Il governo sta valutando se prorogare il lavoro agile per fragili e under 14: cosa cambierà nel 2023 per le regole sullo smart working e chi sono i dipendenti coinvolti?
Smart working, si avvicina una nuova proroga. Il lavoro agile resterà anche per il 2023, molto probabilmente. Per i lavoratori fragili e per chi ha figli fino ai 14 anni di età sembra infatti essere in arrivo una nuova proroga. Che riguarderà sia il settore pubblico che il privato.
Il governo sta valutando in queste ore la possibilità di estendere la normativa vigente, come conferma al Messaggero anche il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. La conferma delle misure sullo smart working potrebbe rientrare nel prossimo decreto Milleproroghe e potrebbe essere inserita con la motivazione di prevenire la diffusione dei contagi da Covid sui luoghi di lavoro.
Per queste categorie di lavoratori - fragili e con figli - la prossima scadenza per il regime agevolato per il lavoro agile è fissata alla fine dell’anno. L’interlocuzione, anche con il ministero della Pubblica amministrazione, è in corso e la proroga sembra quindi probabile. Ma una decisione definitiva verrà presa solo nei prossimi giorni.
Chi può avere lo smart working
Secondo la normativa attuale, lo smart working viene garantito ai fragili e chi ha figli under 14 a carico. Ovviamente il lavoro agile si può applicare solamente nel caso in cui le mansioni si possano svolgere in telelavoro. Per lavoratori fragili si intendono, per esempio, i pazienti chemioterapici, gli immunodepressi, i portatori di disabilità.
Quanti sono i lavoratori coinvolti
Al di là dei lavoratori fragili e con figli ci sono, anche, le aziende che hanno trovato un accordo coi sindacati per disciplinare il ricorso allo smart working, per esempio fissando un numero di giorni da svolgere da remoto - solitamente due o tre a settimana - e altri da fare in presenza.
Secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, in Italia ci sono 3 milioni e 570mila lavoratori in smart working. Nel 2023 si prevede una leggera crescita, raggiungendo quota 3 milioni e 630mila. Ovviamente la situazione è nettamente cambiata con la pandemia, con il numero di lavoratori da remoto che si è impennato.
Lavoro agile, cosa ne pensano aziende e dipendenti
Ma cosa pensano dello smart working aziende e lavoratori? Qualche dato arriva dal report realizzato dall’Istituto per l’analisi delle politiche pubbliche, che ha intervistato 15mila occupati e 5mila imprese private. Secondo il 66% dei datori di lavoro, lo smart incrementa la produttività e consente di risparmiare sui costi di gestione degli spazi fisici.
Per il 72% delle imprese, inoltre, il telelavoro aumenta il benessere organizzativo e migliora il rapporto vita-lavoro dei dipendenti. Ci sono, però, anche delle criticità per i datori, a partire dalle maggiori difficoltà nel gestire i rapporti tra colleghi e con i responsabili, ma anche la necessità di pensare a nuovi modelli di leadership. I lavoratori, invece, lamentano l’aumento dell’isolamento e anche l’incremento dei loro costi fissi.
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