KKR ha chiesto a TIM di posticipare offerta per Netco di 2 settimane. Il termine ora è fissato al 15 ottobre. Sebbene il rifiuto è improbabile, il titolo scende.
Compare un segnale ribassista sulle azioni Telecom Italia. In avvio di ottava il titolo di Piazza Affari scende del 3,2% a 0,31 euro, disegnando sul grafico a candele giornaliere un engulfing pattern. A far scattare le vendite, la richiesta di Kkr di far slittare la scadenza per la proposta vincolante dal 30 settembre al 15 ottobre.
Cosa sta succedendo? Una sintesi del dossier NetCo di TIM
Telecom Italia sta vendendo la sua NetCo, una joint venture che comprende sia la rete fissa domestica di TIM che l’operatore di telecomunicazioni internazionale Sparkle. La rete telefonica fissa di TIM copre quasi l’89% delle famiglie del paese e il suo cavo in fibra si estende per oltre 23 milioni di chilometri in tutto il territorio nazionale. La rete via cavo di Sparkle si estende per oltre 600.000 km ed è presente direttamente in 32 paesi.
Con un debito netto di 26 miliardi di euro e una forte perdita di liquidità, TIM è stata costretta a cedere il suo principale asset, una mossa che sarebbe la prima in un importante paese europeo tra le ex-monopoliste telefoniche. La vendita è al centro della strategia del CEO Pietro Labriola per ridefinire radicalmente l’azienda, le cui entrate si sono ridotte negli anni a causa della forte concorrenza sul territorio nazionale. Va però ricordato che molte iniziative simili in passato non hanno avuto successo.
La rete TIM rappresenta l’infrastruttura di telecomunicazioni principale in Italia e i governi cercano da anni di garantire che vengano effettuati investimenti per aggiornarla alla fibra ottica veloce, sostituendo il vecchio rame. Lo Stato italiano è presente tramite CDP con una quota di quasi il 10%, forte del fatto che l’infrastruttura delle telecomunicazioni è considerata un bene nazionale strategico. Il Tesoro prevede di acquisire una quota del 15-20% nella business NetCo in vendita.
Una volta presentata un’offerta vincolante, ottenere il sostegno di Vivendi sarà cruciale per garantire una conclusione senza intoppi della vendita. Con la sua quota del 24% con diritto di voto, Vivendi potrebbe mettere i bastoni tra le ruote in qualsiasi assemblea dei soci di TIM per votare su un accordo o contestarlo in tribunale.
Telecom Italia: strategie operative con i Turbo Certificates di UniCredit
Nonostante il brusco ribasso di inizio settimana, il trend di Telecom Italia resta orientato al rialzo. Il rally partito ad agosto - culminato in area 0,3250 a ridosso dei massimi toccati a marzo - ha perso slancio in risposta alla situazione di ipercomprato emersa sugli oscillatori di momentum. Lo scenario grafico di breve termine potrebbe peggiorare nel caso di discese sotto area 0,3090, con conferme sotto 0,30. In tal caso si potrebbe assistere ad un’accelerazione al ribasso verso 0,2920, poi fino a 0,2830 e 0,2730. Al rialzo, invece, la rottura di area 0,3250 potrebbe rivitalizzare l’uptrend verso obiettivi a 0,35 e 0,3675.
Per operare long sulle azioni Telecom Italia potrebbe aver senso utilizzare un certificato Turbo Open End di Unicredit con ISIN DE000HC6JXB6. Il certificato ha come sottostante Telecom Italia e presenta una barriera distante attualmente il 21,65%.
Per operare Short, invece, potrebbe essere appropriato utilizzare il certificato Turbo Open End Short di Unicredit con ISIN DE000HC41KW3, avente una barriera distante il 19,91% e come sottostante Telecom Italia.
Ricordiamo che tale barriera corrisponde a un vero e proprio stop loss, intrinseco nel prodotto, toccato il quale si genera automaticamente la chiusura della posizione.
I certificati Turbo Open End di Unicredit, inoltre, eliminano il problema del limite temporale dall’investimento senza però mantenere la presenza del fastidioso effetto compounding. Sono comunque strumenti finanziari complessi: per le operazioni di trading resta importante settare uno stop loss sulla base delle proprie esigenze e delle giuste regole di money management.
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