Torna in discussione al Senato il ddl sul salario minimo: ecco a quanto ammonterebbe, quando potrebbe essere approvato e quali sono le posizioni dei partiti.
L’Italia è tra i pochi paesi europei a non avere ancora il salario minimo. Ma le cose potrebbero cambiare prima della fine della legislatura: la commissione Lavoro del Senato ha infatti avviato l’iter del ddl a prima firma di Nunzia Catalfo (ex ministra del M5s) sul salario minimo.
Il disegno di legge è stato più volte accantonato in passato per la mancata convergenza tra le forze di maggioranza e anche questa volta rischia di non arrivare all’approvazione prima del 2023, quando si chiuderà la legislatura.
Sul testo c’è una parziale (ma non totale) convergenza tra M5s, Pd e sinistra, che sono d’accordo sul punto di fondo. Negli ultimi giorni, inoltre, anche i sindacati - per la prima volta - si sono detti d’accordo all’introduzione di un salario minimo.
Eppure ancora non basta. Per approvare il ddl serve una convergenza più ampia e un accordo che accontenti anche il resto della maggioranza, da Italia Viva a Forza Italia e Lega. L’iter, quindi, è in salita. Ma a quanto ammonterebbe e quando potrebbe arrivare il salario minimo in Italia?
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Il salario minimo in Italia: cosa prevede la proposta Catalfo
Il disegno di legge prevede una proposta base che si aggira attorno alla cifra dei 9 euro l’ora, al netto dei contributi previdenziali. Se dovesse passare questa misura, vorrebbe dire che non sarà più possibile prevedere contratti di lavoro con una retribuzione oraria inferiore a questa cifra.
In Italia sono circa mille i contratti nazionali registrati, molti dei quali siglati da piccoli sindacati con accordi spesso ad hoc per i singoli datori di lavoro. Inoltre il problema del disegno di legge è che restano tante divergenze all’interno della maggioranza, come dimostrano i molti emendamenti presentati.
Per quanto riguarda la cifra, i dati Inps ci vengono in aiuto: oggi sono 4,5 milioni i lavoratori che in Italia guadagnano meno di 9 euro l’ora. E ben 2,5 milioni sono addirittura al di sotto degli 8 euro l’ora.
In caso di approvazione del salario minimo non cambieranno nulla per i contratti che prevedono un minimo superiore ai 9 euro. Ma, secondo le stime Istat, quasi 3 milioni di lavoratori beneficerebbero di un aumento annuo di oltre mille euro.
Quando arriverà il salario minimo in Italia?
L’ipotesi è che il salario minimo, in caso di accordo di maggioranza, possa essere approvato anche in tempi rapidi. Entro la fine della legislatura, è l’augurio dei proponenti. Ovvero entro la primavera del 2023. In realtà quest’ipotesi è tutt’altro che semplice.
Partiamo dall’iter: prima di avviare la votazione in commissione Lavoro al Senato sui 93 emendamenti presentati bisogna aspettare il parere della commissione Bilancio di Palazzo Madama. Poi c’è un altro problema, non burocratico ma politico.
Neanche tra chi vuole il salario minimo c’è un vero accordo sui dettagli. Per esempio il Pd e i sindacati, così come il ministro del Lavoro Andrea Orlando, vorrebbero eliminare un riferimento alla cifra specifica (i 9 euro), ma preferirebbero individuare il contratto di riferimento per ogni settore con un livello minimo corrispondente.
Il problema principale resta la mancanza di voti. Da soli M5s, Pd e sinistra non bastano: servono almeno i voti di Italia Viva che, al momento, esprime molti dubbi. E anche le posizioni di Fi e Lega, che compongono la maggioranza di governo, non sembrano aiutare l’approvazione veloce del ddl. Serve un accordo, quindi. E poi i tempi potrebbero anche essere rapidi, nonostante si attenda - dopo il Senato - il passaggio anche alla Camera.
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