Autoliquidazione e versamenti di giugno rinviati al 30 settembre? È una possibilità, ma molti professionisti ritengono si tratti di “una certezza”.
Decreto Rilancio: la partita per il Fisco non è ancora chiusa visto che con il passaggio in Parlamento per la conversione in legge del D.L. 34/2020 ci potrebbe essere un rinvio per l’autoliquidazione e per i versamenti di giugno.
Tra gli emendamenti discussi presso la Commissione Bilancio della Camera, infatti, ce n’è anche uno che punta a prorogare le scadenze per l’autoliquidazione e i versamenti di giugno, con la nuova data che probabilmente dovrebbe essere settembre 2020.
D’altronde le scadenze fiscali del 30 giugno non sono state argomento di discussione nel Decreto Rilancio; l’unico provvedimento in merito, infatti, è stato quello che ha prorogato tutti quei rinvii dei versamenti disposti sia dal Decreto Cura Italia che dal Decreto Liquidità. Per questi la nuova scadenza è fissata al 16 settembre e come modalità di pagamento i contribuenti potranno scegliere o il saldo unico o la rateizzazione in quattro tranche.
Questo significa che entro la fine del mese i contribuenti dovranno comunque pagare quanto in scadenza a giugno? Secondo molti operatori e professionisti no; come sottolineato da Italia Oggi, infatti, molti danno per certo il rinvio dell’autoliquidazione e delle scadenze di giugno con la conversione in Legge del Decreto Rilancio.
Autoliquidazione e versamenti di giugno rinviati a settembre?
Ed effettivamente qualcosa a riguardo si sta muovendo. Presso la Commissione bilancio della Camera, dove si sta discutendo dei vari emendamenti al Decreto Rilancio (il termine per presentarli è stato fissato al 4 giugno) c’è anche la proposta di Giovanni Currò, deputato del Movimento 5 Stelle, il quale ha annunciato una correzione per le scadenze di autoliquidazione e versamenti di giugno.
Come già vi abbiamo anticipato qualche giorno fa, ci sono diversi motivi per cui Currò ha deciso di farsi portavoce della richiesta di prorogare la scadenza del 30 giugno 2020.
Basti pensare, ad esempio, alle modifiche agli ISA previste dal Decreto Rilancio; il fatto che il sistema di calcolo utile per attribuire un voto in pagella dell’imprenditore sia stato modificato, infatti, giustifica un rinvio della scadenza per i versamenti di IRPEF ed IRES, anche perché, visto il tempo che l’Agenzia delle Entrate potrebbe impiegare per l’aggiornamento del nuovo software questo potrebbe essere disponibile solamente a ridosso della scadenza.
Ma non c’è solo questo motivo: bisogna anche dire che la maggior parte degli studi professionali lamentano di essere oberati dal troppo lavoro e che per questo motivo - vista la necessità di seguire prioritariamente i clienti nella richiesta delle misure per il sostegno del reddito introdotte per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 - al momento non hanno ancora aperto i file riguardanti le dichiarazioni dei redditi delle imprese 2020.
Ed è per questo motivo che tra i professionisti vi è la certezza che con la conversione in Legge del Decreto Rilancio si interverrà laddove il testo originale non è andato con l’autoliquidazione e i versamenti di giugno che dovrebbero essere rinviati alla data del 30 settembre.
Quali rischi in caso di proroga delle scadenze fiscali?
Anche ItaliaOggi ne è convinta e a tal proposito si augura che qualsiasi decisione in merito non arrivi a ridosso della scadenza, come tra l’altro spesso accade.
Sempre questa risponde a coloro che temono ci possano essere entrate negative ad agosto in caso di proroga delle scadenze fiscali di giugno: nel dettaglio, non dovrebbe esserci alcun rischio di questo tipo come dimostra quanto successo lo scorso anno con la proroga per gli ISA a settembre, quando i conti pubblici tennero in quanto lo spostamento delle scadenze andò ad incidere più sui flussi che sul reale gettito.
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