Anche se potrebbe non essere di facile intuizione, la rottamazione delle cartelle potrebbe aiutare ad anticipare la pensione. Ecco come.
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto nuovi strumenti per sanare la propria posizione con il Fisco. Diverse misure tra le quali il contribuente può scegliere quella più adatta e più conveniente per sanare debiti fiscali pendenti. E dallo stralcio, che cancella sia il debito che gli interessi, alla rottamazione, che cancella solo gli interessi lasciando inalterato il debito iniziale, non c’è che da scegliere lo strumento da utilizzare.
Con la cancellazione delle cartelle il debito si estingue e ci si riferisce in modo particolare allostralcio delle cartelle esattoriali da parte dei Comuni con importo fino a 1.000 euro affidate al ruolo dal 2000 al 2015. Ma bisogna fare attenzione perché quando ci si riferisce a debiti contributivi è pur vero che il debito si estingue, ma è anche vero che si perdono i contributi a cui quel debito è riferito.
E non si possono più recuperare. Discorso diverso, invece, se si tratta di debiti non oggetto di stralcio che è possibile rottamare. In questo caso la rottamazione potrebbe, infatti, aiutare ad andare in pensione prima. Anche direttamente nel 2023, se lo si desidera e se le condizioni lo permettono.
Rottamazione dei debiti con l’Inps
Entro il 30 giugno bisogna presentare domanda aderire alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Queste ultime possono essere anche riferite a debiti contributivi che si hanno con l’ente previdenziale (l’Inps ad esempio).
Andare a saldare i debiti con l’Inps ha un duplice scopo: il primo, ovviamente, è quello di mettere a posto la propria situazione debitoria, il secondo è quello di aumentare i contributi versati. Perché il debito dei contributi previdenziali ha una natura differente rispetto a tutti gli altri debiti tributari: saldando una cartella esattoriale, infatti, si estingue solo il debito; saldando una cartella esattoriale riferita a contributi previdenziali si aumenta il proprio montante contributivo e, quindi, si pensa anche alla propria pensione.
Anche se si tratta di una cartella esattoriale, quindi, va tenuto conto che si stanno sempre e comunque versando contributi e che questi sono utili alla pensione come tutti quelli già versati. E che saldando il debito che si ha con l’Inps ci si avvicina alla pensione anticipata. E forse a questo non tutti hanno pensato.
Per andare in pensione subito bisogna saldare il debito in un’unica soluzione
Uno dei vantaggi offerti dalla rottamazione è quello di pagare il debito a rate e dilazionarlo fino a 5 anni. A chi manca qualche anno per raggiungere la pensione questa soluzione non porta alcun ritardo. Ma bisogna tenere conto che per vedersi accreditare i contributi omessi è necessario attendere il pagamento di tutto il debito.
Questo significa che chi vuole andare in pensione nel 2023 o nel 2024 sfruttando gli eventuali contributi omessi oggetto della rottamazione la soluzione migliore è quella di pagare tutto in un’unica soluzione alla scadenza della prima o unica rata del 31 ottobre 2023.
In caso contrario, infatti, le rate successive cadrebbero il 30 novembre la seconda e trimestre dopo trimestre quelle successive. Ovviamente si può anche scegliere si rateizzare il debito in 2 rate, pagando metà a ottobre e metà a novembre. O, ancora, scegliere di pagare il tutto nel giro di un anno. Ma bisogna tenere presente che finché il debito non sarà saldato non sarà possibile neanche sfruttare i contributi per una eventuale pensione anticipata.
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