Se hai uno di questi vecchi francobolli italiani puoi rivenderlo a più di 7.000 euro

Andrea Fabbri

28 Aprile 2025 - 05:21

Buone notizie per gli appassionati di filatelia. Alcuni francobolli emessi nel 1900 valgono diverse migliaia di euro. Ecco i più ricercati dai collezionisti

Se hai uno di questi vecchi francobolli italiani puoi rivenderlo a più di 7.000 euro

Il mondo del collezionismo è in evoluzione continua ma non perde mai i suoi due capisaldi: numismatica e filatelia. Nonostante la recente passione per il vintage, monete rare e francobolli restano sulla cresta dell’onda e rappresentano dei veri e propri investimenti alternativi. Oggi parleremo proprio dei secondi e andremo a scoprire alcuni pezzi italiani emessi nel secolo scorso che possono essere rivenduti a diverse migliaia di euro.

Il francobollo mai emesso del K2 vale circa 7.500 euro

Quello che rende i francobolli dei pezzi da collezione unici è spesso la storia che si nasconde dietro alla loro emissione. É proprio questo il caso del francobollo “K2”, stampato nel 1955 per celebrare la spedizione italiana che nel 1954 conquistò la vetta della seconda montagna più alta del pianeta.

Purtroppo, però, quel francobollo da 25 lire fu soltanto stampato e mai emesso ufficialmente. Secondo gli esperti ne esistono comunque 80 esemplari (oltre ad altrettanti pezzi di prova) e ognuno di essi ha un valore vicino ai 7.500 euro.

La leggenda del Gronchi Rosa

Impossibile parlare di francobolli italiani senza citare il Gronchi Rosa, un pezzo da collezione che ha travalicato i confini della filatelia per entrare nell’immaginario popolare come sinonimo di rarità.

Per i pochi che non lo conoscono, il Gronchi Rosa è un francobollo “sbagliato” da 205 lire stampato in occasione del viaggio in Sudamerica del Presidente della Repubblica Gronchi. L’errore di stampa fu quello dei confini sbagliati del Perù e il francobollo venne subito sostituito da una variante in grigio.

Circa 70mila copie, però, vennero spedite e oggi ognuna di esse ha un valore superiore ai 1.000 euro. Cifra che sale a più di 4.000 euro se il francobollo in questione è provvisto di una certificazione storica del 1961.

I “Trittici di Balbo” valgono quanto un’auto nuova

Nel 1933, in piena epoca fascista, il Regno d’Italia decise di omaggiare l’ultima crociera aerea transatlantica organizzata dal gerarca Italo Balbo con un francobollo commemorativo.
Una serie di francobolli composta da tre parti divisibili che, messe insieme, raffigurano i 3 elementi iconici del Regno.

Di questo trittico sembra ne esistano soltanto 20 copie e ognuna di esse è valutata circa 18.000 euro.

Il falso “Due popoli, un Führer”: la burla che vale 3.500 euro

Nel 1941 l’Italia fascista era impegnata nella seconda guerra mondiale a fianco della Germania nazista. Per celebrare l’alleanza venne emesso un francobollo dal nome “Due popoli, una guerra”.

Di quel pezzo da collezione, nel 1943, uscì una copia sarcastica che voleva irridere la sudditanza di Mussolini al cospetto di Hitler. Ed è proprio quest’ultima la più ambita dai collezionisti: un esemplare ben conservato vale tra i 1.000 euro e i 3.500 euro.

Un errore che fa la differenza: il francobollo dedicato ad Alessandro Volta

Molto spesso, come abbiamo visto per il Gronchi Rosa, sono gli errori di stampa a rendere un normale francobollo un pezzo da collezione. È il caso della serie dedicata alle celebrazioni per i 100 anni della morte dell’inventore Alessandro Volta.

Di questo francobollo da 20 lire del 1927 vennero stampati 480 esemplari di colore violetto invece che rosso. Averne uno in questa colorazione significa nascondere un tesoro da circa 8.000 euro.

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