Scuola e coronavirus: prevenzione in aula inutile? Cosa serve davvero

Violetta Silvestri

15/07/2020

Preparativi in corso per tornare a scuola a settembre in sicurezza. Le misure previste contro il coronavirus in aula sono davvero utili? Parla il virologo Crisanti, secondo il quale per gli alunni dai 6 ai 13 anni serve altro.

Scuola e coronavirus: prevenzione in aula inutile? Cosa serve davvero

Scuola a settembre al sicuro dal coronavirus: questa è la missione del Governo in questi due mesi che separano gli studenti italiani dal rientro in aula.

Il piano di prevenzione è al vaglio dei tecnici per i dettagli, mentre la ministra Azzolina ha annunciato la gara per i test seriologici da sottoporre al personale scolastico e per i banchi nuovi da disporre nelle aule.

Distanziamento, igiene e mascherine rientrano nel programma sicurezza per la scuola a prova di coronavirus. Ma tutto questo sarà davvero utile?

Alla domanda ha risposto il virologo Andrea Crisanti, dell’Università di Padova. Per l’esperto adottare misure preventive per gli alunni dai 6 ai 13 anni non è affatto efficace. Perché? I motivi e cosa serve davvero.

Scuola anti-COVID: ecco cosa serve davvero per il virologo

Il virologo Crisanti ha esposto il suo pensiero su cosa potrebbe davvero mettere al sicuro i ragazzi dai 6 ai 13 anni mentre sono a scuola.

Impensabile, secondo l’esperto, che distanziamento e mascherine bastino per stare tranquilli tra i banchi. Queste le parole dell’esperto intervenuto a una trasmissione su La7:

“Qualsiasi misura di prevenzione sulla scuola, dai 6 ai 13 anni è inutile, perché una volta usciti di classe possono fare quello che vogliono”

Il riferimento è alla difficoltà di controllare i comportamenti relazionali e di gioco dei bambini una volta finita la giornata scolastica.

Come fare, quindi, per proteggere gli alunni più piccoli dal rischio contagio tra i banchi? La soluzione va cercata in almeno due elementi chiave per la prevenzione: la vaccinazione antinfluenzale e il controllo contagi a livello territoriale.

L’esperto ha chiarito che:

“La cosa da fare è implementare la vaccinazione influenzale, dopodiché i ragazzi che vengono da aeree geografiche dove ci sono contagi o cluster non vanno a scuola”

Saper tracciare i positivi, intervenire in modo rapidi per isolarli e gestire con efficienza possibili focolai restano le linee guida più serie secondo Crisanti. Alle quali si aggiunge l’importanza della campagna per il vaccino contro l’influenza.

Sarebbero questi passi importanti per tornare a scuola in sicurezza a settembre.

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