Serbia e Finlandia, i nuovi fronti della Nato in Europa

Roberto Vivaldelli

23 Novembre 2023 - 06:40

Dopo il fallimento della controffensiva ucraina, in Europa rischiano di aprirsi altri fronti: tensioni in Kosovo e anche sul confine tra Russia e Finlandia. Gli obiettivi della Nato.

Serbia e Finlandia, i nuovi fronti della Nato in Europa

Mentre il mondo è concentrato sulla tragedia umanitaria di Gaza, e in Ucraina la stampa internazionale prende atto - con mesi di ritardo - del fallimento della controffensiva di Kiev, con le annesse ripercussioni sulla presidenza di Volodymyr Zelensky, in Europa il rischio è che si accendano nuovi, altrettanto pericolosi, focolai di tensione. Il problema principale è dato dalla decisione, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, di espandere i confini dell’Alleanza Atlantica a est, inglobando i Paesi che facevano parte del Patto di Varsavia, oltre alla decisione di intervenire militarmente contro Belgrado nel 1999 con l’operazione Operazione Allied Force. George Kennan, fautore della politica di contenimento degli Stati Uniti durante la Guerra Fredda, in un’intervista al New York Times del maggio 1997 avvertì che l’espansione a est della Nato avrebbe provocato la reazione di Mosca: “Penso che i russi reagiranno gradualmente in modo piuttosto negativo e ciò influenzerà le loro politiche. Penso che sia un tragico errore. Non c’era alcun motivo per questo. Nessuno stava minacciando nessun altro”. Un appello purtroppo rimasto inascoltato.

Venti di guerra in Kosovo

Ora la storia presenta il conto di questi tragici errori ma i vertici della Nato perseguono negli stessi, identici, sbagli, con il rischio di aprire altri fronti con la Russia o con Paesi storicamente legati a Mosca (come la Serbia). Secondo quanto dichiarato lunedì dal segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, la Nato sta infatti valutando di aumentare in maniera permanente il numero di truppe presenti nei Balcani occidentali come strumento di deterrenza al fine di tenere sotto controllo i possibili focolai. L’Alleanza, ricorda in tal senso l’agenzia Reuters, ha inviato centinaia di forze aggiuntive in Kosovo dalla Gran Bretagna e dalla Romania, dopo che il 24 settembre scorso l’azione armata di una trentina di serbi nel villaggio di Banjska ha alzato la tensione del Nord del Kosovo a maggioranza serba. La presidente kosovara Vjosa Osmani ha denunciato apertamente “l’aggressione della Serbia nei confronti del Kosovo” sollecitando il sostegno degli alleati occidentali negli sforzi di Pristina per «imporre legge e ordine e preservare la sovranità» e l’integrità del Paese. Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha replicato affermando che il “terrore” del governo del Kosovo ha spinto la minoranza serba ad una “rivolta”. [...]

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