Controlli sulle aziende furbette al via: cosa rischia chi approfitta degli aiuti dello Stato?

Laura Pellegrini

07/04/2021

L’Ispettorato nazionale del lavoro ha dato il via a una serie di controlli per accertare la presenza di furbetti dei sostegni: alcune aziende, pur senza requisiti, avrebbero richiesto gli aiuti. Cosa si rischia?

Controlli sulle aziende furbette al via: cosa rischia chi approfitta degli aiuti dello Stato?

Si torna a parlare dei furbetti dei sostegni, tutte quelle aziende che, pur non rispettando i requisiti richiesti, hanno fatto richiesta per ricevere gli aiuti stanziati dal Governo.

Come era accaduto con il bonus 600 euro nel caso di titolari di Partita IVA, alcune imprese hanno deciso di presentare la domanda - per contributi a fondo perduto, cassa integrazione o altri aiuti dello Stato - pur non avendone diritto. L’Ispettorato nazionale del lavoro ha avviato opportuni controlli.

Cosa rischiano i furbetti dei sostegni e come avverranno i controlli?

Controlli sulle aziende furbette al via

L’Ispettorato nazionale del lavoro, sulla scia dei mesi precedenti, ha messo a punto un sistema di controlli sulle “misure a sostegno del reddito”, cioè su tutti quei bonus che sono stati elargiti dallo Stato ai lavoratori o alle imprese per limitare i danni portati dalla crisi pandemica. L’obiettivo dei controlli, che si svolgeranno per lo più nel primo semestre dell’anno, è quello di stanare gli illeciti e punire i furbetti.

L’ultimo monitoraggio dell’Inps, datato 31 marzo 2021, descriveva un totale di 4.264.828 domande pervenute, di cui 3.853.698 autorizzate e 342.433 respinte. La platea di interessati ha coinvolto più di 3,7 milioni di lavoratori. A questi ultimi occorre aggiungere altri 3,5 milioni di dipendenti che hanno ricevuto anticipi sulla cassa integrazione direttamente dalle aziende: il totale dei coinvolti sale quindi a 7,2 milioni di occupati che hanno ottenuto aiuti dallo Stato.

In mezzo a questa grande platea di richiedenti e beneficiari, secondo INL, potrebbero nascondersi i furbetti dei sostegni che hanno beneficiato degli aiuti senza possedere i requisiti. Per esempio, chi ha lavorato in nero per raddoppiare gli introiti (derivanti dal lavoro e dai sostegni), o quelle aziende che hanno modificato i rapporti di lavoro poco prima di fare richiesta per la cassa integrazione.

I primi dati sui controlli eseguiti

Pochi giorni fa sono stati diffusi i primi dati relativi ai controlli effettuati su alcuni beneficiari degli aiuti di Stato: in totale sono state coinvolte 1.989 aziende per una platea di 29.244 lavoratori.

Nei primi due mesi del 2021, l’INL ha effettuato 1.138 accertamenti (svolti soprattutto sugli ammortizzatori più utilizzati come Cig Covid-19, FIS, Cigd Covid-19 e il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato) di cui 193 in congiunta con il personale ispettivo INPS, arrivando a evidenziare 433 posizioni lavorative irregolari.

I controlli hanno portato a 19 comunicazioni di notizia di reato alla Procura della Repubblica per illeciti penali, recuperando ben 253.254 euro.

Cosa si rischia?

Ottenere un ristoro che non spetta potrebbe comportare gravi conseguenze a livello civile e penale.

La percezione dei contributi a fondo perduto non spettanti, per esempio, comporta l’applicazione del reato previsto dall’articolo 316 ter del codice penale: per le somme superiori a 4 mila euro, è prevista persino la reclusione da sei mesi a tre anni, oltre alla confisca e alle sanzioni pecuniarie che possono raggiungere un milione di euro.

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