Busta paga gennaio 2025, ecco come cambia il prossimo stipendio

Simone Micocci

6 Gennaio 2025 - 17:49

Come cambia la busta paga a gennaio 2025? Ecco perché rischi di avere meno soldi.

Busta paga gennaio 2025, ecco come cambia il prossimo stipendio

Il tuo prossimo stipendio, quello che verrà pagato a inizio febbraio facente riferimento alla mensilità di gennaio 2025, rischia di essere molto diverso da quanto hai guadagnato nel corso del 2024. Non tanto per l’importo lordo, visto che eccetto quei settori in cui nel frattempo è stato firmato un rinnovo di contratto non sono previste variazioni, quanto più per il netto.

Da gennaio 2025, infatti, sono entrate in vigore le nuove regole sul taglio del cuneo fiscale che andranno a vantaggio di alcuni lavoratori e a svantaggio di altri. Nel dettaglio, con il termine “cuneo fiscale” si intende quella differenza che c’è tra lo stipendio lordo e il netto, sulla quale incidono tanto i contributi quanto le imposte (dall’Irpef alle addizionali). Intervenendo su una di queste voci si va ad alleggerire la pressione fiscale sugli stipendi, assicurando così un netto d’importo più alto.

Il governo Meloni lo ha fatto nel 2023 e nel 2024 intervenendo sulla voce “contributi” riconoscendo uno sgravio contributivo; lo farà anche nel 2025 ma con regole differenti, visto che il taglio questa volta riguarderà le imposte.

Vediamo come facendo così chiarezza su come viene calcolato il netto in busta paga a gennaio 2025, così da rispondere in anticipo alla domanda su qual è la ragione per cui nel prossimo stipendio potrebbe esserci, a seconda dei casi, un taglio o un aumento dell’importo.

Cosa non ci sarà più nella busta paga di gennaio

A decorrere dall’1 gennaio 2025 per tutti i lavoratori - a eccezione delle lavoratrici che beneficiano del cosiddetto “bonus mamme” delle quali parleremo di seguito - l’aliquota contributiva tornerà a essere applicata per intero, quindi al 9,19% per i dipendenti del settore privato e all’8,80% nel pubblico impiego.

Lo scorso anno invece non è stato così, dal momento che sulle buste paga di importo non superiore a 2.692 euro è stato applicato un taglio del:

  • 7% se lo stipendio lordo non superava i 1.923 euro lordi (in prospettiva un reddito di 25.000 euro l’anno);
  • 6% se lo stipendio lordo superava i 1.923 euro ma non i 2.692 euro lordi (quindi 35.000 euro di reddito).

Questo sgravio contributivo sparisce nel 2025: significa che tornerete a versare integralmente i contributi secondo la quota definita dalla legge, con il rischio appunto che lo stipendio netto risulti più basso. Ma a compensare questa perdita c’è il nuovo taglio del cuneo fiscale: vediamo come funziona.

Cosa c’è nella busta paga di gennaio 2025

Con la riforma del taglio del cuneo fiscale come disciplinata dalla legge di Bilancio 2025, il governo interviene sulle imposte, riconoscendo - a seconda del reddito percepito - un nuovo trattamento integrativo, che si va ad aggiungere all’ex bonus Renzi già applicato per coloro che guadagnano fino a 15.000 euro l’anno, o un aumento della detrazione sul reddito da lavoro dipendente.

Più precisamente, per chi ha un reddito annuo che non supera i 20.000 euro, quindi con uno stipendio lordo fino a 1.538 euro lordi, spetta un trattamento integrativo calcolato in percentuale sullo stipendio in base alle seguenti aliquote:

  • 7,1%, se il reddito di lavoro dipendente non è superiore a 8.500 euro (653 euro lordi);
  • 5,3%, se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 8.500 euro ma non
  • a 15.000 euro (1.153 euro al mese);
  • 4,8%, se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 15.000 euro.

