Esiste un metodo per scegliere l’università perfetta? No, purtroppo. Si può invece pensare di puntare sulle proprie capacità, su una vocazione o un obiettivo economico.
Hai finito le superiori e non sai ancora a quale università, e facoltà, iscriverti; niente paura, è il dubbio di molti.
L’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado pone gli alunni davanti a una scelta che può apparire molto difficile: continuare gli studi (università, corsi, accademie) o iniziare a lavorare. La scelta non è semplice e forse non a tutti gli studenti viene data una giusta preparazione per affrontare in tutta tranquillità questa decisione.
Scegliere d’iscriversi all’università, come in altre occasioni ho tenuto a sottolineare, impegna lo studente non solo economicamente; infatti un percorso universitario ha, come minimo, una durata di tre anni (laurea triennale) o cinque (laurea magistrale o a ciclo unico).
La seconda tappa dello studente è la scelta del corso.
Alcuni scelgono per passione, altri per rendimento economico e no, non esiste una risposta corretta. Si può però cercare di delineare quali saranno in futuro le lauree più richieste e quelle con le quali si potrà guadagnare di più. In ogni caso la scelta è personale e non dovrebbe dipendere da condizionamenti esterni.
Come scegliere l’università: vocazione, lavoro e stipendio
Uno studente appena diplomato, se non ha già provato un test d’ingresso, ha poco tempo per pensarci e iscriversi.
Molto spesso i neo diplomati finiscono per scegliere un corso di laurea che non piace loro, lo dimostrano i dati sull’abbandono (ISTAT-MIUR): tra il primo e il secondo anno il tasso di abbandono è più alto e tra le motivazioni c’è proprio la scelta sbagliata del corso.
Non per tutti sarà semplice il percorso universitario e in molte occasioni si avrà la voglia di lasciar perdere e chiudere i libri; proprio per questo bisogna scegliere quello giusto.
Passione e vocazione
Tanto per uno studente del professionale, quanto per uno del liceo, la prima regola è seguire la propria passione.
Per passione e vocazione non si vuole intendere lauree umanistiche e artistiche; diventare studenti di medicina o di economia prevede comunque una buona dose di passione e volontà. In questo caso il consiglio quindi non è tanto fare una scelta tra arte e logica, quanto più sul fattore passione/impegno e quanto questo sarà in grado di ripagare in futuro.
Possibilità di lavoro
Nella scelta dell’università non può mancare un’attenzione per il proprio futuro lavorativo.
C’è chi è in grado di trasformare la propria passione in un lavoro, anche ben retribuito, ma per altri la scelta più logica è quella d’inseguire il mercato e rispondere alla chiamata di un impiego sicuro.
I prossimi anni saranno impegnati nella costruzione di un’Italia sostenibile e digitalizzata, con particolare attenzione alle politiche sociali. Queste le promesse che si leggono nelle pagine del Pnrr (approvato dalla presidente della Commissione UE, Ursula Von der Leyen).
In base agli investimenti del prossimo futuro si può pensare di scegliere un corso del settore chimico-farmaceutico o economico-statistico. In generale, come prevedono Unioncamere e Anpal, la richiesta complessiva di laureati sarà di 1,2 milioni: il 61-62% nel settore privato e indipendenti e 38-39% per quello pubblico (dati de Il Sole 24 Ore.
Ecco gli indirizzi con maggiore richiesta dei prossimi anni:
- dottori in economia e statistica: unità richieste tra 36 mila e 40 mila l’anno;
- area giuridico e politico-sociale: richiesti oltre 39 mila specializzati l’anno;
- settore medico-sanitario, in previsione di un’età delle pandemie prospettata al Global Health Summit, con una richiesta compresa tra i 33-35 mila laureati annui;
- ingegneria, con una domanda tra i 31-35 mila unità;
- settore insegnamento e formazione (tra le quali spiccano scienze motorie e specializzazione per il sostegno scolastico) per un totale di 25 mila docenti.
Una scelta al di là del guadagno
Non è la prima volta che tratto l’argomento “università” e “scelta di carriera” e ogni volta scrivo parole incoraggianti per chi fa una scelta di cuore più che di testa.
In questa particolare occasione, visto anche il contesto storico nel quale i giovani saranno chiamati a lavorare e a fare impresa, il miglior consiglio rimare scegliere autonomamente la propria strada: che sia una scelta di cuore o una scelta di testa, “è importante ricordare che l’uno non esclude l’altro”.
Mettersi alla prova, senza perdere la sfida contro sé stessi è già un traguardo. Il dramma degli studenti suicidatisi per via di pressioni sociali ed economiche sono un segnale, un monito, un allarme da tenere in considerazione.
Per affrontare la scelta in modo intelligente non bisogna dimenticare nessuno dei due aspetti sopra citati (cuore e testa) e muoversi fin da subito in un ambiente ricco e creativo è un ottimo modo per farsi un’idea del proprio posto nel mondo. Per esempio si può partecipare agli Open day o sentire esperienze di chi ha già concluso il percorso di studi universitari tramite i social media o un racconto diretto.
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