Il fatto che Biden abbia numerose volte espresso parole di incoraggiamento verso il figlio pubblicamente potrebbe persino rivelarsi un fattore positivo dal punto di vista politico.
Pochi mesi dopo la sua elezione a senatore del Delaware nel 1972, Joe Biden perse la prima moglie Neilia e la figlia Naomi di appena un anno in un incidente stradale in cui gli altri due figli Beau e Hunter furono gravemente feriti. Nel 2015 Beau, primogenito dell’allora vice presidente Biden, morì di un tumore al cervello. Aveva 46 anni. Il vice di Barack Obama versava in modeste condizioni economiche e stava considerando di vendere la propria casa per coprire le spese mediche del figlio.
Il presidente Obama, che aveva fatto notevoli guadagni con la pubblicazione dei suoi libri, promise di pagargli le spese. Alla fine il caso si risolse senza problemi finanziari per Biden ma le tragiche morti non sono state le uniche angosce dell’attuale presidente degli Usa. Di questi giorni, Hunter, l’unico dei tre figli di Biden ancora vivente, è stato soggetto di attenzione mediatica che ha creato un’ombra sull’attuale inquilino della Casa Bianca.
Il secondogenito di Biden ha avuto una vita spericolata con problemi di alcol e droga ma i suoi affari in finanza internazionale lo hanno trasformato in uno dei bersagli principali di Donald Trump e dei suoi alleati repubblicani. Hunter avrebbe commesso reati particolarmente gravi come il riciclaggio di denaro usando il cognome della famiglia per trovare clienti. Per queste accuse il Dipartimento di Giustizia aveva aperto un’inchiesta nel 2018 quando Trump era ancora presidente. [...]
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