Nel migliore dei casi, quindi per chi si avvicina alla soglia dei 20.000 euro, spetta un aumento di circa 80 euro al mese. Con uno stipendio superiore a 20.000 euro e fino a un massimo di 32.000 euro (2.461 euro lordi circa) spetta un aumento della detrazione per redditi da lavoro pari a 1.000 euro l’anno, a fronte di un incremento mensile di circa 83 euro.

Sopra i 32.000 la detrazione si riduce progressivamente fino al raggiungimento della soglia di 40.000 euro attraverso questa formula:

1.000 * [(40.000 - Reddito complessivo)]/8.000

Chi ci guadagna e chi no

Queste nuove regole riducono la pressione fiscale in busta paga ma attenzione perché al tempo stesso bisogna appunto rinunciare a quanto veniva riconosciuto grazie allo sgravio contributivo. A tal proposito, abbiamo realizzato una tabella con le differenze tra quanto spettava nel 2024 con la riduzione dei contributi rispetto al 2025 con l’alleggerimento delle imposte.

Retribuzione annua lorda Retribuzione mensile lorda Aumento netto nel 2024 Aumento netto nel 2025 Differenza in busta paga
10.000 euro 769 euro 44 euro 44,17 euro 0,17 euro
12.500 euro 961 euro 56 euro 55,21 euro -0,79 euro
15.000 euro 1.153 euro 67 euro 66,25 euro -0,75 euro
17.500 euro 1.346 euro 67 euro 70,00 euro 3,00 euro
20.000 euro 1.538 euro 76 euro 80,00 euro 4,00 euro
22.500 euro 1.730 euro 86 euro 83,33 euro -2,67 euro
25.000 euro 1.923 euro 96 euro 83,33 euro -12,67 euro
27.500 euro 2.115 euro 90 euro 83,33 euro -6,67 euro
30.000 euro 2.307 euro 90 euro 83,33 euro -6,67 euro
32.500 euro 2.500 euro 91 euro 78,12 euro -12,88 euro
35.000 euro 2.692 euro 98 euro 52,08 euro -45,92 euro
38.000 euro 2.923 euro - 20,83 euro 20,83 euro

A guadagnarci sono solo coloro che guadagnano più di 35.000 euro che erano esclusi dallo sgravio contributivo. Chi invece in questi anni ha goduto del taglio dei contributi nella maggior parte dei casi non vedrà differenze significative o ancora peggio subirà un taglio. In particolare a dover essere preoccupati sono quei lavoratori che sono vicini alla soglia dei 35.000 euro, per i quali a gennaio potrebbero esserci circa 45 euro in meno sullo stipendio netto.

E attenzione, perché c’è da considerare anche che a decorrere da questo mese in busta paga non vengono più riconosciute le detrazioni per figli a carico con più di 30 anni, con il rischio quindi di perdere altri 80 euro in busta paga.

Il caso particolare delle lavoratrici con figli

Discorso differente per le lavoratrici con figli che beneficiano dello sgravio contributivo fino a 3.000 euro riconosciuto dalla legge di Bilancio 2024. Nel dettaglio, ci riferiamo a coloro che hanno almeno 3 figli di cui almeno uno minorenne, per le quali lo sgravio contributivo verrà riconosciuto fino al 2026.

A queste, quindi, si somma tanto l’azzeramento - fino a 3.000 euro - dei contributi quanto la riduzione delle imposte applicata dalla legge di Bilancio 2025.

Discorso differente per le lavoratrici con due figli di cui almeno uno minore di 10 anni, per le quali il bonus mamme è stato prorogato dalla legge di Bilancio 2025 ma servirà un decreto apposito per la sua applicazione in busta paga. Queste lavoratrici, quindi, in busta paga a gennaio torneranno a versare i contributi interamente; poi una volta che ci sarà il decreto con relativo adeguamento riceveranno anche gli arretrati per le prime mensilità dell’anno.

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