Sai che fine hanno fatto i banchi a rotelle acquistati per la scuola durante la pandemia?

Maria Paola Pizzonia

1 Dicembre 2024 - 16:39

Dall’aula al magazzino: la storia dei banchi a rotelle racconta come un’idea che voleva essere innovativa si è invece trasformata dell’ennesimo spreco.

Sai che fine hanno fatto i banchi a rotelle acquistati per la scuola durante la pandemia?

Questa è una storia che lascia un po’ di amaro in bocca e per capirla bisogna andare indietro con la memoria. Siamo nel pieno della pandemia di Covid-19 e il governo Conte II si trova a fronteggiare una una sfida complessa: garantire la sicurezza nelle scuole. Per chi si ricorda, tra le soluzioni proposte spiccarono i famosi “banchi a rotelle”, venduti come simbolo di un’istruzione capace di adattarsi al distanziamento sociale e alla riconfigurazione degli spazi. Ma la realtà è stata ben diversa: ciò che doveva essere una risposta innovativa si è presto trasformato in una delusione, un’emblematica lezione di malagestione.

A distanza di anni, quei banchi sono tornati a far discutere. Non per un riscatto, ma per il loro destino: ceduti al prezzo irrisorio di 1 euro, accumulati nei magazzini o riutilizzati in contesti ben lontani dalle scuole, restano un monito su lo spreco pubblico, frutto di scelte frettolose e poco ponderate.

Un progetto che prometteva molto, ma offriva poco

L’idea dei banchi a rotelle nasceva con un duplice obiettivo: garantire il distanziamento tra gli studenti e facilitare la riconfigurazione degli spazi. Dotati di ruote e piani singoli, sembravano il giusto compromesso tra sicurezza sanitaria e flessibilità operativa. Eppure, come spesso accade in Italia, il salto dalla teoria alla pratica è stato problematico. Instabili e poco ergonomici, si sono subito trasformati in giocattoli improvvisati da parte degli studenti, che erano già stressati dal lungo periodo di pandemia e didattica a distanza. Insomma, questi banchi si sono dimostrati completamente inadatti all’attività didattica.

In molti casi, le ruote non erano bloccabili, causando movimenti involontari durante le lezioni. Il design, pensato per essere innovativo, risultava scomodo per chi doveva utilizzarli per ore. Infine, l’ingombro maggiore rispetto ai banchi tradizionali li rendeva poco compatibili con aule già sovraffollate, aggravando i problemi logistici degli istituti scolastici. Non sorprende, quindi, che molti istituti abbiano finito per accantonarli in magazzini già strapieni.

Quanto ci sono costati?

Il costo complessivo dell’operazione è stato di circa 119 milioni di euro per i banchi a rotelle, ai quali si aggiungono i 206 milioni spesi per 2,1 milioni di banchi tradizionali. In totale, il governo aveva stanziato 461 milioni di euro per la gestione scolastica d’emergenza, una cifra gestita dal commissario straordinario Domenico Arcuri.

Il caso simbolo del loro spreco è la Provincia di Padova, dove ben 600 banchi giacevano inutilizzati nei magazzini. Recentemente, il Comune di Bagnoli di Sopra ne ha acquistati un centinaio al prezzo simbolico di 1 euro ciascuno. “Sono sedie nuove, mai usate, certificate e adatte al nostro scopo” ha dichiarato il sindaco Roberto Milan, che li ha destinati a una sala riunioni in un’ex base militare.

È stato un ottimo affare. Sono ancora avvolti nel cellophane. Distruggerli sarebbe stato inaccettabile. Qualora servissero nelle scuole del mio Comune, chiederò che vengano messi a disposizione.

Una precisazione

Va detto, come ha precisato la Provincia, che questi banchi non sono stati venduti ma ceduti in comodato d’uso temporaneo. Comunque, si tratta di un dettaglio che cambia poco il quadro complessivo della vicenda, soprattutto per chi guarda a questa vicenda come l’ennesimo esempio di gestione superficiale delle risorse pubbliche.

Lo spreco di questo materiale è ingiustificato. A Padova ne abbiamo ancora una settantina in stallo nella casa di quartiere del Comune dell’Arcella

ha sottolineato il vicepresidente della Provincia Alessandro Bisato.

Le nostre aule scolastiche non sono progettate per ospitare arredamenti di quella portata. Lo spazio è poco sia per utilizzarli che per accatastarli.

Critiche a Lucia Azzolina: responsabilità e scelte politiche

La gestione dei banchi a rotelle ha attirato pesanti critiche nei confronti dell’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Già durante la pandemia, molti avevano messo in dubbio l’efficacia di questa misura, suggerendo che i fondi stanziati potessero essere meglio impiegati in priorità come la digitalizzazione delle scuole o il miglioramento delle infrastrutture.

A gettare benzina sul fuoco è stato Matteo Renzi, che ha parlato di “461 milioni di euro buttati”. Una cifra che, va detto, si riferisce all’intero budget per la gestione scolastica d’emergenza e non solo ai banchi a rotelle. Ma le polemiche, si sa, sono terreno fertile per chi cerca facili consensi.

E oggi quei banchi, pensati per il futuro della scuola, sono parcheggiati in magazzini o riutilizzati come sedute per convegni. Un paradosso che ci ricorda che, se si governa con il fiato corto, il rischio è di inciampare in costosi errori, lasciando agli altri il compito di raccogliere i cocci e fare i conti con la polvere.

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# Scuola

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