Alcuni insegnanti vincitori del concorso scuola 2020 oggi rischiano il licenziamento a causa di una sentenza del Consiglio di Stato che annulla le prove suppletive.
Una storia paradossale quella di alcuni insegnanti a rischio licenziamento dopo aver superato il concorso scuola 2020 ed essere stati assunti dal ministero dell’Istruzione e del Merito.
Si tratta dei docenti che nel 2021 non hanno potuto svolgere le prove del concorso scuola a causa della pandemia di Covid, perché in isolamento, e che hanno ottenuto nella primavera del 2023 di poter svolgere le prove suppletive grazie a una sentenza del Tar del Lazio.
A impugnare la sentenza appellandosi al Consiglio di Stato, ed è questo l’aspetto che rende abbastanza grottesca la vicenda, è lo stesso ministero dell’Istruzione che ha organizzato e somministrato le prove suppletive del concorso scuola ai docenti ricorrenti.
I ricorrenti interessati dalla sentenza sono 200 e sul caso intervengono le opposizioni e i sindacati. Vediamo nel dettaglio perché gli insegnanti rischiano il licenziamento secondo quanto stabilito dal Consiglio di Stato.
Scuola: insegnanti vincitori di concorso ora rischiano il licenziamento per una sentenza
Gli insegnanti vincitori del concorso scuola che ora rischiano il licenziamento stanno svolgendo l’anno di prova o sono in posizione utile in graduatoria per le future assunzioni. La loro vita potrebbe cambiare dal momento che il Consiglio di Stato ha deciso che le prove suppletive svolte nell’aprile del 2023 non sono valide. Ma per capire questa vicenda occorre andare per gradi.
Circa 200 insegnanti iscritti al concorso scuola ordinario 2020 che non hanno potuto svolgere le prove nell’autunno del 2021, perché in isolamento o quarantena da Covid - ricordiamo che al tempo vigeva ancora lo stato di emergenza e le regole erano molto stringenti per evitare il contagio - hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio, accompagnati dai sindacati, per richiedere la possibilità di svolgere delle prove suppletive.
Il Tar si è pronunciato a favore dei ricorrenti imponendo al ministero dell’Istruzione di svolgere le prove suppletive tenutesi nella scorsa primavera. Il Mim, nonostante le prove e la successiva assunzione a tempo determinato per l’anno di prova di alcuni dei docenti coinvolti, ha impugnato quella sentenza davanti al Consiglio di Stato che qualche giorno fa si è pronunciato a favore di viale Trastevere e contro la decisione del Tar.
La sentenza n. 766 del 24 gennaio, infatti, ha affermato “il principio dell’irrilevanza degli impedimenti soggettivi dei concorrenti, pure se causati da caso fortuito o forza maggiore, ai fini della partecipazione al concorso, di fatto annullando la sentenza del Tar che avevo ordinato le prove suppletive”.
Sulla vicenda degli insegnanti a rischio licenziamento sono intervenuti i sindacati e anche il Pd ha chiesto un’interrogazione parlamentare.
Scuola, insegnanti a rischio licenziamento: intervento sindacati e Pd
Sulla questione degli insegnanti a rischio licenziamento è intervenuta Irene Manzi, capogruppo in commissione Istruzione che ha annunciato un’interrogazione firmata con Ilenia Malvasi e Anna Ascani.
Il ministro dell’Istruzione deve dirci come intende porre rimedio a una situazione che rischia di arrecare danno e pregiudizio ai diritti di molti insegnanti degli alunni e delle loro famiglie.
Ha dichiarato Manzi che ha chiesto al ministero di farsi carico della vicenda e “di trovare soluzioni che tengano conto delle aspettative maturate nel frattempo dai docenti assunti.”
Anche Flc Cgil ha pubblicato un comunicato per chiedere una soluzione immediata alla situazione degli insegnanti a rischio licenziamento:
Valutiamo illogica e ingiusta e che provocherà l’assurda situazione in cui docenti che hanno superato un concorso pubblico (alcuni con il massimo dei voti) e stanno svolgendo l’anno di prova con profitto verranno licenziati come se nulla fosse accaduto. - Si legge nel comunicato che aggiunge: La Flc Cgil denuncia la grave e imprevista situazione e ha chiesto fin dal novembre 2023 un incontro urgente al Ministero proprio su questo tema, non ricevendo alcuna risposta. Abbiamo ora promosso interventi parlamentari per avere i chiarimenti sulla situazione e continueremo ad assistere i diretti interessati, in tutti i modi possibili, che insieme concorderemo nell’assemblea indetta per il prossimo 2 febbraio.
C’è da dire che questa situazione si sarebbe potuta evitare prevedendo già nel bando del concorso scuola 2020 delle prove suppletive in caso di isolamento o infezione da Covid. Il bando del concorso, infatti, venne pubblicato in pieno lockdown il 28 aprile 2020, in pieno stato di emergenza, e un decreto successivo ha modificato le prove che hanno preso il via circa un anno e mezzo dopo e che si sono protratte, per la scuola secondaria, nel 2022.
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