Scoperto un nuovo giacimento petrolifero, 15 miliardi di barili in un Paese insospettabile

Violetta Silvestri

14 Novembre 2024 - 11:43

La scoperta di nuove riserve di petrolio da 15 miliardi di barile potrebbe segnare la svolta di un Paese e spingerlo ai vertici della produzione mondiale di greggio. Le novità dal Brasile.

Scoperto un nuovo giacimento petrolifero, 15 miliardi di barili in un Paese insospettabile

Il Brasile pronto a diventare un nuovo hub energetico globale grazie al petrolio.

Nello specifico, secondo le ultime scoperte, la costa meridionale brasiliana potrebbe rivelarsi molto preziosa e portare alla luce un tesoro in termini di materie prime, in grado di ridefinire il ruolo economico del Paese nello scenario energetico globale.

Petrobras sta investendo nell’esplorazione del bacino del Pelotas, una regione ancora poco conosciuta, ma con il potenziale per elevare il Brasile allo stesso livello dei maggiori produttori di petrolio al mondo. Qui potrebbero esserci riserve petrolifere da 15 miliardi di barili.

Il giacimento di petrolio che può cambiare le sorti del Brasile: ecco quanto vale

Gli esperti hanno da subito fiutato il potenziale della scoperta: secondo i dati finora raccolti, infatti, senza alternative valide come il bacino del Pelotas, il Brasile corre il rischio di diventare un importatore di petrolio nei prossimi anni.

Il sito è quindi molto promettente e non a caso sta già suscitando l’interesse dei giganti del settore, come Shell e la cinese CNOOC, che hanno formato consorzi con Petrobras per esplorare il potenziale della regione.

Situato nell’estremo Sud del Brasile, il bacino del Pelotas è stato messo all’asta dall’Agenzia nazionale del petrolio (ANP) nel dicembre 2023, attirando le principali compagnie petrolifere internazionali.

Petrobras ha acquisito 29 blocchi nella regione, formando due consorzi, uno con Shell e CNOOC e l’altro solo con Shell. Chevron ha acquisito 15 blocchi.

Per il geologo Pedro Zalan, la conformazione del bacino del Pelotas presenta notevoli somiglianze con le riserve della Namibia, dove si stima che ci siano fino a 13 miliardi di barili di petrolio: “la somiglianza è totale. E Pelotas è più grande e più profondo”, ha dichiarato l’esperto.

Secondo i suoi calcoli, le riserve petrolifere in questo sito brasiliano potrebbero possedere tra 10 e 15 miliardi di barili, il che spiega la mobilitazione delle grandi compagnie globali.

Petrolio in Brasile: potenzialità, sfide e ostacoli all’estrazione

Secondo Roberto Ardenghi, presidente dell’Istituto Brasiliano del Petrolio (IBP), il bacino del Pelotas è una speranza per evitare che il Brasile dipenda dalle importazioni di petrolio, il che rappresenterebbe una battuta d’arresto in termini di autosufficienza energetica.

Per Ardenghi è fondamentale esplorare nuove aree per sostenere l’economia. Le aziende che hanno acquisito i blocchi alla fine del 2023 si stanno già muovendo per iniziare gli studi sismici nell’area, una fase iniziale che dovrebbe durare dai tre ai quattro anni.

Il processo, però, richiede tempo e risorse. Dopo gli studi sismici, sarà necessario perforare pozzi di prova per confermare l’esistenza del petrolio e valutare la fattibilità economica del progetto.

Solo successivamente la produzione può essere autorizzata dall’ANP, un iter che può richiedere fino a 12 anni. Questa prospettiva a lungo termine richiede una pianificazione dettagliata, ma rappresenta una scommessa importante per l’economia brasiliana.

A differenza del Nord del Brasile, dove l’esplorazione nel Foz do Amazonas sta già sollevando dibattiti ambientali e sociali, il Sud attende con impazienza i benefici economici che il bacino potrebbe portare.

Città come Porto Alegre, Rio Grande, Chuí e la stessa Pelotas sono viste come potenziali centri di sviluppo delle infrastrutture necessarie per il flusso e la produzione di petrolio. Tuttavia, il contesto geologico ed economico del bacino richiede una pianificazione specifica.

“È un’area completamente diversa da Foz do Amazonas”, ha spiegato Ardenghi, sottolineando che è necessario valutare le condizioni della regione prima di intraprendere attività di esplorazione su larga scala.

Nel Nord, la vicinanza ad altre scoperte già fatte in Guyana e Suriname sul Margine Equatoriale ha dato una spinta agli investimenti, mentre Pelotas attende ancora la conferma delle sue ricchezze.

Il Brasile a caccia di petrolio

La rilevanza delle imminenti scoperte di Pelotas è legata alla necessità di diversificare le riserve petrolifere brasiliane.

Attualmente, le riserve accertate nel Paese ammontano a circa 15,9 miliardi di barili. In questo scenario, Petrobras e altre aziende scommettono sul giacimento di Pelotas come nuova frontiera produttiva, in grado di garantire l’autosufficienza del Brasile nel settore energetico.

Questa corsa verso nuove riserve petrolifere riflette anche la crescente domanda globale di energia e la ricerca da parte delle aziende di opportunità in regioni inesplorate.

Secondo un sondaggio di O Globo, lo sviluppo del bacino del Pelotas ha il potenziale per elevare il Brasile allo status di potenza nel settore energetico, soprattutto in vista di una stabilizzazione della produzione in altre aree del Paese.

Con la possibilità di una riserva che potrebbe superare la soglia dei 15 miliardi di barili, il bacino della Pelotas ha riacceso l’ottimismo. Ma, come sottolineano gli esperti, la conferma e l’esplorazione su larga scala richiederanno investimenti e, soprattutto, tempo.

L’imminente scoperta, tuttavia, rappresenta un primo passo importante verso il consolidamento del Brasile come uno dei leader mondiali nella produzione di petrolio.

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