Il Campidoglio prevede un bonus da 10mila euro per assistere gli abitanti dei campi rom nel loro inserimento nella società e per chiudere tre strutture per i nomadi della capitale.
Chiudere i campi nomadi e integrare le persone che abitano al loro interno nel tessuto cittadino: è questo l’obiettivo del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, attraverso quello che è una sorta di bonus per l’inserimento sociale. Il Campidoglio punta a chiudere tre campi rom - Candoni, Salviati e Lombroso - entro sette mesi.
A riportare il piano capitolino è il Messaggero, spiegando che si tenta di inserire gli abitanti dei campi nella società e nella città attraverso un percorso al cui interno rientra anche il cosiddetto bonus per i rom. Si tratta di un sostegno fino a 10mila euro che comprendono anche le risorse per il sostegno all’alloggio.
Non solo, perché il piano del Campidoglio prevede anche la regolarizzazione dei documenti di soggiorno e residenza degli abitanti dei campi. E, inoltre, si punta all’inserimento nel mondo del lavoro degli adulti e alla scolarizzazione dei bambini. Vediamo, quindi, cos’è davvero questo bonus fino a 10mila euro.
Il piano del Campidoglio sui campi nomadi
Il Campidoglio punta su questa soluzione per superare il sistema dei campi rom: in questi tre si trovano oltre 2mila persone che il Comune di Roma vorrebbe convincere ad andare via. Il piano si dovrebbe concludere entro il 31 dicembre e parte da un bando con tre lotti separati per sostenere i percorsi di inclusione sociale.
Gualtieri vuole chiudere i sei principali campi formali di Roma: insieme a quelli informali hanno al loro interno circa 6mila persone. Nel frattempo proseguono gli sgomberi di 128 famiglie dal campo di Castel Romano, seguendo il vecchio piano della giunta Raggi: i fondi stanziati ammontano a circa 350mila euro. Infatti il bonus da 10mila euro non è una novità assoluta ed era già stato messo in campo in passato da altre amministrazioni capitoline.
Bonus per i rom, quanto spetta e per cosa
Il percorso studiato dal Campidoglio prevede la regolarizzazione dei documenti di chi abita nei campi, con la loro chiusura. Una seconda fase sarà dedicata all’orientamento, la consulenza e le informazioni per l’accesso al mercato del lavoro, anche attraverso tirocini e corsi di formazione, oltre che l’attivazione di laboratori educativi e lo sviluppo delle abilità professionali.
Per i percorsi di inclusione lavorativa si prevedono contributi fino a un massimo di 5mila euro per ogni nucleo familiare, anche per aiutare l’avvio di piccole realtà imprenditoriali e il sostegno alle spese per conseguire licenze e patenti. L’altra parte del piano è dedicata al sostegno all’autonomia abitativa, con un contributo da 10mila euro.
Il bonus da 10mila euro si ottiene solo con la sottoscrizione e la registrazione del contratto di locazione per alloggi singoli o in coabitazione. I soldi andranno direttamente ai proprietari degli immobili locati: l’importo massimo sarà di 800 euro al mese.
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