Chi guadagna su Tik Tok, Instagram, YouTube, ma anche altri social network come influencer deve aprire una partita Iva?
Sempre più persone, soprattutto a partire dal primo lockdown, hanno scoperto che guadagnare con i social network è possibile. Postare video e diventare influencer divertendosi permette anche di guadagnare bene e questa apre a scenari lavorativi che fino a qualche decennio fa erano, certamente, inimmaginabili.
Ma proprio perché si tratta di scenari nuovi molto spesso non si sa come assoggettarli a tassazione o come configurarli lavorativamente. E una delle domande che ci si pone più spesso è: serve la partita Iva per fare l’influencer?
Cosa fa l’influencer? Promuove e sponsorizza prodotti attraverso i social network, ed in alcuni casi il prodotto che promuove è la sua immagine. Il social network, a fronte di visite gli corrisponde un compenso. Se sponsorizza un prodotto riceve un compenso dal produttore o da chi per lui.
Cosa succede a questi compensi? L’influencer può pubblicare post e riscuotere compensi senza partita Iva?
L’alternativa alla partita Iva è il lavoro autonomo occasionale
Uno degli errori più comuni che si compiono in ambito partita Iva è che se non si raggiunge un fatturato di 5.000 euro l’anno si è esonerati dall’apertura e si può operare in ritenuta d’acconto. Ma non è così. L’esonero c’è quando si parla di lavoro autonomo occasionale, ovvero quando si tratta di una attività non abituale, non continuativa, non organizzata e non professionale. In quel caso, se non si superano i 5.000 euro l’anno di compensi l’apertura della Partita Iva non è necessario.
Una qualsiasi attività che si svolge per hobby e senza professionalità e continuità, quindi, se apporta un modico guadagno, può essere svolta senza partita Iva. Quando invece, è continuativa, è l’unica fonte di guadagno l’apertura di partita Iva è necessaria.
L’influencer deve aprire partita Iva
Se l’influencer appare quotidianamente sui social network non può affermare che si tratti di un’attività sporadica a prescindere che guadagni o meno 5.000 euro l’anno.
In questo caso quello che rende obbligatoria l’apertura della partita Iva non è il guadagno ma il fatto che eserciti una attività professionale continuativa.
Ovviamente se si pubblica su Instagram, Twitch, TikTok o YouTube un post ogni tanto, l’attività professionale continua non si profila e, quindi, il guadagno derivante si può riscuotere tranquillamente anche senza partita Iva.
Ma nel momento che c’è pubblicazione a cadenza regolare con uno o più post al giorno su uno o più social network la sporadicità della professione viene meno. E si deve regolarizzare la posizione.
Quale regime fiscale scegliere?
Appurato che se un influencer svolge l’attività in modo continuativo, al di là di quelli che sono i guadagni, deve aprire una partita Iva, non resta che scegliere il regime fiscale tra:
- regime forfettario;
- regime ordinario.
I codice Ateco che può utilizzare per l’apertura della partita Iva sono essenzialmente due:
- 73.11.02, “Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari” se l’influencer guadagna dalle sole sponsorizzazioni per conto di un committente;
- 73.11.01, “Ideazione di campagne pubblicitarie” se l’influencer guadagna anche dalla creazione di post.
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