Rumore di passi dal piano di sopra, cosa fare e come difendersi

Ilena D’Errico

2 Febbraio 2025 - 23:40

Chi è continuamente disturbato dal rumore di passi dal piano di sopra, tra scarpe chiassose e orari improponibili, non è costretto a sopportare. Ecco come è possibile difendersi.

Rumore di passi dal piano di sopra, cosa fare e come difendersi

Tra la libertà in casa propria e quella altrui bisogna necessariamente trovare un compromesso, altrimenti nessuno può davvero godere delle mura casalinghe. Essere costretti a sopportare i rumori del vicino non è giusto, nonostante l’altro abbia tutto il diritto di fare ciò che preferisce nella propria abitazione. Il rumore di passi dal piano di sopra è uno dei motivi di lamentela più classici nelle liti di vicinato e condominiali, una questione molto meno superficiale di ciò che appare.

È vero che alcune persone si dimostrano poco tolleranti e comprensive, di certo non si può negare al vicino di camminare in casa propria (con le calzature che preferisce) né imporre l’assoluto silenzio. Allo stesso tempo, rumori continui di questo tipo possono significativamente compromettere il benessere e la qualità della vita nell’abitazione, diritti che meritano un’adeguata tutela. Fare lunghe passeggiate per casa, magari con tacchi alti o altre scarpe particolarmente chiassose, non è certo gradito. I comici e i più moderni meme fanno spesso ironia sulla vicenda, evidentemente più comune di quanto si pensi.

C’è però molta differenza tra un unico episodio, errore che può capitare a chiunque, e il mantenimento di questa abitudine, magari a orari improponibili perché destinati al riposo. Fortunatamente, nessuno è costretto a rispettare questo genere di disturbo della propria vita privata. I mezzi per difendersi legalmente ci sono e sono alla portata di chiunque, anche se possono richiedere un po’ di impegno. Vediamo di seguito tutte le informazioni utili da conoscere per capire cosa fare senza passare dalla parte del torto.

Rumore dei passi dal piano di sopra: qual è il limite?

Classificare il fastidio provocato dal rumore non è sempre cosa facile, ma vi sono appositi principi di riferimento nel diritto e nel buon senso comune che esso presuppone e auspica. Oltre a ciò, bisogna anche considerare che molti comuni italiani hanno fissato delle soglie massime, oltre le quali i rumori non sono più consentiti. Questo, talvolta, non si rivela sufficiente, perché rumori che rientrano in queste soglie possono rivelarsi comunque molesti.

In genere, non è comunque rilevante la provenienza del rumore. Che si tratti della televisione troppo alta o di un paio di scarpe molto rumoroso, come i tacchi a spillo o gli zoccoli di legno, i criteri per valutare la reale portata del disturbo devono essere oggettivi. In particolare, si deve considerare:

  • Orario in cui si sente il rumore dal piano di sopra. Lo stesso rumore, infatti, può essere considerato del tutto normale durante il giorno ma assolutamente molesto la notte, come l’asciugacapelli o l’aspirapolvere.
  • Durata del rumore, che evidentemente quando aumenta rappresenta un disturbo maggiore e, al contrario, al diminuire diventa più tollerabile (a chi non è capitato di accendere la televisione a tutto volume avendolo dimenticato prima?).
  • Luogo in cui si trova l’abitazione, in quanto la componente ambientale è fondamentale per capire quali rumori sono normali e quali, invece, assolutamente intollerabili.

In tribunale per i rumori tra vicini

Quando il rumore proveniente dal piano di sopra risponde – negativamente – ai requisiti citati e non c’è modo di trovare una situazione amichevole, si può avanzare una richiesta al giudice avviando una causa civile per ottenere:

  • la cessazione dei rumori;
  • una sanzione a carico del disturbatore inadempiente;
  • un risarcimento danni.

In tal proposito bisogna sapere, però, che vi sono due alternative:

  • ricorso d’urgenza, che consente l’inibizione dei rumori entro pochi mesi ma non permette di richiedere il risarcimento.
  • Causa ordinaria, con cui è possibile chiedere un risarcimento, ma che richiede un tempo maggiore.

In entrambi i casi, comunque, è necessario avvalersi dell’assistenza legale per poter presentare il ricorso. Prima di arrivare a ciò, è sempre consigliabile indirizzare una diffida al vicino (tramite raccomandata a/r o pec) per intimare la cessazione del disturbo, avvisando che altrimenti si procederà con un’azione legale.

Denuncia per rumori molesti dal piano di sopra

In alcuni casi la molestia del vicino può diventare un vero e proprio reato, ma soltanto se il disturbo viene arrecato a molte persone o comunque indeterminabili – ad esempio l’intero quartiere - anziché a qualcuno dei vicini di casa. In questo caso si può sporgere denuncia presso le Forze dell’ordine, e si avvierà un procedimento penale con l’accusa di disturbo del riposo e delle attività delle persone, sanzionabile con l’arresto fino a 3 mesi e l’ammenda fino a 309 euro. In questo caso, chi lo desidera può costituirsi parte civile e richiedere anche un risarcimento.

La fattispecie penale riguarda molte liti di vicinato a causa dei rumori, ma è difficilmente applicabile al disturbo causato dai passi. Sarebbe piuttosto inverosimile pensare infatti al disagio di un numero tanto elevato di persone. Ciò comunque non significa il vicino sia limitato nella propria tutela, avendo comunque la possibilità di intentare una causa civile per il risarcimento e in ogni caso la cessazione dei rumori. Semplicemente, il comportamento non costituisce un reato, a meno che non sia associato ad altre azioni idonee al disturbo di larga portata. Si potrebbe pensare, per esempio, a una grande festa, tra musica, schiamazzi e rumore di balli.

Quando chiamare l’amministratore per i rumori dal piano di sopra

Nel caso di un condominio può essere utile contattare l’amministratore in caso di problemi. In primo luogo, questa figura potrebbe aiutare la mediazione fra i condomini e magari portarli a una soluzione conveniente. In secondo luogo, il regolamento condominiale potrebbe vietare proprio questo tipo di condotte e nel caso il condomino rischierebbe una multa. Nel dettaglio, il regolamento condominiale può prevedere sanzioni fino a un massimo di 200 euro per ogni violazione, che possono salire entro un limite di 800 euro nei casi di recidiva (ripetizione della medesima condotta vietata).

Rivolgersi all’amministratore di condominio può apparire come un rimedio troppo blando rispetto agli altri, ma molto spesso è proprio in questo tipo di azioni che risiede la possibilità di preservare l’armonia di vicinato. In contesti non troppo sgradevoli e in assenza di condotte eccessivamente gradi, affidare all’amministratore il ruolo di intermediario per evitare l’inasprirsi della lite può essere molto funzionale, oltre che permettere una soluzione molto veloce. Ovviamente, in caso di insuccesso sarà comunque possibile rivolgersi a un giudice.

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