gli italiani si sono ormai abituati a indossare la mascherina sia nei luoghi all’aperto sia negli spazi al chiuso, avendo cura di coprire correttamente sia il naso sia la bocca. Gli esperti, comunque, consigliano di cambiare la mascherina ogni giorno o frequentemente durante la giornata nel caso in cui venga indossata a lungo. Non tutti gli italiani, però, seguono questo consiglio.
Indossare la stessa mascherina più volte può comportare alcuni rischi per la salute che non tutti conoscono: ecco perché è importante sostituirla frequentemente o igienizzarla nel caso in cui si tratti di una mascherina in stoffa o di un dispositivo di protezione riutilizzabile.
Vediamo quali sono i rischi per la salute derivanti dal riutilizzo della stessa mascherina, rivelati da uno studio.
Mascherina, come usarla in modo corretto
Nonostante medici, virologi ed esperti continuino a consigliare di indossare la mascherina chirurgica, sono sempre di più gli italiani che decidono di acquistare un dispositivo di protezione riutilizzabile, in tessuto per esempio, perché più glamour o per mitigare gli impatti ambientali della mascherina usa e getta.
Infatti è provato che indossare correttamente la mascherina permetta di ridurre fino al 70% il rischio di contrarre il coronavirus. Ma indossarla in modo scorretto - per esempio lasciando fuori il naso - equivale a non averla proprio addosso, mentre riutilizzarla più volte senza le dovute accortezze, espone al virus in misura maggiore.
Anche per riutilizzare la stessa mascherina, infatti, è importante affidarsi ad alcune accortezze che permettono di eliminare altri germi patogeni che potrebbero nascondersi all’interno del dispositivo.
Uno studio condotto dalle Università del Massachusetts Lowell e dalla California Baptist University ha messo in luce i possibili rischi ai quali ci si espone scegliendo di riutilizzare più volte la stessa mascherina. In certi casi, riutilizzare lo stesso dispositivo equivale a non indossarlo affatto. Vediamo perché.
Riusare sempre la stessa mascherina è pericoloso
Le mascherine chirurgiche a tre strati, spesso utilizzate dagli operatori sanitari, sono le più efficaci - secondo gli esperti - nel contrasto alla diffusione del coronavirus. Infatti, permettono di fermare fino a 3/4 delle particelle di aria che sono responsabili della diffusione del Covd-19. Se riutilizzate, però, queste mascherine riescono a bloccare soltanto 1/4 di queste goccioline, proprio a causa della loro usura. Indossarle o meno, quindi, cambia poco.
A rivelarlo è stato uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Physics of Fluids, che si basa su un modello computerizzato che ripropone un ambiente infetto per testare le capacità di protezione di una mascherina riutilizzata più volte.
Mentre le mascherine nuove riescono a bloccare fino al 60% delle particelle infette, per quelle usate la percentuale scende notevolmente. Inoltre, come ha sottolineato il dottor Jinxiang Xi, queste ultime permettono di bloccare soltanto le particelle aerosol più grandi di 5 micrometri, mentre quelle più piccole di 2,5 micrometri riescono a penetrare facilmente.
Come scegliere la giusta mascherina riutilizzabile
Per verificare la reale efficacia di una mascherina riutilizzabile, quindi, occorre fare riferimento a due importanti fattori: il tessuto e la forma.
Per quanto riguarda la forma, già dopo il primo utilizzo la mascherina chirurgica segue il contorno del viso e si allarga fino a diventare meno efficace. Anche i dispositivi in tessuto, comunque, possono risultare inefficaci: lo strato assorbente, infatti, può diventare poroso dopo pochi utilizzi.
Il secondo fattore è, invece, il tessuto, ovvero il materiale con il quale è stata realizzata la mascherina.
Più economico è il tessuto, meno efficace sarà la mascherina.
Come riconoscere, quindi, una buona mascherina? Gli esperti ritengono che i dispositivi di protezione più efficaci siano perfettamente aderenti al viso, riescano a coprire il naso e la bocca, non presentino difetti di fabbricazione e, possibilmente, siano provvisti di filtro.
Quando si può riutilizzare la mascherina
Non esiste una regola precisa in merito a quando e come riutilizzare le mascherine: per rispondere a queste domande, infatti, occorre valutare anche l’uso che ne viene fatto e capire a quali dispositivi ci si riferisce.
Chiaramente, per andare a fare la spesa o per fare una passeggiata è possibile utilizzare la mascherina in tessuto, mentre per recarsi a una visita medica o ospedaliera sarebbe più efficace scegliere un dispositivo di tipo ffp2 o ffp3. Inoltre, per chi viaggia molto o ha bisogno di interloquire frequentemente con i propri clienti, è altamente consigliato l’utilizzo di mascherine ffp2 o ffp3.
Per valutare se una mascherina si possa o meno riutilizzare occorre adottare alcune accortezze:
- verificare che i lacci o gli elastici non siano allentati
- verificare se il tessuto è diventato più sottile in seguito ai lavaggi
- ci si trova spesso a sistemare la mascherina sul naso e sulla bocca (in questo caso l’aderenza non è più garantita e il dispositivo non risulta efficace).
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