Matteo Salvini non riesce a risalire nei sondaggi e un flop alle elezioni europee potrebbe costarli la leadership della Lega: un “ribaltone” potrebbe far felice Giorgia Meloni.
Non è un gran momento per Matteo Salvini. Neanche il tempo di poter gonfiare il petto per il finanziamento del ponte sullo Stretto di Messina inserito nella legge di Bilancio, che l’inchiesta della Procura di Roma sui rapporti tra Tommaso e Denis Verdini - rispettivamente fratello e padre della sua fidanzata Francesca - e alcuni dirigenti dell’Anas - azienda sottoposta al controllo e alla vigilanza da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato proprio dal Capitano - con ogni probabilità gli avrà rovinato le Feste.
Anche se non compare tra le carte dell’inchiesta, Matteo Salvini è stato invitato dall’opposizione a riferire in Parlamento in merito a questa vicenda visto il potenziale conflitto, con il ministro che al momento è riuscito a fare muro nel silenzio generale del resto del governo.
A preoccupare Salvini però ci sarebbero anche gli ultimi sondaggi politici: nel 2023 la Lega non solo avrebbe mancato l’obiettivo di recuperare terreno nelle intenzioni di voto dopo il deludente risultato ottenuto alle elezioni politiche, ma avrebbe perso un ulteriore 0,2% negli ultimi dodici mesi allontanandosi sempre più dalla doppia cifra.
Uno scenario non idilliaco soprattutto in vista delle elezioni europee che si terranno il prossimo 9 giugno: nel 2019 Salvini riuscì a portare la Lega al 34% mentre ora il Carroccio per i sondaggi sarebbe sotto il 9%.
Tutti voti che sarebbero stati intercettati dai Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni che adesso si appresta a fare il piano di europarlamentari a giugno per poi sedersi a Bruxelles nel tavolo di quelli che contano.
Le elezioni europee invece per Matteo Salvini potrebbero rappresentare lo spartiacque della sua carriera politica: in caso di flop alle urne la sua segreteria potrebbe iniziare a vacillare tanto che nella Lega da tempo si parla di possibili sostituti alla guida del partito.
Salvini e le elezioni europee
Cinque anni fa Matteo Salvini si è presentato alle elezioni europee un anno dopo aver dato vita insieme al Movimento 5 Stelle al primo governo Conte; grazie al suo ruolo di bastian contrario all’interno della maggioranza, alla massiccia opera di propaganda social portata avanti dalla Bestia e alle sue politiche di tolleranza zero portate avanti dall’alto del Viminale, il ministro in un anno riuscì a raddoppiare i voti della Lega portandoli al 34% dal 17% ottenuto alle politiche 2018.
La crisi del Papeete, la fine della Bestia, la scelta di appoggiare il governo Draghi e una lunga serie di gaffe ed episodi controversi, hanno offuscato poi l’aura di Salvini scivolato ora sotto al 10% nelle intenzioni di voto.
Con i sondaggi che non sembrerebbero indicare un cedimento da parte di Fratelli d’Italia, per la Lega sarà molto difficile risalire la china da qui a giugno. Non a caso Matteo Salvini alle elezioni europee starebbe pensando seriamente di candidarsi di nuovo come capolista in tutte le circoscrizione: se così fosse, con ogni probabilità anche Giorgia Meloni potrebbe decidere di presentarsi alla guida delle liste di FdI.
L’obiettivo della Lega alle elezioni europee così potrebbe essere quello di arrivare a prendere almeno il 10%, un risultato questo che permetterebbe a Salvini di salvare la leadership nel Carroccio tanto che il ministro già da tempo è proiettato verso una lunga campagna elettorale.
I possibili sostituti di Salvini nella Lega
Un risultato inferiore alla doppia cifra per la Lega alle elezioni europee però potrebbe segnare la fine della segreteria targata Matteo Salvini, con i malumori all’interno del partito che da tempo sarebbero crescenti.
Di certo non sarà facile fare le scarpe a un leader come Salvini che ha plasmato il nuovo partito a sua immagine e somiglianza, ma le alternative all’interno del Carroccio di certo non sembrerebbero mancare.
Difficile ipotizzare che Giancarlo Giorgetti possa decidere di provare a scalare il partito, visto che il titolare del Mef nella sua lunga esperienza politica ha preferito sempre ritagliarsi un ruolo da attore non protagonista.
Diverso invece potrebbe essere il discorso riguardante Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, rispettivamente presidenti di Veneto e Friuli-Venezia Giulia che godono di un alto consenso popolare e anche di una sorta di rispetto da parte delle opposizioni.
Se mai uno tra Zaia e Fedriga dovesse decidere di lanciare la sfida a Salvini per la guida della Lega, allora tutto potrebbe succedere compresa quell’ipotesi di scissione che da tempo aleggia sopra i cieli del Carroccio.
Una Lega senza più Matteo Salvini alla guida potrebbe far piacere soprattutto a Giorgia Meloni, visto che una leadership più moderata potrebbe facilitare il lavoro della premier in Europa dove da tempo sta cercando far virare i Popolari verso i lidi dei Conservatori.
Tutto dipenderà da quello che sarà l’esito delle elezioni europee, con Matteo Salvini ben conscio di giocarsi buona parte del suo futuro politico nel voto di giugno.
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