Serve la Partita Iva per fare l’influencer?

Patrizia Del Pidio

30/01/2023

Chi guadagna su Tik Tok, Instagram, YouTube, ma anche altri social network come influencer deve aprire una partita Iva?

Serve la Partita Iva per fare l’influencer?

Sempre più persone, soprattutto a partire dal primo lockdown, hanno scoperto che guadagnare con i social network è possibile. Postare video e diventare influencer divertendosi permette anche di guadagnare bene e questa apre a scenari lavorativi che fino a qualche decennio fa erano, certamente, inimmaginabili.

Ma proprio perché si tratta di scenari nuovi molto spesso non si sa come assoggettarli a tassazione o come configurarli lavorativamente. E una delle domande che ci si pone più spesso è: serve la partita Iva per fare l’influencer?

Cosa fa l’influencer? Promuove e sponsorizza prodotti attraverso i social network, ed in alcuni casi il prodotto che promuove è la sua immagine. Il social network, a fronte di visite gli corrisponde un compenso. Se sponsorizza un prodotto riceve un compenso dal produttore o da chi per lui.

Cosa succede a questi compensi? L’influencer può pubblicare post e riscuotere compensi senza partita Iva?

L’alternativa alla partita Iva è il lavoro autonomo occasionale

Uno degli errori più comuni che si compiono in ambito partita Iva è che se non si raggiunge un fatturato di 5.000 euro l’anno si è esonerati dall’apertura e si può operare in ritenuta d’acconto. Ma non è così. L’esonero c’è quando si parla di lavoro autonomo occasionale, ovvero quando si tratta di una attività non abituale, non continuativa, non organizzata e non professionale. In quel caso, se non si superano i 5.000 euro l’anno di compensi l’apertura della Partita Iva non è necessario.

Una qualsiasi attività che si svolge per hobby e senza professionalità e continuità, quindi, se apporta un modico guadagno, può essere svolta senza partita Iva. Quando invece, è continuativa, è l’unica fonte di guadagno l’apertura di partita Iva è necessaria.

L’influencer deve aprire partita Iva

Se l’influencer appare quotidianamente sui social network non può affermare che si tratti di un’attività sporadica a prescindere che guadagni o meno 5.000 euro l’anno.

In questo caso quello che rende obbligatoria l’apertura della partita Iva non è il guadagno ma il fatto che eserciti una attività professionale continuativa.

Ovviamente se si pubblica su Instagram, Twitch, TikTok o YouTube un post ogni tanto, l’attività professionale continua non si profila e, quindi, il guadagno derivante si può riscuotere tranquillamente anche senza partita Iva.

Ma nel momento che c’è pubblicazione a cadenza regolare con uno o più post al giorno su uno o più social network la sporadicità della professione viene meno. E si deve regolarizzare la posizione.

Quale regime fiscale scegliere?

Appurato che se un influencer svolge l’attività in modo continuativo, al di là di quelli che sono i guadagni, deve aprire una partita Iva, non resta che scegliere il regime fiscale tra:

I codice Ateco che può utilizzare per l’apertura della partita Iva sono essenzialmente due:

  • 73.11.02, “Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari” se l’influencer guadagna dalle sole sponsorizzazioni per conto di un committente;
  • 73.11.01, “Ideazione di campagne pubblicitarie” se l’influencer guadagna anche dalla creazione di post.

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