Il tuo desiderio è di andare subito in pensione ma non soddisfi i requisiti imposti dalla riforma Fornero? Devi sapere che ci sono delle alternative, ecco quali.
Sei stanco di lavorare e speri con tutto te stesso che il momento di andare in pensione arrivi il prima possibile. Tuttavia, per raggiungere la condizione di pensionato come definita dalla legge Fornero del 2011 deve ancora passare un po’ di tempo, visto che non soddisfi né i requisiti per la pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 anni di contributi) né per quella anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi, uno in meno per le donne).
Quel che forse non sai è che ci sono delle strade alternative per uscire subito dal mercato del lavoro; significa che se soddisfi alcuni requisiti puoi andare in pensione già oggi, o comunque smettere di lavorare così da percepire nel frattempo un sostegno economico fino a quando non ci sarà il pensionamento vero e proprio.
Ne abbiamo individuate diverse, chissà che non possano rappresentare una via d’uscita per un rapido accesso alla pensione.
1) In pensione subito con 41 anni di contributi
Se hai versato 41 anni di contributi potresti già andare in pensione, a patto di soddisfare altri requisiti. Ciò è possibile grazie alla cosiddetta Quota 41, oggi riservata a coloro che:
- fanno parte della categoria dei lavoratori precoci, in quanto hanno versato 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età;
- fanno parte delle categorie dei fragili, ossia sono disoccupati di lunga durata, invalidi con percentuale di almeno il 74%, caregivers (chi assiste una persona disabile) o comunque impiegati in mansioni usuranti.
Soddisfando entrambe delle suddette condizioni, il diritto alla pensione si raggiunge con qualche anno di anticipo rispetto a quanto indicato dalla pensione anticipata, poiché sono sufficienti 41 anni di contributi - indipendentemente dall’età - per smettere di lavorare.
2) In pensione subito a 64 anni
Se rientri interamente del regime contributivo, ossia hai iniziato a versare contributi dopo l’1 gennaio 1996, puoi andare in pensione a 64 anni; e il requisito contributivo richiesto non è diverso da quello della normale pensione di vecchiaia, in quanto sono sufficienti 20 anni.
Tuttavia, possono andare in pensione a 64 anni solamente coloro che sono riusciti ad assicurarsi un assegno pari o superiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale. Considerando i valori attuali, dunque, tale possibilità è riservata a coloro che andando in pensione avranno diritto a un assegno pari almeno a 1.310,70 euro, il che non così scontato considerando le regole, svantaggiose per l’interessato, del calcolo contributivo.
A 64 anni, inoltre, si può accedere alla cosiddetta Quota 102, per la quale bisogna avere nel contempo 38 anni di contributi versati. Per tale misura c’è tempo fino al 31 dicembre 2022.
3) Smettere di lavorare a 63 anni
In alternativa c’è una misura di accompagnamento alla pensione conosciuta come Ape sociale, in scadenza il 31 dicembre prossimo. Si tratta di un anticipo pensionistico, in quanto all’interessato viene data solamente la possibilità di smettere di lavorare con largo anticipo, già all’età di 63 anni, mentre l’accesso vero e proprio alla pensione avviene solo al raggiungimento dei requisiti fissati dalla normativa per pensione di vecchiaia e anticipata.
Dov’è il vantaggio allora? Ciò dipende dal fatto che nel periodo che va dall’uscita dal mercato del lavoro all’accesso alla pensione si percepisce un’indennità sostitutiva, il cui importo è finanziato da un prestito di un istituto di credito, di cui però si fa carico lo Stato.
Anche l’accesso all’Ape sociale, però, è riservato ad alcune categorie di persone, le stesse della Quota 41. Quindi disoccupati, invalidi e caregivers, ai quali viene chiesto di aver versato almeno 30 anni di contributi. All’Ape sociale possono accedere anche gli addetti a mansioni usuranti, tuttavia per questi il requisito contributivo è di 36 anni.
4) In pensione a 58 anni
Le donne possono andare in pensione anche a 58 anni, oppure 59 nel caso in cui si tratti di lavoratrici autonome. Ciò è merito della cosiddetta Opzione donna, misura con la quale si può smettere di lavorare con largo anticipo a patto di aver maturato almeno 35 anni di contributi.
Altra condizione fondamentale è l’accettare che l’assegno venga ricalcolato completamente applicando le regole del contributivo, anche per la parte che altrimenti sarebbe stata calcolata con il più vantaggioso sistema retributivo.
Va detto poi che possono accedere a tale opzione solo coloro che ne hanno maturato i requisiti entro il termine del 31 dicembre 2021. Inoltre, altro aspetto importante è rappresentato dalle cosiddette finestre mobili: devi sapere, infatti, che una volta raggiunti i requisiti per l’accesso a Opzione donna la pensione non viene pagata immediatamente, in quanto deve trascorrere un periodo di almeno 12 mesi, che diventano 18 per le lavoratrici autonome.
5) In pensione senza contributi
Se invece hai compiuto i 67 anni ma non hai sufficienti contributi per andare in pensione, per te c’è la possibilità offerta dall’assegno sociale, una misura assistenziale erogata in favore di quei soggetti che si trovano in una situazione economica di difficoltà.
L’importo nel 2022 è pari a 468,11 euro per 13 mensilità, e spetta a chi ha un reddito individuale non superiore a 6.085,43 euro. Tuttavia, hanno diritto al pieno importo solamente coloro che hanno un reddito pari a zero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA