Multe stradali, cambiano le regole per la sanatoria dei debiti inferiori a 1.000 euro. La sentenza n. 17966/20 del 27 agosto della Corte di Cassazione va in contrasto con quanto precedentemente stabilito per il saldo e stralcio per una questione di precisione grammaticale: ecco perché.
Multe stradali, la Corte di Cassazione fa dietrofront: ci sono nuove regole per il saldo e stralcio delle cartelle con debiti sotto i 1.000 euro.
La decisione della Cassazione, arrivata con l’ordinanza 17966/20 depositata il 27 agosto, va in contrasto con l’interpretazione della sezione tributaria con l’ordinanza 11817/20 pubblicata lo scorso 18 giugno.
Ma come mai questo cambio di posizione? È una questione di grammatica: la norma di riferimento si riferisce a “debiti”, al plurale, dunque l’annullamento sotto i 1.000 euro è legato al valore complessivo dei carichi di ciascuna cartella.
Multe stradali, saldo e stralcio sotto i 1.000 euro con nuove regole: il dietrofront della Cassazione
Nuove regole per la sanatoria delle cartelle contenenti debiti inferiori a 1.000 euro: la Cassazione, andando in contrasto con quanto precedentemente stabilito nella sentenza n. 11817/2020 depositata il 18 giugno 2020, ha rivisto l’interpretazione riguardo il saldo e stralcio delle multe stradali.
Andiamo con ordine: nella sentenza di giugno la Cassazione stabiliva che il limite di 1.000 euro andava considerato per ogni singolo debito, quindi per ogni singolo carico affidato alla Riscossione.
Quindi, per esempio, se una cartella conteneva un debito di 3.000 euro complessivi ma riferendosi a 6 carichi da 500 euro, la cartella andava annullata, proprio perché si prende a riferimento il ruolo, ovvero la singola imposta riscossa.
Con la sentenza 17966/20 depositata il 27 agosto la Corte di Cassazione fa dietrofront. La nuova decisione prevede che gli importi dei debiti della stessa natura di importo inferiore a 1.000 euro vanno sommati, quindi se il risultato dell’addizione supera il limite di 1.000 euro, non si può accedere al saldo e stralcio.
Questo significa che la sanatoria si applica solo se i carichi contenuti nella cartella sono di tipologia diversa tra loro, sempre considerando il limite dei 1.000 euro.
Quindi, se ad esempio il contribuente ha debiti col Fisco per il bollo auto e la Tari (due imposte diverse e quindi non cumulabili) per importi inferiori a 1.000 euro, il contribuente ha diritto alla sanatoria.
Se invece il contribuente ha debiti col Fisco per la stessa imposta non pagata, ma la somma degli importi supera i 1.000 euro, non ha diritto alla sanatoria.
Multe stradali, saldo e stralcio con nuove regole: questione di grammatica
La Corte di Cassazione ha fatto dietrofront per una questione di grammatica. Come spiegato nella sentenza depositata il 27 agosto, il legislatore ha parlato di “debiti”, al plurale:
“Il riferimento alle cartelle al plurale implica che l’emergenza dei «debiti residui» certamente è una condizione che può riguardare distinte cartelle. Si allude cioè a posizioni debitorie che eventualmente risultino da più cartelle e, sotto tale profilo, certamente il riferimento al valore di euro mille va inteso nel senso che il c.d. “annullamento” entro questo limite si correla al valore complessivo dei carichi di ciascuna cartella.”
Questo comporta che ai fini della sanatoria vada verificato e distinto chi ha più cartelle di pagamento da chi ha una sola cartella, ma con più carichi.
Come spiegato nel paragrafo precedente, bisogna guardare la natura dei debiti: i carichi di categorie diverse non sono cumulabili e quindi si ha diritto al saldo e stralcio entro il limite di 1.000 euro per ogni debito.
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