Si può lasciare casa ai figli senza far pagare le tasse?

Ilena D’Errico

18 Ottobre 2024 - 23:06

Lasciare casa ai figli senza far loro pagare le tasse è possibile. Ecco a quali condizioni e come fare.

Si può lasciare casa ai figli senza far pagare le tasse?

Quasi ogni genitore a un certo punto comincia a pensare di lasciare casa ai figli, considerata ancora adesso una garanzia importante per il loro futuro. Al di là delle valutazioni economico-finanziarie, si assicura alla prole quanto meno un’abitazione in cui vivere, senza pagare spese particolari, sostenibile anche in eventuali momenti di difficoltà. Far ricadere in capo dei figli pesanti tasse va contro questi buoni propositi, ma la buona notizia è che in alcuni casi può essere evitato. Ecco quando è possibile lasciare casa ai figli senza far pagare le tasse e come fare.

Separazione e divorzio: accordi esentasse

Pochi lo sanno, ma c’è un metodo sicuro per lasciare casa ai figli senza far loro pagare le tasse ed è previsto espressamente dalla legge a questo scopo. Non si tratta quindi di uno stratagemma, ma nemmeno di una pianificazione meticolosa per usufruire dei vari benefici e agevolazioni in vigore. Molto semplicemente la legge - nello specifico la legge n. 74/1987 - prevede l’esenzione fiscale per i trasferimenti immobiliari tra coniugi oppure da genitori a figli stabiliti dagli accordi di separazione o divorzio.

La condizione essenziale è evidente: gli accordi sono finalizzati alla risoluzione di una crisi e prevedono il trasferimento immobiliare. Come specificato in più occasioni direttamente dall’Agenzia delle entrate, infatti, lo scopo della norma è quello di facilitare “l’accesso alla tutela giurisdizionale, evitando che l’imposizione fiscale possa gravare sui coniugi rendendo ancora più difficile il superamento della crisi coniugale”. In altre parole, il prelievo fiscale viene sacrificato in nome di un interesse prioritario.

L’Agenzia chiarisce inoltre che l’elemento caratterizzante di questo genere di accordi, nonché quello che giustifica l’esenzione fiscale, è proprio la “risoluzione delle crisi di famiglia”; mentre la norma citata menzioni gli accordi di scioglimento del matrimonio (o di cessazione degli effetti civili), nonché quelli di istituzione o revisione dell’assegno di mantenimento nei confronti del coniuge o dei figli.

Per questa ragione, si potrebbe ritenere applicabile l’esenzione - operante su “imposta di bollo, di registro e ogni altra tassa” - anche agli accordi tra genitori non sposati che hanno ad oggetto il mantenimento. In realtà, la Cassazione si è pronunciata con parere sfavorevole riguardo ai trasferimenti tra ex conviventi o coppie di fatto, mentre non c’è ancora un orientamento consolidato relativo all’accordo negoziale tra genitori mai coniugati. Su quest’ultimo punto è comunque probabile il parere positivo.

La giurisprudenza, in particolare della Corte di Cassazione, ha infatti dato spesso un’interpretazione piuttosto estensiva della norma, ammettendo in linea generale l’esenzione nell’ambito dei trasferimenti stipulati negli accordi di risoluzione consensuale della crisi, anche quando non condizioni essenziali del patto. L’esenzione, invece, si applica senza dubbio allo scioglimento dell’unione civile. In situazioni dubbie è comunque opportuno farsi assistere da un professionista.

Alle condizioni richiamate, il trasferimento della casa ai figli è esentasse, senza nemmeno particolari formalità ulteriori all’accordo e al rogito notarile. È bene ricordare che la condizione di separazione o divorzio deve essere veritiera: l’eventuale simulazione darebbe adito ad azioni di revoca, fra le altre conseguenze legali.

Altre agevolazioni per i figli

I figli possono beneficiare di alcune agevolazioni nel trasferimento di un immobile da parte del genitore. Quando si tratta della prima casa, si beneficia della riduzione dell’imposta di registro dal 9% al 2% del valore del bene. Le imposte ipotecarie e catastali si pagano, invece, nella misura fissa di 200 euro ciascuna.

Importante notare che i figli godono di un trattamento agevolato anche in riferimento alla tassa di donazione, corrispondente al 4% del valore dell’immobile, calcolato sull’eccedenza di 1 milione di euro. In altre parole, se la casa ha un valore minore - la maggioranza dei casi - non si paga l’imposta di donazione.

Grazie a queste agevolazioni anche coloro che ricevono l’immobile da un genitore indipendentemente da divorzi e separazioni possono usufruire di un trattamento fiscale più accomodante.

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