Slitta il taglio Irpef al ceto medio, a quando lo sconto sulle tasse?

Patrizia Del Pidio

11 Dicembre 2024 - 10:14

Gli interventi sulla seconda aliquota Irpef, quella che tassa il ceto medio, sono rinviati. Quando ci sarà lo sconto sulle tasse?

Il taglio Irpef annunciato per il ceto medio è stato rinviato, ma quando chi guadagna più di 28.000 euro potrà contare sullo sconto per le tasse? La Legge di Bilancio 2025 è, ormai, ai nastri di partenza con la Commissione Bilancio alla Camera che inizia l’esame degli emendamenti.

Nel pomeriggio di lunedì 9 dicembre il vertice di maggioranza si è riunito a Palazzo Chigi prima del Consiglio dei Ministri per fare il punto sulla situazione. La presenza del viceministro Maurizio Leo ha consentito di fare i conti sui fondi del concordato preventivo biennale, la cui proroga è in scadenza domani, 12 dicembre, per comprendere se è il caso di usarli o meno in Manovra per il taglio Irpef per il ceto medio.

Il gettito del concordato, però, non riesce a coprire i costi che la riduzione dell’aliquota comporta e proprio per questo il taglio Irpef al ceto medio si farà, ma solo quando i conti pubblici saranno consolidati.

Taglio Irpef al ceto medio, tutto rimandato

La modifica era stata annunciata da mesi, ma essendo legata al maggior gettito portato dal concordato preventivo biennale e proprio per questo non è stata inserita nel testo originario della Manovra, nella speranza che potesse essere inserita nel suo iter parlamentare.

Il governo aveva manifestato a più riprese l’intenzione di intervenire sull’Irpef del ceto medio e in particolare sull’aliquota al 35% che grava su chi guadagna da 28.000 a 50.000 euro utilizzando il tesoretto proveniente dal patto con il Fisco delle partite Iva.

Il concordato non è stato sottoscritto dal numero di autonomi sperato e garantirà un incasso di almeno 1,3 miliardi di euro (hanno aderito 522 mila partite Iva) non sufficienti per coprire l’intervento sull’Irpef. Anche la riapertura dei termini per aderire, fino al 12 dicembre, sicuramente non consentirà di raggiungere il gettito necessario per l’intervento e proprio per questo il taglio della seconda aliquota Irpef non sarà presente nella Manovra.

Prima o poi ci saranno meno tasse per chi guadagna più di 28.000 euro, ma bisogna attendere di mettere ordine nei conti pubblici, prima.

Quello che è certo è che il Governo è intenzionato a intervenire sull’aliquota al 35% e su questo non c’è nessun dubbio. Le intenzioni in tal senso sono state ribadite inpiù di un’occasione dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo. Si tratta di un percorso che proseguirebbe quello iniziato lo scorso anno quando da quattro aliquote e scaglioni si è passati a tre accorpando il primo e secondo scaglione di reddito per andare a tutelare le fasce più deboli della popolazione. L’intervento a cui si mira nel futuro, quanto prossimo non si sa, riguarda una riduzione del peso dell’Irpef per gli scaglioni successivi al primo.

Meno tasse se guadagni più di 28.000 euro, le ipotesi avanzate

Una delle ipotesi avanzate nelle ultime settimane prevedeva una riduzione del secondo scaglione di reddito, quello che si riferisce a chi guadagna tra 28.000 e 50.000 euro. Per queste tipologie di reddito oggi è prevista un’aliquota al 35%.

L’ipotesi vorrebbe che questa aliquota sia abbassata di due punti percentuali portandola dal 35% al 33%. L’inserimento di questo intervento in Legge di Bilancio, però, era legato al gettito del concordato.

Si era parlato anche di un intervento che potesse ampliare l’attuale secondo scaglione di reddito (da 28.000 a 50.000 euro) fino ai 60.000 euro per sottoporre a tassazione del 43% solo chi guadagna oltre 60.000 euro.

Appare chiaro che le risorse limitate che sono state messe a disposizione per la manovra di fine anno (la maggior parte delle quali serviranno a confermare l’Irpef a tre aliquote e il taglio del cuneo fiscale), non permettono di intervenire in tal senso. La promessa, in ogni caso, è che il taglio dell’Irepf è solo rimandato. C’è chi parla di gennaio, con un decreto apposito, ma va detto che qualsiasi intervento si realizza a gennaio avrà effetto solo a partire dal 1° gennaio 2026 perchè una modifica all’Irpef non può essere retroattiva.

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