La Russia verso il collasso dell’economia? L’allarme è reale, come spiegato da un importante banchiere russo. Perché Mosca rischia il tracollo, trainata dalla produzione bellica?
Suona l’allarme per l’economia della Russia: perché può crollare da un momento all’altro?
Dall’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel febbraio 2022, si è più volte discusso se l’economia russa fosse stata adeguatamente colpita dalle sanzioni imposte dalla comunità globale, oppure se avesse comunque trovato il modo di non affondare.
Le nazioni occidentali sono state le più severe con le sanzioni, in particolare nei confronti del commercio e delle attività energetiche russe. Nonostante ciò, l’aumento delle attività belliche ha fatto sì che l’economia crescesse del 3,6% lo scorso anno.
Tuttavia, il dato potrebbe essere ingannevole. Herman Gref, capo di una delle più grandi banche russe, Sberbank, ha avvertito di un collasso imminente. “La nostra economia è decisamente e gravemente surriscaldata”, ha detto il direttore della banca. E questo è davvero un brutto segnale per Mosca.
Tracollo economico in arrivo per la Russia?
Herman Gref, amministratore delegato di Sberbank - la più grande banca russa per valore patrimoniale - ha affermato che l’economia del Paese è surriscaldata e questo suona come un allarme.
Gref ha sottolineato che la capacità produttiva è a un livello storicamente elevato, all’84%. Ha aggiunto che è semplicemente “impossibile” superare questa soglia di capacità produttiva e produrre ancora di più.
I rapporti provenienti dalla Russia suggeriscono che l’economia del Paese è principalmente guidata da attività belliche che generano domanda di beni e servizi militari e da sussidi che stabilizzano l’economia.
Le cifre rosee del Pil da sole non sono una buona misura della performance economica, poiché armi e munizioni non migliorano la qualità della vita dei russi né contribuiscono alla futura crescita economica, aveva suggerito a gennaio Sergei Guriev, ex capo economista della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.
Non solo. C’è una significativa carenza di manodopera in Russia. Esisteva già prima dell’invasione ed è stata ulteriormente rafforzato, come evidenziato da Flemming Splidsboel ricercatore senior presso l’Istituto danese per gli studi internazionali, Diis.
“Molti russi sono fuggiti dal Paese per evitare di partecipare alla guerra e molti di coloro che sono stati reclutati hanno dovuto pagare un prezzo elevato. Si parla di 400.000-500.000 soldati russi uccisi o resi invalidi, a cui si aggiungono quelli che sono attivi in guerra o che hanno lasciato il Paese”, ha spiegato Flemming Splidsboel.
Già alla fine dello scorso anno, il capo della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, aveva messo in guardia dallo scenario che ora sembra realizzarsi.
“Immagina l’economia come un’auto. Se guidi più velocemente di quanto consentito dalle specifiche dell’auto, prima o poi il motore si surriscalderà e non saremo in grado di percorrere distanze più lunghe. Forse correremo veloci, ma per un periodo breve”, aveva avvertito Elvira Nabiullina in conferenza stampa il 23 dicembre.
In questo contesto, la rigorosa politica perseguita dalla Banca centrale russa è razionale, ha affermato Herman Gref.
“Un tasso di riferimento elevato rallenta naturalmente sempre lo sviluppo economico. Cosa sta facendo attualmente la Banca Centrale? Sta frenando lo sviluppo economico, perché l’economia si è ovviamente surriscaldata. Sebbene sia spiacevole, è razionale. Non c’è altro modo. Sappiamo quando i tassi non sono stati aumentati per ragioni politiche e poi come è andata a finire. Un esempio è la Turchia”, ha sottolineato Gref.
La macchina da guerra russa, quindi, sta solo apparentemente mantenendo a galla il Pil della nazione. Un collasso potrebbe essere imminente, secondo le analisi.
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